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Economia | 24 agosto 2022, 07:00

Il social housing come risposta alla disuguaglianza sociale

Il settore immobiliare si arricchisce ogni giorno di nuove interessanti soluzioni, che vengono spesso trainate dalle dinamiche esigenze di una società in costante mutamento e dai nuovi trend economici.

Il social housing come risposta alla disuguaglianza sociale

Il settore immobiliare si arricchisce ogni giorno di nuove interessanti soluzioni, che vengono spesso trainate dalle dinamiche esigenze di una società in costante mutamento e dai nuovi trend economici. Tra le proposte certamente più interessanti oggi c’è il social housing, una forma di edilizia che si posiziona come combinazione di una tradizionale edilizia popolare e di nuove forme di affitto a canoni calmierati.

La nascita del social housing si deve alle problematiche tipiche della nostra epoca, come ad esempio una crisi economica sempre più evidente e che coinvolge fette sempre più ampie di popolazione. Se un tempo le iniziative di edilizia popolare erano rivolte principalmente a chi aveva un reddito basso o addirittura nullo, oggi esiste una vasta fascia di popolazione che, pur avendo un reddito, fatica ad avere accesso a un’abitazione ai normali prezzi di mercato.

Solamente in Italia si stima che siano circa 5 milioni le famiglie che fanno concretamente fatica a richiedere mutui per l'acquisto di una casa o a permettersi un affitto ai canoni di locazione normalmente fissati dalla legge della domanda e dell’offerta. Il social housing va proprio incontro a queste nuove esigenze, cercando di rispondere attivamente all’emergenza abitativa e, al contempo, di puntare su un’edilizia ad elevata efficienza energetica e di favorire un’idea di condivisione difficile da ottenere in altri contesti.

Social housing: come funziona esattamente

Il social housing riguarda generalmente le case concesse in locazione permanente, che sono assegnate a chi ha diritto ad abitarvi attraverso contratti della durata di 4 anni più 4, come avviene nella normale edilizia residenziale. I meccanismi di funzionamento del social housing sono quindi simili a quelli della locazione tradizionale, con la differenza che si basa su principi di solidarietà sociale e che il canone previsto non può superare il 30% del reddito percepito dall’inquilino.

Se dell’edilizia popolare potevano beneficiare solamente coloro i quali avevano un reddito veramente basso o inesistente, al social housing può accedere anche chi non avrebbe i requisiti per vedersi assegnata una casa popolare, ma non può comunque permettersi un affitto ai prezzi di mercato.

Una piccola rivoluzione, che si rivolge a un pubblico decisamente eterogeneo. I fruitori dell’housing sociale sono infatti sia le famiglie, che anche le giovani coppie, i lavoratori con contratti precari, gli studenti fuori sede, gli immigrati o gli anziani che non sono più economicamente autosufficienti.

Un’innovazione con numerosi vantaggi

Il social housing si propone innanzitutto di appianare le disuguaglianze abitative e permettere al maggior numero possibile di persone di avere accesso a un’unità abitativa dignitosa, senza sacrifici insormontabili dal punto di vista economico.

Tra gli scopi della costruzione di abitazioni destinate al social housing c’è anche la realizzazione di spazi di condivisione, al chiuso o all’aperto, che i residenti possano sfruttare per socializzare, incontrarsi innescare proficui scambi e interazioni che cancellino le barriere e fungano da arricchimento per tutti gli interessati.

Le case che vengono immesse nel circuito del social housing sono inoltre tendenzialmente unità ad alta efficienza energetica, che compattano i consumi favorendo al contempo una più spiccata sostenibilità ambientale delle utenze domestiche. Per chi si muove nel comparto immobiliare quindi il social housing è una reale opportunità di business, mentre per chi si trova in difficoltà è un aiuto spesso indispensabile.

I protagonisti del social housing

Le grandi città italiane, come Milano, sono tra quelle più coinvolte dai progetti di social housing. Metropoli fiorente e sempre in fermento, il capoluogo lombardo è soggetto alle criticità e alle problematiche tipiche dei grandi centri urbani, uno su tutto l’emergere di marcate disuguaglianze sociali.

Molte situazioni richiedono l’intervento sia dei soggetti pubblici, che dei protagonisti privati del mercato, per trovare soluzioni efficaci e durature, soprattutto a tematiche complesse come quelle della casa. Tra i progetti sul territorio più produttivi di risultati c’è senza dubbio quello del Fondo Ca’ Granda, gestito da InvestiRESGR e sviluppato grazie all’apporto del patrimonio immobiliare residenziale della Fondazione IRCCS Ca’ Granda.

Oltre a fornire nuove abitazioni destinate al social housing, l’attività del Fondo, attraverso la valorizzazione del restante patrimonio immobiliare, sta contribuendo a finanziare la costruzione del Nuovo Ospedale Policlinico, il più grande e moderno ospedale nel centro di Milano.

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