Nel cuore dell’entroterra ligure, incastonato tra le pieghe verdi della Val Nervia, il borgo di Buggio custodisce un’anima antica e silenziosa, fatta di pietra, tradizioni e sguardi discreti.
Tra le sue case in pietra e i vicoli stretti, dove il tempo sembra essersi fermato, si affacciano le vere protagoniste di questo racconto: le gatte e i gatti di Buggio, creature eleganti e misteriose che osservano il mondo da dietro le imposte socchiuse, come sentinelle di un tempo sospeso.
La loro presenza è diventata nel tempo quasi simbolica, tanto da ispirare versi e racconti, come questa filastrocca che li celebra con affetto e ironia, rendendo omaggio alla loro indole fiera e alla loro capacità di rendere ogni angolo del borgo un piccolo teatro di bellezza.
La filastrocca
I gatti di Buggio stanno alla finestra
se li guardi si mettono in posa
non temono le forre del Nervia o la Tenarda
essi vivono sopra ogni cosa hanno sangue nobile e tempra gagliarda.
I gatti di Buggio stanno alla finestra
la preferiscono all'ombra del caruggio
si dedicano alla routine e alla toilette
dormono e mangiano ad ore fisse
muovono la coda, un orecchio o le vibrisse.
I gatti di Buggio stanno alla finestra
non hanno topi per la testa
salutano con creanza ogni turista
e la sera, quando c'è solo il fiume a cantare
una trapuntina di sguardi accesi
illumina ogni angolo del focolare.














