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Attualità | 19 aprile 2018, 10:25

Sanremo: dagli archivi storici dell'Istituto 'Colombo' un altro studente eccellente, Giovanni Zagrebelsky

Giovanni Zagrebelsky (classe 1909), bambino, era stato sorpreso a Nizza dalle vicende della prima guerra mondiale insieme alla madre e alla sorellina Maria e la famiglia non era più riuscita a ritornare in patria. Negli anni successivi alla rivoluzione d’Ottobre la famiglia si stabilì a Sanremo e qui fu raggiunta fortunosamente nel 1922 dal padre Vladimir.

Sanremo: dagli archivi storici dell'Istituto 'Colombo' un altro studente eccellente, Giovanni Zagrebelsky

Esaminando gli archivi storici dell’istituto “Colombo”, gli studenti dell’Ufficio Stampa hanno scoperto un altro studente eccellente della storica scuola sanremese (dopo lo scrittore Francesco Biamonti di cui si è già parlato tempo fa). E’ una storia particolare quella che racconteremo, e ci aiuterà in questa ricerca la prof.ssa Marina Moretti.

Lo studente di cui parleremo che ha frequentato per alcuni anni la scuola (parliamo degli anni venti del secolo scorso) è Giovanni Zagrebelsky, padre di Gustavo e Vladimiro: il primo è stato Presidente della Corte Costituzionale ed è un insigne giurista, il secondo è stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura. Gustavo Zagrebelsky è poi l’autore dei libri che vengono utilizzati attualmente al “Colombo” per tutti i corsi di diritto!

Giovanni Zagrebelsky (classe 1909), bambino, era stato sorpreso a Nizza dalle vicende della prima guerra mondiale insieme alla madre e alla sorellina Maria e la famiglia non era più riuscita a ritornare in patria. Negli anni successivi alla rivoluzione d’Ottobre la famiglia si stabilì a Sanremo e qui fu raggiunta fortunosamente nel 1922 dal padre Vladimir. Giovanni frequentò così il “Colombo” diplomandosi ragioniere. In seguito, divenuto cittadino italiano, nel 1934 fu assunto dalla FIAT e si trasferì a Torino, dove fece una brillante carriera di dirigente, si sposò ed ebbe tre figli. Un personaggio particolare Giovanni Zagrebelsky, così raccontato dal figlio Gustavo in una intervista sul quotidiano Repubblica:

“Per dare una mano alla famiglia mio padre Giovanni all’inizio fece il garzone di un ciabattino. Poi nella comunità russa di Nizza ci fu una spaccatura. Noi emigrammo a Sanremo. Circolava in famiglia la storiella che la nonna era convinta di aver trovato il sistema per sbancare il casinò. Naturalmente dilapidò quel poco di gioielli che ci era rimasto. Mio padre, al quale non mancavano le risorse intellettuali, si mantenne agli studi di Economia e Commercio con una serie di lavoretti, tra cui la composizione di brevi racconti che spediva al Corriere Mercantile di Genova, spacciandoli come novelline di Gogol da lui tradotte. Era dotato di quel fascino russo che ha quasi sempre un fondo dissipativo. Di lui, una specie di gagà senza un soldo, si innamorò perdutamente mia madre, una valdese che veniva dalla val Chisone.”

Sicuramente fu un bravo studente del “Colombo”: i suoi voti, abbiamo avuto modo di verificare, erano più che buoni, soprattutto quelli delle materie tecnico/professionali. Il padre di Giovanni, Vladimir Petrovic, è sepolto tuttora nella cappella russa di San Nicola presso il Cimitero Monumentale della Foce a Sanremo. E’ ancora lo stesso Gustavo Zagrebelsky a parlarci di una pagina particolare della nostra città:

“Provengo da una famiglia con una lunga storia alle spalle. Noi, i figli, sappiamo poco anche di quella che, poi, è stata la vita degli esuli, tra la Costa Azzurra e la Riviera Ligure. Sembra quasi che volutamente si sia steso un velo di oblio su vicende dolorose che sarebbe stato molto interessante cercare di riportare alla luce. In fondo si è trattato d’una sia pur piccola scheggia di una grande storia europea.”

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