Un mese di chiusura totale di ‘Spinnaker’ il negozio delle grandi firme di via Matteotti e dell’hotel Miramare (oltre al Royal di qualche mese fa), oltre alla normale sofferenza dei negozi. Queste alcune delle conferme alla situazione economica di Sanremo che, insieme al resto della provincia, si appresta a vivere un mese di novembre in lockdown dopo la serrata obbligatoria serale di bar e ristoranti.
La chiusura del negozio più grande della città dei fiori, che negli anni scorsi aveva preso il posto di ‘Annamode’, è sicuramente emblematico per il momento economico che si sta vivendo. Una scelta dettata dal momento e, probabilmente, per approfittare anche per alcuni lavori all'interno. Il turismo non c’è e non ci potrà essere, visti i divieti di spostamento dall’estero e in attesa dell’eventuale Dpcm del Governo che potrebbe stoppare anche quelli tra regioni. Le nostre città, quindi, si fermano e almeno per ora vivono nel corso della giornata, con negozi più o meno aperti, bar e ristoranti che possono proporsi solo fino alle 18.
“La città – ha analizzato l’esponente di Federmoda, Antonio Fontanelli – se si esclude qualche azienda, vive di turismo diretto o indotto. La situazione, quindi, è particolarmente difficile e domani la verificheremo in una riunione via web con gli altri colleghi della provincia di Imperia. Il tessuto commerciale sta soffrendo enormemente e, anche se molti pensano che novembre sia un mese morto, è anche uno ‘startup’ della stagione invernale, soprattutto per la moda uomo”.
Un altro problema enorme è quello dei magazzini: “Anche se abbiamo ordinato un po’ meno, a settembre ci è arrivata la merce invernale e siamo tutti stracolmi di merce che abbiamo forzatamente acquistato prima dell’emergenza di marzo e aprile, quando sapevamo molto poco del Coronavirus. Ci siamo trovati pieni di abbigliamento estivo ed ora anche di quello invernale. Possiamo ‘limare’ quanto si vuole ma un minimo di prodotto dobbiamo venderlo perché altrimenti non andiamo avanti”.
Sarà un novembre difficilissimo, quindi, anche per il settore abbigliamento in genere, naturalmente in attesa delle decisioni finali su come verrà gestito il lockdown: “Dall’alluvione un certo flusso di clientela piemontese si è persa ed ora abbiamo perso anche i francesi. Personalmente trovo sia una buona idea, quella di fare confinamenti settorializzati, ma ovviamente con Piemonte e Lombardia bloccati, non vedremo sicuramente nemmeno questi flussi turistici. E per dicembre non ci sono certezze, almeno per ora”.















