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Politica | 12 luglio 2011, 14:44

Imperia: presentati stamattina i dati economici alla Banca d'Italia

Imperia: presentati stamattina i dati economici alla Banca d'Italia

"Nella fase più acuta della crisi internazionale, la caduta dell’attività economica in Liguria è stata meno marcata della media nazionale: il peso dei servizi privati e pubblici, la ridotta propen-sione all’export, la rilevanza delle produzioni su commessa pluriennale e l’elevata anzianità media della popolazione hanno ritardato la sensibilità al ciclo dell’economia locale. Nel 2010 questi stes-si fattori hanno tuttavia ostacolato l’aggancio della regione alla ripresa economica, contribuendo a una crescita più modesta e incerta rispetto al paese; secondo le informazioni disponibili, tale an-damento è proseguito nei primi mesi dell’anno in corso". Questa la sintesi dei dati economici presentati oggi in Camera di Commercio.

L’economia reale. – Nell’industria la produzione e gli ordini hanno proseguito nel lento percor-so di ripresa avviatosi nel secondo semestre del 2009; il loro livello è rimasto però sensibilmente inferiore rispetto al periodo precedente alla crisi. Sulla base dell’indagine svolta dalla Banca d’Italia presso un campione di imprese industriali aventi almeno 20 addetti, nel 2010 il fatturato è aumentato del 3,4 per cento a prezzi correnti e gli investimenti nominali sono cresciuti del 5,9 per cento. La dinamica produttiva è stata sostenuta dai settori ad alta tecnologia e da alcuni segmenti della metalmeccanica, mentre la cantieristica e l’impiantistica hanno risentito dell’esaurirsi di alcu-ne lavorazioni su commessa. Le esportazioni sono cresciute dell’1,9 per cento, in misura inferiore alla media nazionale e in netto rallentamento rispetto all’anno precedente. Nel comparto delle costruzioni l’attività è rimasta debole. L’edilizia residenziale ha continua-to a trovare sostegno nelle ristrutturazioni; le compravendite di immobili sono aumentate del 5,4 per cento e i prezzi hanno registrato un leggero incremento (0,8 per cento). Sono stati avviati al-cuni lavori pubblici; per altri la fase progettuale ha registrato avanzamenti, anche se l’avvio delle maggiori opere, finora solo parzialmente finanziate, continua a soggiacere a ostacoli e incertezze.

Il traffico di merci presso i porti liguri è aumentato dell’8,3 per cento e quello dei container ha registrato una ripresa del 16,7 per cento, tornando su livelli prossimi a quelli antecedenti la cri-si. L’incremento dei volumi trasportati si è riflesso solo parzialmente sui noli, a causa dell’ampia capacità di carico esistente. È ancora cresciuto il movimento dei passeggeri (5,1 per cento), grazie al buon andamento del comparto crocieristico. Nel primo semestre del 2010 le vendite del settore commerciale si sono ridotte dell’1,1 per cento, risentendo della contrazione del reddito disponibile delle famiglie; la flessione si è concen-trata nella piccola distribuzione tradizionale e nel segmento dei beni durevoli. Le giornate trascorse dai turisti presso le strutture ricettive liguri sono diminuite, come già nel biennio precedente; la flessione, dell’1,2 per cento, è dovuta alla componente domestica. Anche sul mercato del lavoro gli effetti più intensi della crisi si sono manifestati con ritardo 2 rispetto al paese. Nel 2010 il numero degli occupati si è ridotto dell’1,2 per cento, in misura più consistente rispetto all’anno precedente. La diminuzione, più marcata della media nazionale, si è concentrata nell’industria e nei servizi non commerciali. Come già nel 2009, la flessione occupa-zionale ha colpito in primo luogo la componente giovanile, che si è contratta sensibilmente, con-tribuendo quasi per intero alla diminuzione dei posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è au-mentato di 0,9 punti percentuali, attestandosi al 6,6 per cento; è rimasto inferiore alla media na-zionale, ma è tornato a superare quello delle regioni del Nord Ovest. Il ricorso alla Cassa integra-zione guadagni è cresciuto del 9,9 per cento, a causa dell’incremento degli interventi in deroga che ha più che compensato la riduzione degli interventi ordinari e straordinari.

L’intermediazione finanziaria. Il credito erogato dalle banche e dalle società finanziarie alle imprese, al netto di operazioni straordinarie e delle cartolarizzazioni, è aumentato del 3,4 per cen-to. Le principali determinanti della domanda sono state le esigenze di rimodulazione di posizioni debitorie preesistenti e le necessità di finanziamento del circolante, dovute anche al prolungarsi dei termini di pagamento commerciale. Dal punto di vista settoriale sono aumentati i prestiti al terziario e alle costruzioni; sono rimasti sostanzialmente stabili quelli destinati all’industria. I prestiti erogati alle famiglie consumatrici dagli intermediari bancari e finanziari sono au-mentati del 4,9 per cento. Tale andamento è ascrivibile all’espansione dei mutui per l’acquisto di abitazioni e delle aperture di credito in conto corrente. Più contenuta è stata la crescita del credito al consumo. I tassi di interesse sono rimasti nel complesso stabili: il lieve calo osservato nella prima parte dell’anno è stato compensato da una leggera crescita nei mesi successivi. Nell’ultimo trimestre del 2010 il tasso mediamente praticato dal sistema bancario alle imprese liguri sul credito a breve ter-mine si è attestato al 5,9 per cento, quello sui prestiti a medio e a lungo termine al 3,3 per cento. Il TAEG applicato alle nuove operazioni non agevolate finalizzate all’acquisto di immobili da parte delle famiglie consumatrici è stato pari al 3,0 per cento.

La qualità del credito bancario ha risentito dell’andamento ancora incerto del quadro con-giunturale. Nel settore produttivo il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti ha accelera-to al 2,1 per cento; per le famiglie consumatrici, invece, l’indicatore si è ridotto allo 0,8 per cento. In entrambi i casi il dato regionale è risultato inferiore rispetto alla media nazionale. I depositi di imprese e famiglie liguri si sono ridotti del 3,1 per cento. Il valore dei titoli a cu-stodia e amministrazione presso le banche è diminuito del 2,5 per cento; per le obbligazioni (sia bancarie sia ) e per i titoli di Stato tale dinamica ha risentito anche della flessione delle quotazioni indotta, tra l’altro, dalle tensioni sui mercati internazionali e dall’aumentata percezione, per l’Italia, del rischio-paeseSono invece cresciute le quote di fondi comuni di investimento e le gestioni patrimoniali. Come già negli anni precedenti, il documento include anche una sezione dedicata alla Finanza pubblica decentrata La pubblicazione comprende altresì diversi approfondimenti strutturali

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