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Attualità | 28 febbraio 2022, 07:14

Sanremo può candidarsi come città per i ritiri invernali delle società sportive? Faraldi: “Servono le strutture, il Palazzetto dello Sport ci aiuterà”

La location e il clima sarebbero grande attrazione per mezza Europa, ma serve un passo avanti dal punto di vista logistico

Il campo da rugby di Pian di Poma

Il campo da rugby di Pian di Poma

Ormai non è più una rarità, Sanremo riscalda con il suo clima mite residenti e turisti anche in pieno inverno. A febbraio stiamo vivendo giornate primaverili e la fantasia non può che viaggiare al possibile ritorno turistico di condizioni meteo uniche per il Nord Italia.

Se i vacanzieri dimostrano già ampiamente il loro apprezzamento, così come fanno tutti i protagonisti di un Festival ormai ben acclimatato sopra i 15 gradi, manca ancora all’appello una fetta di flusso turistico tutta da conquistare: quello delle società sportive alla ricerca di una sede per i loro ritiri invernali. Qualcuno ha già scelto la Riviera per stage o allenamenti, come la Nazionale Under18 di Rugby o il Centro Nuoto Torino, ma l’obiettivo dev’essere quello di mettere a sistema un’offerta capace di superare anche i confini nazionali.

Nelle discipline più disparate, le competizioni sportive del Centro e Nord Europa osservano una lunga pausa invernale che va da dicembre a febbraio inoltrato. Molte sono le società che cercano ogni anno località capaci di accoglierle per allenamenti al caldo e Sanremo non può pensare di rimanere fuori dal giro. Negli anni si è visto qualche esperimento, ma nulla più.

Cosa manca per essere competitivi? “Il Palazzetto dello Sport sarà il primo passaggio in quella direzione - risponde Giuseppe Faraldi, assessore a Turismo e Sport - al momento l’unica struttura idonea è il campo di atletica, mentre in futuro con il Palasport e, ad esempio, un campo dal calcio in buone condizioni, si potrebbe seguire quella strada e proporci a squadre europee che hanno la lunga pausa invernale. È una prospettiva interessante, ma serve un adeguamento e un lavoro sulle strutture”.

Pietro Zampedroni

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