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Eventi | 17 novembre 2025, 07:00

Dal fuoco primordiale alla magia del flambé: la straordinaria conferenza del GMR Gianfranco Tavanti al Grand Hotel Des Anglais

Al termine della relazione, la serata ha preso vita con una coinvolgente dimostrazione pratica

Una serata densa di storia, tecnica e grande fascino gastronomico quella che si è svolta sabato scorso al Grand Hotel Des Anglais di Sanremo, dove il Gran Maestro della Ristorazione, GMR Gianfranco Tavanti ha guidato il pubblico in un vero e proprio viaggio nel tempo: dalle prime scintille dell’uomo preistorico fino all’eleganza della cucina flambé, simbolo di spettacolarità, tradizione e alta professionalità di sala. 

Dalla scoperta del fuoco alla nascita della cucina

Il GMR Gianfranco Tavanti, ha aperto la sua relazione riportando i presenti a 35.000 anni fa, quando l’uomo, grazie alla sua intelligenza evolutiva, comprese che la carne cotta non solo era più sicura, ma anche più gustosa. Da quel momento nasce una cultura gastronomica destinata a trasformare la storia dell’umanità.

Le corti europee e l’arte della tavola

Il percorso prosegue nelle corti europee, dove il cuoco diventa figura centrale e quasi sacra. Tavanti ha ricordato la vicenda di François Vatel, un famoso cuoco e maestro di cerimonie francese del XVII secolo, noto per la sua dedizione e la tragica morte durante un banchetto per Luigi XIV, che si tolse la vita per il ritardo del pesce richiesto per il banchetto reale: un gesto estremo che testimonia quanto il ruolo della cucina fosse considerato fondamentale. (da vedere il film: Vatel con Gerard Depardieu). Nello stesso periodo si diffondono le prime forchette, introdotte dalle corti italiane e adottate poi da Caterina de Medici, anche se non "inventò" la forchetta, ne introdusse l'uso individuale alla Corte di Francia. rivoluzionando le abitudini della tavola e inaugurando la mise en place moderna. 

Montecarlo e la leggenda della Crêpe Suzette

Uno dei momenti più affascinanti è stato il racconto dell’origine della lampada flambé, la tradizione nacque proprio tra l’Hotel de Paris e il Café de Paris di Montecarlo, luoghi di charme e innovazione culinaria. Ed è lì che, nel 1895, accadde ciò che sarebbe diventato leggenda: un giovane e inesperto aiuto cuoco di quattordicenne Henry Charpentier, che per errore dovuta all’emozione, di servire il Principe del Galles (il futuro Re Edoardo VII), versò troppo liquore nella padella che prese fuoco, invece di rovinare il dolce, ne esaltò il sapore, creando una perfetta caramellizzazione. Nacquero così le Crêpes Suzette, la madre di tutti i piatti flambé. Il nome di “Suzette”, si narra  che fu proprio il Principe del Galles, che apprezzò entusiasticamente il piatto nato per errore, ma talmente buono, che lo battezzò con il nome della signora che lo accompagnava che si chiamava appunto “Suzette”. 

Il GMR ha ripercorso anche le tappe dell’evoluzione gastronomica attraverso tre figure chiave:
- Auguste Escoffier, famoso Chef francese, considerato il padre della cucina moderna che vedeva nelle salse l’essenza del piatto. Escoffier  “il cuoco dei re, il re dei cuochi”, aveva codificato e perfezionato le cinque salse madri, come base della cucina francese e italiana: la Besciamella, la Vellutata, la Espagnole,  la Sauce Tomate (salsa pomodoro) e la Hollandaise.
- Luigi Carnacina, collaboratore di Escoffier che lo assume nel 1920 come direttore nel suo “Restaurant de l’Ocean” di Ostenda in Belgio. Successivamente Carnacina diviene Maître d’Hotel e Direttore  Generale in alberghi d’Eurpa e in America. Di Carnacina il libro di gastronomia “La grande cucina” ed. Garzanti
- Pellegrino Artusi, che con il celebre volume scritto nel 1891  “La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”,  diede identità alla cucina italiana, descrivendo anche gli strumenti dell’epoca, come le sue magiche padelle a manico lungo.

Tra le due guerre mondiali la cucina flambé fu presa come simbolo di lusso in un’epoca di privazioni. Nei grandi alberghi e nei ristoranti di prestigio mostrare la tecnica flambé era un modo per mantenere un’immagine di eleganza e normalità nonostante il mondo fosse in trasformazione.  Il fuoco scenografico al tavolo dei clienti, diventava quasi un rito di evasione scaramantico, per far capire che il gusto e la raffinatezza non erano scomparsi Nelle crociere del primo Novecento il flambé era un rito immancabile. Tavanti, nella sua conferenza, riusciva a trasportare l’attento pubblico, (quasi) a rivivere quelle atmosfere, con il supporto di immagini, sino ad essere ospiti virtuali  sul famoso transatlantico “REX”, vincitore del Nastro Azzurro nel 1933, dove l’esibizione dei Maître alla lampada flambé era attesa quasi quanto gli spettacoli serali. 

Al termine della relazione, la serata ha preso vita con una coinvolgente dimostrazione pratica: i maestri del flambé Massimo Loramoretto e Quirico (Rico) Blonda hanno preparato dal vivo delle deliziose pesche flambé, utilizzando due lampade professionali. Le preparazioni sono state poi offerte a tutti i presenti, accolte con entusiasmo e calorosi applausi. Tra gli ospiti presenti anche il Console Provinciale dei Maestri del Lavoro, Cav. Uff. Salvatore Napoli e il Cav. Uff. Roberto Pecchinino

Un sentito ringraziamento è stato fatto alla Direzione del Grand Hotel Des Anglais per la splendida accoglienza e la disponibilità della sala, alla Vicepresidente Amelia Cimiotti (associazione Ars Longa di Ospedaletti), organizzatrice dell’evento, al direttore del Grand Hotel Des Anglais Paolo Madonia per l’attenzione e la collaborazione. Un grazie sincero Tavanti lo ha fatto a tutte le persone presenti e a Simone Giaccon per la contributo tecnico e per la conduzione della serata, che ha contribuito al successo della conferenza: “la Storia della Lampada Flambé”.

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