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Attualità | 09 luglio 2020, 10:06

Commercialisti: bruciati 280 miliardi di euro, il fatturato delle aziende crolla del 19,7%, nell’imperiese del 20%

In Liguria la provincia in maggior sofferenza è La Spezia (-21,4%). Tra le altre province liguri: Imperia (-20%), Savona (-19,3%) e Genova (-16,5%).

Commercialisti: bruciati 280 miliardi di euro, il fatturato delle aziende crolla del 19,7%, nell’imperiese del 20%

Fatturato in caduta libera (-19,7%) per le aziende italiane (spa e srl) nel primo semestre dell’anno con una perdita di oltre 280 miliardi di euro. Il dato emerge dall’Osservatorio sui Bilanci delle SRL 2018 e stime 2020 del Consiglio e della Fondazione Nazionali dei Commercialisti che ha misurato l’impatto dell’emergenza Covid-19 ed il relativo lockdown sul fatturato delle società di capitali nei primi sei mesi dell’anno.

Nell’analisi sono considerate circa 830 mila società che fatturano complessivamente circa 2.700 miliardi di euro, l’89% di tutte le imprese e l’85% circa di tutti gli operatori economici. L’Osservatorio sui bilanci dei commercialisti elabora i dati presenti nella banca dati AIDA di Bureau van Dijk.

In Liguria la provincia in maggior sofferenza è La Spezia (-21,4%). Tra le altre province liguri: Imperia (-20%), Savona (-19,3%) e Genova (-16,5%).

“Quella che emerge dalle nostre simulazioni sulla perdita di fatturato delle società di capitali italiane nel primo semestre dell’anno – commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani - è una cifra impressionante che non può non destare enorme preoccupazione per il destino delle imprese italiane”.  

“Adesso – aggiunge Miani - è urgente intervenire per spingere la ripresa, sia con interventi di alleggerimento della pressione finanziaria sulle imprese, a partire dal versante fiscale, sia con interventi che rafforzino il clima di sicurezza generale e quello più specifico nei settori produttivi. Non ci sembra appropriato l’eventuale intervento sull’Iva, oneroso per il bilancio pubblico ma molto poco stimolante per la ripresa di consumi e investimenti, mentre molto importanti appaiono gli interventi di stimolazione produttiva come l’ecobonus al 110%, a patto però che vengano lanciati velocemente in un quadro regolatorio il più chiaro e trasparente possibile”.

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