Un nostro lettore, Claudio Riva, ci ha scritto per applaudire alla giovane Gaia Curcio, che ci aveva scritto affrontando il problema dei migranti a Ventimiglia:
“Perché é rarissimo che queste problematiche vengano affrontate da rappresentanti di questa giovane generazione di italiani. Che altri giovani la prendano ad esempio e si uniscano a lei: é ora che diventiate grandi, più di noi si spera. La situazione in cui si trova la città di Ventimiglia é esempio di quanto poco rispetto e amor patrio noi italiani abbiamo, ventimigliesi compresi, naturalmente. Non esiste nazione civile al mondo che, rassegnata ed impotente, accetti di essere sfregiata nei suoi decori, violentata nella propria identità e sbeffeggiata nella dignità. L'Italia siamo noi ed é colpa nostra se siamo arrivati al punto di non essere più padroni a casa nostra e di aver paura della nostra ombra. Prendiamo ad esempio i cugini francesi, ogni cittadino é ‘patriote et compatriote’ e tutti insieme sono la Francia e rispettano e fanno rispettare a tutti la loro storia, i loro territori, le loro regole finanche le ‘loro’ ricette, vedasi la carbonara con la panna. Manca unità tra noi italiani, non c'è rispetto reciproco e nemmeno per il bene pubblico, non esiste senso civico e di norma ce ne freghiamo gli uni degli altri. Non abbiamo identità nazionale e non crediamo in noi stessi ed é chiaro che non siamo rispettati perché noi per primi non lo facciamo. Non siamo coesi e quindi chiunque ci vince facilmente, a partire da chi di noi é là per decidere di noi. Ventimiglia é grandiosa e fiera di sé nella propaganda politica durante le varie inaugurazioni anche per un porto che non é nemmeno suo eppure, superba com'è, non ha trovato ancora il modo di liberarsi dall'assedio dei migranti, soffocante e mal sopportato; ridando ai suoi cittadini sicurezza, attività, lavoro e fiducia nelle istituzioni. Qui qualche cosa non va! Io penso che adesso sia doveroso che i ventemigliusi si incazzino... e non solo i migranti”.