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Attualità | 08 marzo 2022, 07:11

Imperia: nuovi codici di accesso al pronto soccorso, Acquarone "Ridotti i tempi di attesa, servono più personale e più posti letto"

Ad una settimana dall'entrata in vigore del protocollo abbiamo fatto il punto con il direttore del pronto soccorso del capoluogo: "Al lavoro per migliorare il servizio, ma anche per potenziare l'osservazione breve intensiva"

Imperia: nuovi codici di accesso al pronto soccorso, Acquarone "Ridotti i tempi di attesa, servono più personale e più posti letto"

Sono entrati in vigore il 1° marzo scorso i nuovi codici colore, passati da quattro a cinque in relazione ai livelli di priorità, per i pazienti che accedono al pronto soccorso.

Secondo le nuove linee guida il codice rosso indica emergenza, interruzione o compromissione di una o più funzioni vitali e l’accesso deve essere immediato; poi seguono l’arancione, anche questo indica urgenza, rischio di compromissione delle funzioni vitali, l'obiettivo prefissato è l'accesso entro 15 minuti, l’azzurro, urgenza differibile, condizione stabile senza apparente rischio evolutivo che solitamente richiede prestazioni complesse, l'obiettivo prefissato è l'accesso entro 60 minuti. Infine si collocano il codice verde - urgenza minore, condizione stabile senza rischio evolutivo che solitamente richiede prestazioni diagnostico terapeutiche semplici mono specialistiche, l'obiettivo prefissato è l'accesso entro 120 minuti- e bianco, non urgenza, con accesso entro 240 minuti.

Ad una settimana dall’entrata in vigore dei nuovi codice colore abbiamo fatto il punto con il dottore Luca Acquarone, direttore del pronto soccorso dell’ospedale di Imperia, il quale al nostro giornale ha dichiarato che “siamo ancora in rodaggio. È stato un passaggio un po’ ‘precipitoso’ perché purtroppo l’emergenza covid non ha consentito di fare tutti i passi con la dovuta attenzione e calma per un progetto partito nel 2019 dove poi, a causa della pandemia, a livello generale non si è riusciti a seguire in maniera regolare la tabella di marcia, ma comunque siamo stati in grado di mettere in atto il nuovo protocollo che ci permette di stratificare e ridurre al meglio la tempistica delle visite per i pazienti”. 

Confrontando gli ultimi tre giorni, in cui erano in vigore i precedenti codici, con i primi tre del nuovo modello, sono stati assistiti 266 pazienti dal 26 al 28 febbraio e dalle 7 dell’uno marzo al 3 marzo ben 257. Dal 26 al a 28 febbraio ci sono stati 10 codici rossi, 86 gialli, 157 verdi e 13 bianchi mentre dal 1 al 3 marzo 10 rossi, 62 arancioni, 83 azzurri, 104 verdi, 10 bianchi e 4 codici gialli che provenivano dalla notte precedente. 

“La riclassificazione da 4 a 5 codici, prosegue il direttore del pronto soccorso, ci permette una ridistribuzione più precisa dei codice gravità da assegnare e la priorità della visita. L’urgenza viene stabilità al triage mentre la gravità, è un altro fattore che viene stabilita dai medici durante la visita. Ci possono essere pazienti meno ‘urgenti’ ma con una situazione più complicata che presentano maggiori necessità di ricoveri rispetto ad altri. Questa modifica dei nuovi codici, chiosa il direttore, ci consente di fare qualche errore in meno sulla velocità su cui devono essere visitati i pazienti, ma per risolvere davvero il problema delle code e delle liste di attesa, o la gestione del numero pazienti, occorre assumere più personale e aumentare i posti letto”. 

Le variabili che influiscono ogni giorno sul pronto soccorso sono tre e riguardano l’afflusso, ossia quanta gente arriva per essere assistita, le operazioni d cura e poi le dimissioni o l’eventuale ricovero. In quest’ottica si inserisce anche l’Obi, l’osservazione breve intensiva. “Sono dei posti letto, dichiara Acquarone, che gestiamo noi, non è un vero e proprio reparto ma teniamo in osservazione un paio di giorni i pazienti per poi metterli in condizioni di essere dimessi. Siamo lavorando per il potenziamento di questa struttura anche per non avere sovraffollamento nei reparti e lunghe attese per il ricovero. Potenziarla, e Alisa e Asl 1 si stanno concentrando proprio su questo, può fare tanto”. 

Gestire e lavorare all’interno di un pronto soccorso non è certo facile. Anzi in alcuni giorno può essere un’impresa ardua anche perché oltre alla mole di lavoro e alla delicatezza delle situazioni sanitarie che si incontrano si deve anche fare i conti con i pazienti provati dalle ore di attesa. Nel 2021 sono stati ben 34 mila e 955 e il picco vi è stato il 13 dicembre con 122 pazienti mentre la media giornaliera è tra i 90 e 95. Su ogni turno ci sono 2 medici e un altro medico è di guardia all’Obi per mezza giornata. Nella restante parte il personale in servizio si fa carico anche dei pazienti all’Obi. E sempre su ogni turno ci sono sei, e quando si riesce anche sette, infermieri. Questi numeri sono di certo esigui rispetto al numero di pazienti che ogni giorno si reca al pronto soccorso ed è per questo che la speranza del direttore è che si proceda al più presto alle assunzioni di nuovo personale. 

“Sono stato anche io paziente, dice in conclusione, e capisco quanto sia snervante l’attesa con il dubbio di avere qualcosa di grave o comunque avere dolore e stare male. Il problema del pronto soccorso è che si fa fronte a un numero elevato, ma molto  elevato di pazienti rispetto al numero di personale.  La condizione ideale sarebbe un medico e un infermiera per ogni paziente, ed è per questo che siamo costretti a fare delle scelte dove poi la quantità di errore che facciamo è veramente bassa, e vi è comunque la percezione che non si faccia abbastanza per chi sta male. Giustamente chi sta male si sente l’unico che ha bisogno di assistenza, in molti poi quando entrano si rendono conto degli sforzi del personale per  cercare di porre un argine al fiume di gente che arriva. Il pronto soccorso, conclude, è una delle strutture più complicate nelle quale si possa lavorare. Ci vuole tanta empatia per chi attende ma, ci vuole anche tanta empatia verso il personale sanitario. È inoltre, una delle strutture meno  ambite perché è una delle più difficile in cui lavorare".

Angela Panzera

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