C’è stato un momento, nella lunga e intensa notte dell’One Night Summer Hits, in cui il tempo a Pian di Nave ha rallentato. Sul palco è salita Yana C, e con lei una voce che non si limita a cantare, ma che sembra raccontare storie, svelare emozioni, tessere un legame diretto con chi ascolta. In pochi minuti, l’artista ha trasformato una piazza festosa in un coro unico, capace di ballare e cantare insieme, seguendo il ritmo e l’energia che solo un talento autentico può trasmettere.
Non è un caso che sia stato il direttore artistico Giuseppe Grande a volerla fortemente in questa edizione. La sua è una di quelle presenze che lasciano un segno: intensa, ma mai sopra le righe; potente, ma capace di sfumature delicate. Yana C non arriva dal nulla. Corista di Elodie e di Damiano David, ex frontman dei Måneskin, Yana è anche la voce che ha dato vita all’ultimo adattamento cinematografico de La Sirenetta.
Eppure, ieri sera a Sanremo, non erano i nomi altisonanti a definirla, ma il modo in cui è riuscita a prendere possesso del palco e a farlo suo. Il suo sguardo, i movimenti, la padronanza scenica, tutto raccontava un’artista consapevole, ma anche profondamente connessa con il momento.
"Un onore essere qui – ha dichiarato – uno scambio di energie pazzesco. Adesso sono concentrata sul mio progetto, sulle mie canzoni". Parole semplici, che però rivelano una direzione chiara: la voglia di scrivere la propria storia, di dare forma e suono a un mondo musicale personale.
Se il One Night Summer Hits è, come spesso si dice, un palco che sa unire grandi nomi e nuove scoperte, Yana C ne è la dimostrazione vivente. La sua esibizione a Sanremo non è stata solo un momento di spettacolo, ma il frammento di un percorso artistico che merita di essere seguito, perché certe voci non si limitano a riempire l’aria: restano, e risuonano.
























