Potrebbe essere un collegamento “ad anello” la soluzione più concreta per garantire un’alternativa viaria tra Taggia e Riva Ligure, durante la nuova chiusura del ponte sull’Argentina prevista dal 1° settembre. È una delle ipotesi emerse nel corso del vertice che si è tenuto mercoledì tra Regione Liguria, i Comuni coinvolti e Amaie Energia: un confronto serrato, dove il tema del percorso alternativo ha tenuto banco.
Le carte sono sul tavolo, ma nessuna è ancora stata calata. Ogni opzione dipende infatti dall’evoluzione del primo lotto di lavori, in fase di avanzamento. Ma gli enti locali, insieme ai tecnici, sono già all’opera per verificare la fattibilità delle ipotesi, che dovranno ora essere sottoposte ai diversi soggetti competenti per le valutazioni finali. L’obiettivo dichiarato: avere il progetto esecutivo entro metà luglio, per non farsi trovare impreparati alla scadenza di settembre.
Tra le alternative analizzate, è tornata in auge anche la famigerata passerella, proposta già circolata nei mesi scorsi ma finora rimasta sulla carta. Secondo quanto trapelato, però, i tempi tecnici per la realizzazione sembrerebbero troppo stretti. Più percorribile appare dunque la soluzione “ad anello”, un tracciato che si ricongiungerebbe al ponte in prossimità dello stadio Sclavi, a Taggia. Anche in questo caso servirebbero opere strutturali, ma i margini di intervento sarebbero più concreti.
Il confronto tra le parti continuerà giovedì prossimo, questa volta in Regione, per un nuovo vertice che potrebbe sancire la scelta definitiva.
Intanto, c’è una certezza che ha messo tutti d’accordo: la demolizione del vecchio ponte è inevitabile. Un passaggio obbligato per la messa in sicurezza dell’infrastruttura, come ha più volte ribadito il sindaco Mario Conio. Un’esigenza che si carica di ulteriore urgenza alla luce degli eventi climatici estremi degli ultimi giorni, come l’alluvione che ha colpito Bardonecchia e causato la morte di una persona dopo l’esondazione del torrente Frejus.
Il progetto in corso sull’Argentina punta proprio a prevenire simili catastrofi, ma resta appeso a due grandi interrogativi: l’individuazione di un percorso alternativo credibile e la gestione della rete fognaria, altro nodo tecnico ancora aperto.
Tutte le attenzioni sono ora puntate sull’appuntamento della prossima settimana a Genova. La speranza è che dal confronto tra Comuni, Regione e Amaie possa arrivare finalmente una risposta operativa, chiara e condivisa. Ma il tempo stringe, e settembre è dietro l’angolo.