“Scuola: e se l’educazione civica si ispirasse ai doveri e alla gentilezza come nel primo Novecento? Proprio in questi giorni del rientro a scuola ho fatto una scoperta che mi ha ispirato alcune riflessioni ‘civiche’ che riporto. Chissà che agli insegnanti ed educatori possa ispirare qualche azione che lascia un segno". Ad intervenire con una riflessione sull’argomento è Mara Lorenzi, medico ed ex Consigliere a Bordighera che spiega: "Durante una conversazione che aveva evocato i suoi nonni, la mia amica Luisella esibí alcuni cimeli. Pagelle scolastiche dell’inizio del Novecento che tra le materie dell’esame di terza elementare elencavano ‘Diritti e Doveri’. E aggiornamenti mensili per i genitori, che mostravano come i comportamenti degli alunni erano valutati nelle categorie Studio, Condotta, e ‘Gentilezza’." (foto in basso)
"Doveri, Gentilezza… Fummo travolte da un attacco di nostalgia per un tempo e un mondo in cui questi ingredienti della vita civica sembravano avere valore. Tanto da essere insegnati a scuola. E insegnati nelle classi elementari, in tempo per far mettere radici a comportamenti che erano intesi improntare la vita. In realtà, non avendo vissuto in quella società non possiamo sapere se davvero gli insegnamenti arrivavano a plasmare la vita quotidiana. Ma sappiamo che la vita quotidiana di oggi beneficerebbe di un’immissione di principi e comportamenti capaci di renderla meno egoista e violenta. L’egoismo è sotto gli occhi di tutti, iniziando da come vengono abbandonati i rifiuti e parcheggiate le automobili. La violenza è negli orecchi di tutti, manifestata e istigata dal pervasivo e minaccioso turpiloquio che si coglie camminando tra la gente; e che non fa salvo il fratello, la compagna, il socio, l’insegnante….Per poi arrivare agli estremi riportati sui giornali nella cronaca nera e anche nella cronaca politica; estremi da cui chi ha capacità di osservazione della vita quotidiana e onestà intellettuale non può essere troppo stupito".
"Ricostruire da dove nascono l’egoismo e la violenza del mondo attuale e come curarli è complesso. Ma ALLENARE i bambini alla gentilezza e all’esercizio dei doveri già avrebbe ricadute curative. La gentilezza è un moltiplicatore di benessere personale e sociale, perchè quel sorriso, parola, gesto che senza essere dovuto ti viene offerto per farti sentire apprezzato e appoggiato, evoca gratitudine che a sua volta seminerà gentilezza e altre pratiche amichevoli. E i doveri? Oggi si parla quasi soltanto di diritti, che sono pilastri fondamentali della società democratica, ma senza realizzare che i diritti non avranno le ricadute sperate se non vengono praticati i doveri connessi. Lo diceva Giuseppe Mazzini nel suo ‘Dei Doveri dell’Uomo’, e lo dice iterativamente la nostra Costituzione. A partire dall’art. 2 che garantisce i diritti inalienabili dell’uomo, ma richiede l’adempimento di doveri inderogabili di solidarietà. L’art. 4 è chiarissimo: riconosce il diritto al lavoro, ma subito dopo sancisce il dovere del lavoro perchè solo se i cittadini concorreranno al progresso della società, quel progresso diventerà una realtà di cui ognuno avrà il diritto di godere".
"Per tutte le competenze, la pratica è maestra imprescindibile. Come succede per uno sport, anche per imparare a praticare la gentilezza, la solidarietà, e i doveri servono esercizio e allenamento. E magari anche un pò di competitività, tutti strumenti che piacciono ai bambini e ai ragazzi. Si tratta di accettare la scommessa che l’impegno a costruire queste competenze può aumentare la felicità individuale e collettiva”.
















