Preg.mo Direttore,
Sono un operatore ricettivo di Sanremo, e ho letto il vostro articolo del 12 Luglio sull'incremento della imposta di soggiorno approvato dalla commissione finanze del Comune di Sanremo. Innanzitutto una verità incontrovertibile: la tassa di soggiorno aumenta il costo del pernottamento per il turista. E Sanremo non è solo hotel 5 stelle, ma soprattutto attivitá ricettive medio piccole o micro, i cui ospiti risentono non poco di questo trend al rialzo.
Qualunque riflessione strutturata deve tener conto dei numeri reali dell'industria turistica sanremese. Dai dati forniti da parte dell’Osservatorio Turistico Regionale, osserviamo come gli arrivi nelle strutture turistico ricettive di Sanremo in tutto il 2023 siano stati 317.729, e come le presenze invece siano state 781.806. Cosa ci dicono questi numeri? Che la permanenza media dei turisti a Sanremo è pari a 2,46 giorni.
Aumentare la permanenza media del turista sul territorio anche solo di un giorno significa far crescere dati economici e occupazione nel territorio. Per aumentare il numero di notti di permanenza occorre aumentare l'attrattiva della destinazione, non aumentare la tassa di soggiorno.
I vecchi amministratori della città di Sanremo si guardarono bene dall'introdurre l'imposta di soggiorno, in un epoca in cui la permanenza media del turista si attestava ben oltre le 5 notti, un dato doppio rispetto a quello attuale. Altri Comuni con meno appeal turistico di Sanremo lo fecero, ma Sanremo, saggiamente, si astenne dal mettere imposte sul soggiorno dei turisti.
Le giunte comunali sanremesi di più recente nomina invece hanno inteso andare in senso contrario, introducendo la tassa di soggiorno inizialmente solo durante estate e periodi di alta stagione, per poi, una volta vista la convenienza per le casse comunali, introdurla anche in bassa stagione quando la sensibilità al prezzo del turista è più elevata, vale a dire nei periodi in cui i visitatori guardano l'euro in più o in meno prima di scegliere una destinazione per il loro soggiorno.
Chi scrive non comprende come un ente locale ricco come il Comune di Sanremo, con un budget che credo superi i 130 milioni di euro annuali, non sia in grado di affidarsi a professionisti esterni che sappiano ringiovanire il brand, guardare come si fa in altre parti d'Italia e all'estero, inventare nuove manifestazioni, trattare da pari a pari con Rai e concorrenza Rai per l'affidamento della gestione del Festival di Sanremo e manifestazioni collegate.
D'altro canto, se il Comune di Sanremo in passato si è avvalso della collaborazione di professionisti per progettazione di opere quali il Palafiori, Area24, restyling Porto Vecchio, parcheggio sotterraneo di piazza eroi Sanremesi, perché non farlo anche per riprogettare il marchio 'Sanremo' e dare alla città una visione proiettata negli anni a venire, che non tenga solo conto delle clientele e dei tornaconti dei politici del momento?
E non me ne voglia l'assessore Regionale al Turismo, ma l'ennesimo portale regionale cui ci obbligate periodicamente ad iscriverci, che non da nessun tipo di ritorno in termini di aumento di prenotazioni o visibilità su internet, non pare un'iniziativa degna di una regione a vocazione turistica quale è la Liguria. Se l'intenzione dell'assessore era bypassare la visibilità e la posizione dominante sul mercato di intermediari turistici come Booking.com, e portare la gente a contattare direttamente le strutture ricettive, l'obiettivo non è stato raggiunto. A chi scrive pare che serva ben più di qualche stand strapagato alle fiere del turismo e un portale internet di cui nessuno sospetta l'esistenza. Occorre un marchio, pubblicità, campagne di promozione turistica diverse da quelle portate avanti fino ad oggi, e sicuramente ripensare il meccanismo dell'imposta di soggiorno.
Lorenzo Valcelli".












