/ Al Direttore

Al Direttore | 30 giugno 2016, 07:31

Sanremo: nostra lettrice scrive per ringraziare tutto il personale del Pronto Soccorso dell'ospedale 'Borea'

"A loro do un 10 in pagella per professionalità, umanità e simpatia".

Sanremo: nostra lettrice scrive per ringraziare tutto il personale del Pronto Soccorso dell'ospedale 'Borea'

Una nostra lettrice, Ambra Gaetani, ci ha scritto per raccontare la sua esperienza positiva riguardo al Pronto Soccorso di Sanremo:

“Domenica scorsa, dopo aver svolto con calma tutte le routine mattutine, mi sono accorta che il mio cuore batteva un po' troppo veloce ed una sensazione di peso sul petto ha iniziato a darmi fastidio. Mi capita spesso e non dura più di 20-30 secondi. Quella mattina però, non accennava a smettere, anzi, il cuore accelerava. Premetto che ho 26 anni e non soffro di nessuna malattia, quindi la cosa mi preoccupava un po'. Aspetto mezz'ora e siccome non passa decido di misurare i battiti per minuto con una app del mio smartphone che segna 124 bpm. Sorrido e penso che sicuramente il sensore dello smartphone stava perdendo colpi visto che i battiti per minuto in condizioni di riposo (condizioni in cui ero io: avevo solamente fatto colazione e mi ero lavata la faccia, nessuna attività fisica svolta) sono in media 60-76, come indicato dalla app del mio telefono. Per togliermi ogni dubbio, prendo la macchinetta per misurare la pressione che utilizziamo in casa, che ha anche la funzione per misurare i battiti cardiaci per minuto. Risultato: 123 pressione minima, 144 pressione massima e 128 battiti cardiaci al minuto. A quel punto decido di farmi accompagnare al Pronto Soccorso. Posto che ho da sempre evitato in caso di malessere, vista la brutta reputazione che ha riguardo i tempi di attesa infiniti e la maleducazione degli operatori. Suono all'ufficio dell'accettazione e mi apre un'infermiera che, direttamente alla scrivania, mi fa mettere il dito indice in una macchinetta che segna 158 battiti cardiaci al minuto e che, per ogni battito, strilla con un ‘bip’ acuto. Siccome 158 bpm sono tanti, quella macchinetta sembrava letteralmente impazzita. L'infermiera mi chiede i miei dati, mi lega un braccialetto con un codice al polso ed a quel punto mi aspettavo di essere rispedita in sala d'attesa con un numero che avrebbe identificato il mio turno per essere controllata. No, non è andata così. Messo il braccialetto al polso, l'infermiera ha stampato un foglio e mi ha detto di seguirla. Sono passata in stanze e corridoi saturi di persone e lettini occupati, lei ha detto ad un altro infermiere con aria molto seria che le serviva uno stanzino vuoto solo per me. Premetto che sono una persona normalissima e non la parente di qualcuno importante, situazione per la quale si potrebbe pensare ad un trattamento così eccellente, viste le critiche che ho sempre letto nei confronti del P.S. di Sanremo. L'infermiere le indica una stanza col dito dicendole ‘si è appena liberata questa’. Lei mi fa sdraiare sul lettino ed inizia ad attaccarmi addosso gli elettrodi per il monitoraggio cardiaco. Quella macchina inizia ad impazzire allo stesso modo della sua piccola cugina nell'ufficio accettazione, ma segna anche una tachicardia che si presenta molto frequentemente. Un altro infermiere arriva, mi fa un tracciato stampato su carta, chiedo se sto avendo un infarto, mi rassicura e dice che a lui sembra solo tachicardia e nulla di più, ma che in ogni caso avrei dovuto aspettare il cardiologo. Tempo 5 minuti ed il Dott. Ferlito arriva a visitarmi. È molto simpatico e mentre mi visita parliamo di giochi di ruolo, un hobby che abbiamo in comune. Mi dice che ha bisogno di un prelievo del mio sangue per controllare gli enzimi cardiaci perché dalla visita il cuore sembra sano e che intanto mi da un farmaco per rallentare i battiti. Se ne va ed al suo posto entra un altro infermiere per il prelievo. Prende il mio braccio sinistro, vede il mio tatuaggio con l'arpa irlandese, un trifoglio e la scritta ‘Dublin’ e chiede se mi piace la birra Guinness. È molto simpatico anche lui ed iniziamo a parlare dei viaggi fuori dall'Italia che abbiamo fatto. Gli chiedo il suo nome e quello degli infermieri che mi avevano seguita. Sorride, finisce di fare il prelievo e mi dice che avrei dovuto aspettare un'ora per i risultati, mi da la medicina per rallentare i battiti e mi accompagna nella sala d'attesa. Nel frattempo mi raggiunge mia sorella ed esco all'aperto con lei a prendere un po' d'aria ed a parlare. Passano i minuti e vedo Raffaele, l'infermiere del prelievo, che sbuca da una porta con la macchinetta per misurare i battiti. Sì, era venuto a cercarmi fuori. Poteva tranquillamente chiamare il mio nome all'altoparlante e farmi rientrare nel labirinto di corridoi, invece era uscito fuori solo per me. 90 bpm. Il farmaco stava funzionando alla grande. Passata un'ora il mio nome viene chiamato e mi dimette il Dott. Ferlito che firma i fogli e prescrive la mia terapia. Raffaele entra per comunicargli una cosa, fa per andarsene, ma poi rientra e chiede: ‘La dimettiamo?’ indicando me. Il Dott. Ferlito risponde sorridendo: ‘Sì, deve andare a giocare a Dungeons and Dragons’ e Raffaele: ‘Ed a bersi una Guinness a Dublino’. Tengo a ringraziare di cuore (sì, è un po' tachicardico, ma per ringraziare funziona bene!) Raffaele, Antonella, Andrea ed il Dott. Ferlito per il trattamento eccellente che mi hanno riservato, ma soprattutto per le persone che sono: positive, divertenti ed amorevoli. Se dovessi dare un voto al Pronto Soccorso di Sanremo sarebbe senz'altro 10/10”.

Carlo Alessi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A SETTEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium