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Attualità | 16 maggio 2017, 07:31

Sanremo: l'oratorio di San Sebastiano nella Pigna uno degli edifici religiosi meglio conservati

Per farne conoscere meglio le vicende storiche e l'aspetto artistico, anche in relazione alla sua “insolita” origine, lo storico matuziano Andrea Gandolfo ci ha inviato un suo breve scritto.

Sanremo: l'oratorio di San Sebastiano nella Pigna uno degli edifici religiosi meglio conservati

Situato in un angolo suggestivo della Pigna, l’antica piazza dei Dolori, il cinquecentesco oratorio di San Sebastiano rappresenta probabilmente uno degli edifici religiosi sanremesi meglio conservati e più significativi della prima età moderna. Per farne conoscere meglio le vicende storiche e l'aspetto artistico, anche in relazione alla sua “insolita” origine, lo storico matuziano Andrea Gandolfo ci ha inviato un suo breve scritto.

Ubicato nella pittoresca piazza dei Dolori nel quartiere della Pigna, l’oratorio di San Sebastiano venne eretto per esaudire una supplica rivolta il 20 gennaio 1502 dai fedeli sanremesi al martire romano, considerato protettore contro la peste, per aver miracolosamente preservato la città dalla grave epidemia che proprio in quell’anno aveva flagellato l’intero Ponente ligure. La costruzione dell’oratorio, all’interno del palazzo pretorio, sulla cui facciata si intravedono ancora oggi i resti del blasone di un podestà genovese, della città di Genova e di quello di Sanremo, fu resa possibile dalla cessione, praticata il 23 gennaio 1509 dal prevosto e dal canonico di San Siro Pietro Gioffredo e Girolimo Gaudo, in nome del Capitolo della collegiata, a Gio Batta Fabiano e Lorenzo Anselmo, di una casa “scoperta e aperta” per adattarla a luogo di preghiera in onore di san Sebastiano martire, per la somma di 152 lire genovesi.

La scelta del sito su cui erigere il nuovo oratorio ricadde in particolare sul perimetro delle antiche mura cittadine, in modo da innalzare l’edificio sacro con un sistema di possenti volte a scavalco sul cosiddetto vallum, una sorta di vallone difensivo situato nei pressi della porta medievale di Santo Stefano. Nel 1532 il pretore Lorenzo Fornari fece restaurare il palazzo pretorio, come attestato da un’iscrizione incisa sopra una lapide marmorea, rinvenuta nelle fondamenta dell’oratorio di San Sebastiano dal cappellano della chiesa Antonio Ameglio. Nel 1762 la gestione dell’oratorio venne affidata alla confraternita della Misericordia o di Nostra Signora dei Sette Dolori, un’associazione di laici che svolgevano la mansione di assistere i feriti, gli appestati e i condannati a morte, nonché quella di accompagnare i defunti al cimitero.

Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale l’oratorio subì i danni più gravi tra quelli che aveva sopportato durante la sua lunga storia. Nella notte tra il 16 e il 17 aprile 1945 alcuni repubblichini appiccarono infatti il fuoco alle sue sovrastrutture in legno, che andarono completamente distrutte, mentre il resto dell’edificio si salvò miracolosamente dalla distruzione solo grazie al pronto intervento di una squadra di vigili del fuoco. Durante l’incendio andarono purtroppo in fumo la canonica, la sacrestia e gran parte degli arredi sacri dell’oratorio, che sarebbe poi stato restaurato dopo la fine della guerra.

Da segnalare inoltre l’importante fatto storico accaduto il 18 maggio 1538, quando il pontefice Paolo III sostò brevemente in preghiera all’interno della chiesa prima di recarsi nella vicina casa Manara di via Palma, dove avrebbe pernottato in attesa di partire alla volta di Nizza per presenziare alla sottoscrizione di una tregua decennale tra Carlo V e Francesco I. All’ingresso è dipinta infine una finta lapide, risalente al 1642, che testimonia tra l’altro lo scarso rispetto dei sanremesi nei confronti della rigida legislazione genovese. L’iscrizione ammonisce infatti a non orinare o lasciare immondizie davanti al portico di accesso al palazzo pretorio, sotto pena della sanzione pecuniaria, allora piuttosto onerosa, di quattro lire genovesi. Si faceva anche presente che si sarebbe dato pure seguito a denunce anonime.

Redazione

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