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Attualità | 22 giugno 2021, 15:44

Ritrovamento di carcasse di cinghiali nell’imperiese: i risultati dei primi esami biomolecolari dell’Izsplv

Sui reperti dei primi sette cinghiali pervenuti sono già stati effettuati esami biomolecolari per la ricerca della ‘peste suina africana’, malattia virale che colpisce i suini e che comporta gravi conseguenze sanitarie ed economiche, ma che non rappresenta un rischio per la salute umana.

Ritrovamento di carcasse di cinghiali nell’imperiese: i risultati dei primi esami biomolecolari dell’Izsplv

Nel primo semestre di quest’anno alla sede di Imperia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta sono state conferite dai Servizi veterinari dell’ASL 1 Imperiese, dodici carcasse di cinghiali ritrovate nel territorio della provincia. Sette delle quali soltanto a giugno.

Sui reperti dei primi sette cinghiali pervenuti sono già stati effettuati esami biomolecolari per la ricerca della ‘peste suina africana’, malattia virale che colpisce i suini e che comporta gravi conseguenze sanitarie ed economiche, ma che non rappresenta un rischio per la salute umana. Le indagini effettuate hanno dato esito negativo. Sono in corso gli esami biomolecolari per escludere la presenza della peste suina africana anche sulle cinque carcasse pervenute negli ultimi giorni: i risultati saranno resi noti entro la fine della settimana. Non è ancora possibile esprimersi sulla presenza di eventi di mortalità anomala. Fatto sta che negli ultimi due anni si è riscontrato un aumento delle segnalazioni di ritrovamenti di carcasse di cinghiale durante il periodo estivo.

In questo biennio, L’IZSPLV ha applicato protocolli diagnostici sia per l’individuazione di agenti patogeni, sia di sostanze tossiche. Nel 2019 era stata individuata la presenza in alcuni cinghiali di un comune virus respiratorio dei suini (circovirus tipo 2); nel 2020 si era rivolta l’attenzione verso possibili sostanze tossiche ma senza riscontri rilevanti. Quest’anno, le carcasse pervenute si presentavano in avanzato stato di decomposizione, condizione che ha impedito di condurre ulteriori indagini diagnostiche. L’unico individuo valutabile presentava un quadro di polmonite catarrale e ulteriori accertamenti sull’agente eziologico responsabile sono attualmente in corso.

La costante attività dell’IZSPLV, in collaborazione con i Servizi Veterinari delle ASL e il Dipartimento Settore Fauna Selvatica, Caccia e Vigilanza Venatoria della Regione Liguria, garantisce il monitoraggio e la tutela della fauna selvatica.

“Anche per gli ultimi cinque cinghiali pervenuti è basilare effettuare rapidamente i test di biologia molecolare per escludere la presenza della peste suina africana – dichiara il Direttore generale dell’Istituto, Angelo Ferrari -. Sulle carcasse giunte in avanzato stato di decomposizione effettueremo le indagini biomolecolari sulle ossa lunghe. Alle tecniche microbiologiche affiancheremo test tossicologici per scartare l’ipotesi avvelenamenti. Saranno effettuati ulteriori test per ricercare eventuali forme virali e batteriche tipiche della specie. Nei prossimi giorni comunicheremo i risultati delle nostre nuove indagini”.

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