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Politica | 24 novembre 2017, 19:15

Sanremo: il M5S commenta la risposta dell'Assessore Giampedrone sul Rio Ciuvin: “Occorrono analisi per verificare l'inquinamento dell'area”

“L’Assessore Regionale, nella sua risposta, ammette che nell’area interessata non sono mai stati autorizzati stoccaggi di rifiuti”

Sanremo: il M5S commenta la risposta dell'Assessore Giampedrone sul Rio Ciuvin: “Occorrono analisi per verificare l'inquinamento dell'area”

Il M5S Sanremo commenta la risposta dell’Assessore Regionale all’Ambiente Giampedrone in relazione alla interrogazione presentata dai consiglieri regionali liguri del M5S inerente la gestione illecita di abbancamento di rifiuti in località Rio Chintagna – Ciuvin in valle Armea.

Il M5S affiancato dal giurista ambientale Dr. Marco Grondacci afferma: “Nonostante qualche interpretazione che abbiamo letto sembrerebbe ridimensionare la vicenda degli abbancamenti abusivi di rifiuti nell’area in questione, in realtà la risposta dell’assessore conferma sia indirettamente quanto sollevato con l’esposto del M5S Sanremo, nella conferenza stampa del 30 ottobre scorso come pure nella Interrogazione in Consiglio Regionale. Indirettamente perché l’assessore affermando che dopo 30 anni non si può sapere delle scelte che fece la Regione nel 1987, considerando attività agricola l’abbancamento abusivo di materiali e rifiuti, significa in realtà che l’Assessore non ha utilizzato i suoi uffici per ritrovare la documentazione in questione, documentazione che invece guarda caso è in possesso del Comune di Sanremo e che abbiamo utilizzato per il nostro esposto altrimenti non avremmo potuto scriverlo nello stesso ovviamente. Ma quelle che rilevano sono, da parte dell’Assessore regionale, le conferme dirette di quanto da noi contestato”.

Infatti l’Assessore Regionale, nella sua risposta, ammette che nell’area interessata non sono mai stati autorizzati stoccaggi di rifiuti - proseguono dal M5S - ma con questa affermazione conferma il potenziale reato non solo di abbandono ma di vera e propria discarica abusiva. Come risulta dalla documentazione da noi prodotta allegata all’esposto, come pure dalla documentazione in possesso del Comune, in quell’area con svariate ordinanze sindacali sono stati stoccati rifiuti tipici delle discariche di seconda categoria 2a, quindi come minimo rifiuti inerti ma comunque rifiuti. Il tutto senza alcun progetto di coltivazione e quindi in totale violazione della vigente normativa in materia di autorizzazione alla gestione dei rifiuti. L’assessore regionale inoltre afferma una inesattezza grave sul punto in quanto scrive che la attività di stoccaggio rifiuti non è mai stata autorizzata dalla Provincia. In realtà come risulta agli atti prodotti nel nostro esposto la Provincia di Imperia nell’aprile 1988 ha dichiarato che nell’area si stava gestendo una discarica non autorizzata. Non solo ma nel dicembre del 1989 il Consiglio Comunale di Sanremo approva, in termini urbanistici, la realizzazione di una discarica per rifiuti speciali nella zona in questione che in realtà non verrà mai ne autorizzata ne realizzata. Però successivamente in modo totalmente illegale le ordinanze dei Sindaci per stoccare rifiuti nell’area vengono reiterate fino all’inizio degli anni 2000 anche per tipologie di rifiuti non previsti per legge neppure per le discariche di inerti, peraltro senza che una discarica esistesse ma solo un seppellimento senza regole di materiali e rifiuti”.

L’assessore nella parte finale della sua risposta ci spiega quello che chiunque si occupa anche genericamente di rifiuti sa bene: se non ci sono superamenti di soglia degli inquinanti il sito non può essere classificato come sito da bonificare e quindi non è inseribile nella anagrafe regionale dei siti di bonifica - si legge ancora nella nota del M5S - ora è chiaro che nella vicenda in questione siamo di fronte quanto meno ad un fatto conclamato l’abbandono reiterato senza alcuna cautela di enormi quantità di materiali classificati in gran parte come rifiuti, abbandono che non secondo il M5S Sanremo, ma secondo legge e giurisprudenza può configurare il reato di discarica abusiva e se c’è una discarica abusiva gestita per anni è chiaro che ci potrebbe essere un inquinamento in atto. Allora cosa occorre fare? Semplice, verificare se questo inquinamento c’è, dare mandato ad Arpal ed Asl per una campagna di monitoraggio. Anche perché l’Assessore dovrebbe sapere che nel caso l’inquinamento emergesse non ci saremmo solo di fronte ad un reato di discarica abusiva ma anche di omessa bonifica senza la nuova fattispecie introdotta recentemente nel nostro codice penale. Nuova fattispecie che va ad integrare il reato di mancato rispetto delle autorizzazioni al progetto di bonifica approvato. E’ un reato proprio tipico di una situazione come quella di cui stiamo parlando: un potenziale inquinamento da verificare e mai verificato. Se questo non avvenisse per ordine della pubblica autorità competente (Regione Provincia Comune) e successivamente si dimostrasse l’esistenza dell’inquinamento magari per una inchiesta della magistratura allora ci sarebbe un concorso da parte dei rappresentanti delle pubbliche amministrazioni competenti. Quindi sarà bene svolgere queste verifiche e cogliamo l’occasione per ricordare che nel caso di non intervento del Comune nell’avviare il monitoraggio per verificare lo stato di inquinamento dell’area, la Regione ha potere di intervento anche di ordinanza ai sensi della legg regionale 18 del 1999 tutt’ora in vigore. Se poi si dimostrasse che l’inquinamento non sussiste saremo noi i primi ad essere contenti, ma occorre verificarlo e non limitarsi, come ha fatto l’Assessore al compitino sulle competenze burocratiche della Regione in materia di bonifiche peraltro, come abbiamo visto neppure correttamente riportate”.

Redazione

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