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Al Direttore | 20 maggio 2024, 15:32

Divieti 'musicali' nelle chiese della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, il pensiero della lettrice Isabella

Divieti 'musicali' nelle chiese della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, il pensiero della lettrice Isabella

La nostra lettrice, Isabella Podda, commenta il parere di Andrea sui divieti promulgati dalla Diocesi, in relazione alla musica nelle chiese:

“Leggo con sconcerto la segnalazione di Andrea in merito al ‘divieto’ da parte di S.E. Mons. Antonio Suetta, Vescovo di Ventimiglia-Sanremo, di ‘cantare’ durante la celebrazione della Santa Messa. Mi trovo molto d'accordo con l'attenta analisi del lettore, e anch'io deploro un ‘provvedimento’ di questo genere che contribuirà a far allontanare dalla nostre Chiese ancora più fedeli, specialmente i più giovani. Contrariamente all'apprezzamento di Andrea, io non arrivo a dire che questo ci fa ritornare al "Medioevo", anche perché nel Medioevo e nel Rinascimento, in particolare a partire dal Concilio di Trento del 1545 che poi ha portato all'elaborazione del Messale di San Pio V rimasto in vigore fino al 1962 (anzi formalmente tuttora in vigore come ‘forma straordinaria’ dell'Unico Rito della Santa Messa), durante la Santa Messa sono sempre stati eseguiti dei canti con la partecipazione dei fedeli. Da nessuna parte c'é scritto o é mai stato scritto che viene autorizzato solo il suono dell'organo e che é proibito ogni altro genere di ‘canto’. Quindi questo provvedimento ci fa tornare molto più indietro che all'epoca del Medioevo citato da Andrea. Ricordo al Vescovo che Sant'Agostino aveva scritto che ‘il cantare é proprio di chi ama’, da cui la massima spesse volte citata ‘chi canta prega due volte’. Ricordo anche molti Papi nella storia sono stati se non insigni musicisti quantomeno ‘amanti’ del canto liturgico, in epoca recente San Giovanni Paolo II incise addirittura un disco e Papa Benedetto XVI, da poco scomparso, é stato un pianista di pregevole qualità le cui Celebrazioni erano sempre arricchite da canti, proprio nello spirito - come Papa Benedetto scrisse in un suo libro - di ‘cantare al Signore un canto nuovo’. Tornando indietro nel tempo, Benedetto XIV aveva pubblicato addirittura un'enciclica sulla musica sacra nel 1749, e San Pio X un ‘Motu Proprio’ sullo stesso tema nel 1903 prima di fondare la Scuola Superiore di Musica Sacra nel 1911. Benedetto XV, Pio XI, Pio XII e San Giovanni XXIII furono quanto a loro dei grandi conoscitori di musica sacra, e anche di musica operistica. Segnalo anche che in Africa - qualsiasi sacerdote africano o missionario potrà confermarlo - le Celebrazioni eucaristiche sono sempre arricchite da canti che contribuiscono a manifestare la gioia del popolo di Dio che si raduna nel nome del Signore”.

Carlo Alessi

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