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Politica | 16 dicembre 2022, 09:44

Pieve di Teco, quale futuro: l'opposizione consiliare non ha dubbi "Bisogna aprire un Istituto Tecnico Turistico"

“Bisogna offrire una prospettiva ai giovani. Ci vogliono le opportunità per restare e gli incentivi e le comodità per chi desidera tornare a vivere in un piccolo borgo"

Pieve di Teco, quale futuro: l'opposizione consiliare non ha dubbi "Bisogna aprire un Istituto Tecnico Turistico"

“Pieve di Teco è un borgo storico le cui grandi potenzialità rappresentano il futuro di coloro che lo abitano. Un centro storico è senza dubbio meta di interesse e di attrazione turistica e Pieve non ha nulla da invidiare ad altri centri storici della Liguria. A partire dal 2000, il numero dei residenti è pressoché stabile ed il numero delle nascite risulta in aumento, indice evidente di più famiglie giovani”.

Sono le parole di Renzo Brunengo, Alessandro Belmonti, Camilla Molinari del gruppo consiliare di opposizione ‘Pieve Bene Comune’, che proseguono: “Quali sono le cose giuste da fare? Da dove si può cominciare? Una visione che guarda al futuro parte dall’attenzione per la scuola, da quella importantissima dell’asilo nido  per arrivare ad offrire una scuola superiore  che possa permettere uno sbocco lavorativo proprio sul nostro territorio”.

“La scuola di Ragioneria ha svolto un ruolo molto importante a partire dagli anni ‘70, ora esaurito. La recente istituzione del liceo scientifico non ha dato alcun risultato. La nostra analisi ci porta a dire che se la prospettiva di Pieve e della Valle Arroscia è il turismo, la scuola non può che essere di questo orientamento. La nostra proposta è per l’istituzione di un Istituto Tecnico Turistico. Il diploma di Istituto Tecnico Turistico si ottiene dopo 5 anni di scuola durante i quali si studiano varie materie specifiche che permettono di acquisire un buon bagaglio di competenze relativo alla valorizzazione del patrimonio culturale di un territorio. Vogliamo sottolineare che anche i prodotti dell’agricoltura di montagna, una agricoltura eroica, che preserva e permette di tramandare il paesaggio, sono beni culturali prima ancora che agroalimentari. Questi sono i punti di forza”.

“Bisogna offrire una prospettiva ai giovani. Ci vogliono le opportunità per restare e gli incentivi e le comodità per chi desidera tornare a vivere in un piccolo borgo. Tutte le potenzialità bisogna farle emergere e la sinergia virtuosa tra pubblico e privato, in sintonia e concorso con i Comuni della Valle, sono l’unico modo per vincere la sfida”.

Redazione

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