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Al Direttore | 04 novembre 2015, 14:44

Russia e dintorni. Un segreto di Sanremo raccontato al nipote Pierluigi dal nonno materno

"Secondo documenti storici più che attendibili, il monaco russo Rasputin fu eliminato da un complotto ordito dall'intelligence britannica con la complicità di una parte della nobiltà..."

Rasputin

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"Secondo documenti storici più che attendibili, il monaco russo Rasputin fu eliminato da un complotto ordito dall'intelligence britannica con la complicità di una parte della nobiltà. La circostanza era intesa ad evitare i contatti della zarina Alessandra, di origine tedesca, sotto il continuo influsso del religioso, con ambienti del Reich per sganciare la Russia dall'alleanza occidentale, durante il primo conflitto mondiale, e giungere ad una pace sparata, in grado di liberare le forze tedesche impegnate ad est e impegnarle sul fronte occidentale.

A parlarmi di ciò era stato anche mio nonno materno, sulla scorta di confidenze provenienti proprio da quel tal Bartolomeo, sanremasco verace (a cui ho fatto cenno in altra occasione su questa rivista). Bertumé in terra russa aveva non poche relazioni, svolgendo un lavoro oscuro e inafferrabile. Prima di imbarcarsi sulla nave sulla quale navigava mio nonno, aveva già avuto, del resto, un'esperienza in Russia durante gli eventi prima e immediatamente successivi all'abdicazione dello Zar. In tale contesto era a conoscenza dei movimenti in quell'ora drammatica. Anzi, Bertumé si era preoccupato di seguire fin da subito gli avvenimenti in corso a partire dal cuore stesso dell'impero russo. Non so se corrispondesse al vero, ma, in un'occasione, il tipo fece cenno ad una sua nonna materna di origini russe. E proprio quel misterioso sanremese ebbe di nuovo a confessare una sera a mio nonno, con molti e stupefacenti particolari, come i piani per uccidere il monaco Rasputin e per isolare la zarina non andassero totalmente a buon fine. Le arrembanti forze rivoluzionarie non diedero, infatti, il tempo ai nobili di organizzarsi in vista di una soluzione politicamente diversa da quella che in effetti ci fu.

Qualche anno più tardi, incontrandolo altra volta a Sanremo, sempre in modo sfuggente, mio nonno sentì Bertumé citare i nomi dell'ex ministro degli interni russo Protopopov, incarica dal 1916 e protetto di Rasputin, poi arrestato e fucilato nel 1918, perché favorevole ad una monarchia costituzionale, oltre che dell'ambasciatore del Regno d'Italia nella Russia zarista, Andrea Carlotti di Riparbella e del di lui successore Pietro Tomasi della Torretta, in periodo rivoluzionario con incarico di reggenza (i due diplomatici si avvicendarono nella carica dal 1913 al 1923), nonché del rappresentante francese nella prima Russia sovietica, Joseph Noulens, dei quali Bertumé conservava lettere autografe: Pietro Tomasi della Torretta fu l'ultimo presidente del Senato del regno d'Italia dal 1944 al 1946.

C'è da chiedersi, infine, se il nome di Bertumé fosse davvero autentico o una copertura. Mio nonno non se lo è mai chiesto. E pur su questo Bertumé mio nonno doveva saperne di più, dal momento che la sorprendente capacità di parlare il russo e il georgiano destò in lui qualche dubbio se non sulla sua identità, almeno sul tipo di lavoro che svolgeva. Un segreto di Sanremo, comunque, un altro segreto di Sanremo.

Pierluigi Casalino".

Redazione

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