ELEZIONI COMUNE DI SANREMO
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Attualità | 27 ottobre 2019, 08:00

Non solo canzonette ovvero la vocazione diplomatica di Sanremo nell'analisi di PierLuigi Casalino

La Conferenza di Sanremo venne chiamata "La seconda Conferenza di pace", dopo quella di Versailles, essendo entrambe, nelle intenzioni dei Vincitori, finalizzate alla conclusione del primo conflitto mondiale.

Non solo canzonette ovvero la vocazione diplomatica di Sanremo nell'analisi di PierLuigi Casalino

Che Sanremo non fosse da tempo condiderato solo un luogo cortigiano (oggi si direbbe turistico e di attrazione), ma anche una località di importanza diplomatica, era noto anche nei tempi andati. E ciò prima, dunque, della scelta della Citta' de Fiori come sede della celebre Conferenza di pace del 1920, che decise in genere le sorti del Medio Oriente, ma che si pronunciò anche sul regime degli Stretti e in particolare sulla totale spartizione dell'Impero Ottomano (e ciò mentre la Commissione de Bunsen l'avesse sconsigliata).

In realtà la Conferenza di Sanremo venne chiamata "La seconda Conferenza di pace", dopo quella di Versailles, essendo entrambe, nelle intenzioni dei Vincitori, finalizzate alla conclusione del primo conflitto mondiale. In precedenza la ridente cittadina ligure era gia' stata sede di incontri internazionali, anche riservati, per le sue speciali caratteristiche climatiche ed ambientali. La sede della Conferenza del 1920, nell'incantevole e prestigiosa sua cornice, fu gentilmente concessa al governo di Roma da un industriale torinese. Il conte tedesco, maresciallo Von Moltke il vecchio, come riporta la G.U. del 16 marzo 1880, visitò Sanremo nel contesto dei rapporti di cooperazione tra Italia e Germania. La città in quei giorni era teatro di un confronto segreto, ma vibrante, tra i servizi di informazione tedeschi, russi, francesi e italiani, data la circostanza e il mai sopito contrasto tra Francia e Russia da una parte e la Germania imperiale dall'altro.

La presenza del conte e maresciallo Von Moltke, che aveva avuto infatti esperienze con l'esercito turco in funzione antirussa, destava l'attenzione delle altre potenze del Vecchio Continente. Analogamente teste coronate, capi di stato e ministri di Paesi diversi si avvicendarono frequentemente nella città matuziana almeno fino alla seconda guerra mondiale. Da non dimenticare la visita di Goering, che ho ricordato su Sanremonews qualche tempo fa. A Sanremo si svolsero sempre negoziati più o meno riservati tra le potenze di ogni epoca. Anche le escursioni private di statisti stranieri offrivano la possibilità di sondaggi e di trattative variamente orientate ad un risultato negoziale.

Pare addirittura che un nucleo di intermediari di alto livello preparasse proprio nel centro matuziano, allora sotto dominio genovese, il Trattato di pace tra Francia e Austria del 1756, sottoscritto a Versailles. Una Sanremo che con Genova era allora in antitesi, per l'invadenza fiscale della Superba. La Città dei Fiori, infine, ospita ai giorni nostri il prestigioso Istituto internazionale di diritto umanitario, un un'organismo dell'ONU (che si occupa soprattutto di rifugiati, oltre che della tutela dei diritti in tempo di guerra) e forse pochi, anche tra i sanremesi o tra gli stessi abitanti della Liguria, lo sanno. La particolare vocazione diplomatica e internazionale di Sanremo rappresenta, quindi, un valore aggiunto della Riviera meno conosciuto rispetto alle altre consuete e tradizionali manifestazioni artistiche, sportive o ludiche.

Si tratta di un aspetto che andrebbe meglio valorizzato. Nel nome della Storia. E l'occasione delle imminenti celebrazioni della Conferenza di pace del 1920 cade più che opportuna. Come opportuna appare la rilettura della copiosa documentazione di quell'evento per le molteplici implicazioni con la politica estera di questi ultimi anni.

 


Redazione

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