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Attualità | 29 marzo 2021, 09:00

Varese, la provincia del record Unesco. Tra arte, storia e preistoria

Il Varesotto è il territorio italiano con la più alta concentrazione di Siti Patrimonio dell’Umanità, ben quattro: il Sacro Monte, il monte San Giorgio, l’Isolino Virginia e Castelseprio-Torba.

Varese, la provincia del record Unesco. Tra arte, storia e preistoria

Il Varesotto è il territorio italiano con la più alta concentrazione di Siti Patrimonio dell’Umanità, ben quattro: il Sacro Monte, il monte San Giorgio, l’Isolino Virginia e Castelseprio-Torba. Una bellezza da tutelare e da vivere, per chi si nutre del desiderio di scoprire quelle piccole, grandi meraviglie che scorrono nelle vene del nostro Paese. E dal 9 all’11 aprile la provincia di Varese ospiterà gli Europei di canottaggio.

Circa 900 mila abitanti e 1200 chilometri quadrati. Numeri “normali” che però non hanno impedito alla provincia di Varese di fissare un record invidiabile. C’è chi lo definisce mondiale, sicuramente lo è in Italia: il Varesotto è la provincia con più Siti Patrimonio dellUmanità.

La lista stilata dall’Unesco, nella quale sono inseriti i luoghi che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale, vede eccellere questo piccolo lembo di terra dell’alta Lombardia, dove il destino ha avuto la benevolenza di concentrare ben 4 unicità di livello globale: il Sacro Monte di Varese, il monte San Giorgio, l’Area Archeologica di Castelseprio-Torba e i siti palafitticoli varesini, con in testa l’Isolino Virginia.

La loro valenza spazia dalla natura all’arte, passando per la storia e l’archeologia, riuscendo così a irradiare l’intero spettro della bellezza. Una bellezza da tutelare, per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, e una bellezza da vivere, per chi si nutre del desiderio di scoprire quelle piccole, grandi meraviglie che scorrono nelle vene del nostro Paese (il più “dotato” di Siti Patrimonio dell’Umanità insieme alla Cina).

La storia della devozione e quella che si perde nei millenni
Impossibile fare una classifica. La “chicca” più radicata nel senso di appartenenza di questa terra è però forse il Sacro Monte, che fa parte del territorio comunale del capoluogo, ne è simbolo e costituisce uno dei rifugi prediletti dai suoi abitanti. Patrimonio dell’Unesco dal 2003 nella sua essenza il florido paesaggio prealpino e i panorami da cartolina si intersecano con l’arte e la storia della devozione cristiana.

Il Sacro Monte comprende il piccolo borgo omonimo, situato a 880 metri di altezza su uno dei fianchi del massiccio del Campo dei Fiori, e la via che si percorre per raggiungerlo, la via sacrapercorso devozionale acciottolato in ascesa caratterizzato da 14 Cappelle, tutte diverse tra loro, ciascuna dedicata ad un mistero del rosario rappresentato, all'interno, da gruppi scultorei ed affreschi illustrativi. In cima alla fatica, ecco il traguardo: il Santuario della Madonna Assunta, fondato tra l’VIII e il IX secolo.

Circa 600 metri più a valle, in un piccolo lembo di terra in mezzo al lago di Varese che “guarda” proprio il Sacro Monte e tutto il verde arco delle Prealpi varesine, ecco l’Isolino Virginia, nel territorio di Biandronno. Anche qui la natura parrebbe la ragione principale per una visita, con la lussureggiante vegetazione a costituire l’habitat privilegiato di numerosi animali selvatici tra cui la folaga, il germano, lo svasso, il tarabusino e la gallinella d’acqua. Ma non è così: siamo davanti a uno dei siti più famosi della preistoria europea.

Negli anni '60 dell'Ottocento studi compiuti dall'abate Antonio Stoppani rivelarono la presenza di un insediamento: pazienti ricerche portarono alla luce un sistema palafitticolo risalente all'incirca al 3500 a.C. Furono recuperati manufatti in quarzo, lamine in selce e ossidiana, cuspidi di freccia. Tale patrimonio è fruibile non solo all’interno del Museo Civico Preistorico, ma anche tramite un sentiero che illustra gli stili di una vita che si perde nella notte dei tempi. Una palafitta ascrivibile all’età del bronzo è rinvenibile anche nella vicina Bodio Lomnago; a poca distanza, presso il paese di Cadrezzate che si affaccia su un altro lago, quello di Monate, un insediamento abitativo che si data tra il XVII e il XVI sec. a.C.

Un piccolo angolo di medioevo
Il parco archeologico di Castelseprio - situato nel sud della provincia - comprende invece un insediamento fortificato e il piccolo paese di contorno, nonché la chiesa di Santa Maria foris portas, poco distante, in quella che può essere considerata una delle più significative testimonianze dell’alto Medioevo nell’Italia settentrionale.

Dello stesso complesso fa parte il Monastero di Torba, gestito dal Fondo Ambiente Italiano. Esso sorse nel tardo Impero Romano con funzione difensiva e fu in seguito utilizzato da Goti, Bizantini e Longobardi. Proprio sotto il regno longobardo venne ad assumere la funzione civile e, in seguito, religiosa, che mantenne fino all’epoca napoleonica.

Il Monte San Giorgio è infine un “regalo” da condividere con la Svizzera. Situato sulla linea di confine è circondato da due rami del lago di Lugano e oltre ad offrire percorsi escursionistici di interesse naturalistico, è tra i più importanti giacimenti al mondo di fossili del Triassico Medio. Il Monte è stato iscritto nella Lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2003 per il versante svizzero e nel 2010 per quello italiano: dalla sua cima si gode una delle viste più palpitanti dellintero Varesotto. Ovvero la provincia con il record italiano di siti Patrimonio dell’Unesco (per il record mondiale pare che se la giochi con Cordoba, in Argentina) ma anche la provincia dei panorami che rimangono nel cuore.

 

Un territorio meraviglioso che dal 9 all’11 aprile tornerà sotto i riflettori internazionali, ospitando gli Europei di canottaggio sul lago di Varese: un evento costruito nei minimi dettagli (ovviamente a partire dal discorso sicurezza) e di straordinaria importanza nell’ottica di un atteso, e auspicabile, ritorno alla normalità. 

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