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Attualità | 13 luglio 2021, 12:11

Americo Pilati rimane in Federalberghi: "C'è ancora tanto da fare. Dobbiamo fermare le trasformazioni in seconde case"

Il presidente onorario regionale fa il punto della situazione: "Luglio sarà simile allo scorso anno ma a giugno abbiamo perso sei milioni di presenze. Agosto sarà da 'sold out' e confidiamo nel ritorno degli svizzeri a settembre e dei pullman stranieri a ottobre"

Americo Pilati rimane in Federalberghi: "C'è ancora tanto da fare. Dobbiamo fermare le trasformazioni in seconde case"

“E’ stata una lunga cavalcata che non è finita. Sono venuto in Liguria 41 anni fa e, da 40 anni sono in Confcommercio prima e Federalberghi poi, dove ho portato tante idee, negli anni in cui sono stato presidente prima provinciale e poi regionale”.

Sono le parole di Americo Pilati, presidente onorario di Federalberghi regionale, dopo le dimissioni a favore di Aldo Werdin e dopo la modifica dello statuto che consente all’imprenditore di Diano Marina di rimanere all’interno dell’associazione ligure. “Rimango – prosegue – anche per la mia esperienza e legare Regione e associazione ma rimarrò ancora 5 anni anche a Diano Marina, perché lo stimolo turistico rimane, per aiutare la zona a migliorare di anno in anno, esclusivamente per il bene degli ospiti”.

Pilati ha le idee ben chiare: “Non siamo al top e ci sono tante cose ancora da fare. Serve una spinta per il nuovo acquedotto e la pista ciclabile, senza dimenticare l’accesso al territorio tra strade, ferrovia e aeroporti. Senza questi aspetti non si può pensare di fare turismo seriamente”. L’imprenditore dianese e originario del Garda conferma di volersi battere per evitare la trasformazione degli alberghi in seconde case: “Lo farò affinchè le strutture continuino a vivere, perché le città turistiche che li perdono rischiano di vedere un netto diradamento di villeggianti. Servono aiuti in questi periodi difficili, magari con una eventuale detassazione. Impossibile pensare che la spina dorsale siano i campeggi e le seconde case, con tutto il rispetto di quel tipo di turismo. Le città costiere devono avere un numero cospicuo di alberghi, perché senza di loro non ci sarà più il ‘vero’ turismo”.

Con Pilati abbiamo anche voluto fare il punto della situazione turistica, dopo il calo del 35% del mese di giugno del 2019: “Non ce lo aspettavamo – ha detto – forse anche per i molti ponti. A luglio siamo partiti un po’ ad handicap, anche se alla fine sarà come il 2020 ma inferiore al 2019. Sicuramente il Covid ha generato un po’ di timore rispetto all’anno scorso e abbiamo registrato pochissimi francesi mentre sono spariti anche gli inglesi e i russi. Nel 2019 avevamo fatto 14 milioni di presenze, delle quali il 50% stranieri e, di questi il 30% arrivavano da Francia, Gran Bretagna e Russia. L’anno scorso abbiamo fatto 8 milioni di presenze, con il 35% di stranieri e questo conferma l’importanza di turisti che arrivano da fuori Italia e non solo dalle regioni limitrofe alla nostra. Luglio, che solitamente è un mese di stranieri, quest’anno mancano decisamente con la confusione che c’è in giro insieme alla paura della variante Delta. Sicuramente, in qualche modo il mese terminerà con risultati discreti ma, ovviamente, ora puntiamo la barra su agosto e settembre, sperando che non sia come l’anno scorso che dove sono risultati grandi assenti gli svizzeri ma anche ottobre, quando ci auguriamo che tornino i pullman di stranieri”.

Agosto, il mese clou dell’estate come sarà? “Siamo più o meno al 70% - risponde in merito Pilati – e sarà sicuramente difficile alla prima settimana, mentre molti preferiscono quelle successive. Dovremmo arrivare al ‘sold out’ sui livelli del 2019, una buona boccata d’ossigeno per tutti. Le spiagge fortunatamente sono piene e sono molti i turisti che non trovano spazio, visti i distanziamenti previsti dalle normative”.

E’ di ieri la notizia che arriva dalla Francia e che riguarda una serie di obblighi vaccinali che potrebbero essere immessi a breve. Cosa ne pensa Pilati? “La mia anima si divide in due su questo argomento. Innanzi tutto quasi tutti gli stranieri che vengono in albergo sono vaccinati e, questa è la cosa più importante. Sicuramente il ‘green pass’ è importante mentre tutto il resto tarpa le ali al turismo. La Francia non è certo da portare ad esempio, visto che nei tempi passati è stata meno serie di quanto noi pensavamo. Vedo bene Germania e Svizzera ma è importante che le cose rimangano così, con meno freni e paure. I clienti e gli operatori turistici si comportano bene, tra mascherine e distanziamenti. Non creiamo eccessivo terrore. Se i francesi si muovono meno bisogna chiederlo a Macron. I transalpini dovrebbero pensare principalmente alla vaccinazione come stiamo facendo noi”.

Carlo Alessi

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