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Politica | 20 marzo 2011, 21:18

Attacco alla Libia, PRC imperiese "Si rischia una nuova guerra coloniale"

Attacco alla Libia, PRC imperiese "Si rischia una nuova guerra coloniale"

"L’attacco alla Libia nella quale è pienamente coinvolto anche il nostro Paese, nuovamente in violazione dell'art. 11 della Costituzione, rischia di essere l'avvio, se non sarà fermato, di una nuova guerra coloniale ed imperiale". Ad affermarlo è Partito della Rifondazione Comunista, Federazione Provinciale di Imperia che interviene "contro la guerra, a favore della pace"

"La confusione provocata dalle ragioni 'umanitarie' con le quali viene mascherata la guerra, anche nel Centro Sinistra, rendono più difficile sviluppare una mobilitazione vasta del popolo della pace, che è invece urgente e necessaria. L'oppressivo regime libico è stato fino all'ultimo in rapporti proficui con le stesse potenze occidentali che ora bombardano il suo territorio con i micidiali sistemi di distruzione di massa di cui dispongono (altro che semplice 'no fly zone'), che fatalmente mieteranno migliaia di vittime tra la popolazione civile; il suo leader è stato ricevuto con tutti gli onori nel nostro Paese e dal nostro Governo, quando si trattava di fare accordi commerciali e industriali (dalla finanza alla vendita di armi) e di ottenere che costruisse veri e propri lager nel deserto per recludere i migranti. Ora, con le importanti riserve energetiche in gioco, torna al primo posto la 'causa umanitaria', con Francesi, Britannici e Statunitensi nuovamente in testa!!

Invece sarebbe stato necessario, nei mesi scorsi, che le Nazioni Unite si attivassero concretamente, come è nelle loro prerogative, per una potente iniziativa a protezione delle città insorte e delle forze democratiche resistenti, per aprire corridoi umanitari e garantire una fascia territoriale di sicurezza, ma ci si è ben guardati dal farlo. Così come si è ben guardata dall'assumere una credibile iniziativa in tal senso l'Italia, che ora si infila nella supercoalizione militare per non esser da meno o rischiare di essere esclusa dalla 'partita'.
Ma noi ben sappiamo, per averla vista tante volte, che questa è una spirale di violenza e che occorre operare per aggregare forze attorno ad iniziative contro la guerra e per costruire la pace.

Come si è già cominciato a fare in alcune realtà della nostra Regione, invitiamo tutte le associazioni democratiche ad organizzare manifestazioni, presidi, volantinaggi e prese di posizione che esprimano un NO deciso alla logica feroce della guerra e la richiesta, dal basso, di una offensiva internazionale di pace".

A. Gu.

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