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Eventi | 16 marzo 2018, 10:47

Lezione magistrale del disegnatore della Polizia scientifica Ispettore Rossi Gianbattista all’Accademia delle Belle Arti di Sanremo

Ha tenuto ieri una affascinante lezione magistrale agli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Sanremo, grazie alla preziosa collaborazione del rettore prof. Pierluigi Megassini.

Lezione magistrale del disegnatore della Polizia scientifica Ispettore Rossi Gianbattista all’Accademia delle Belle Arti di Sanremo

L’Ispettore Capo della Polizia Scientifica di Milano, Gianbattista Rossi, ha tenuto ieri una affascinante lezione magistrale agli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Sanremo, grazie alla preziosa collaborazione del rettore prof. Pierluigi Megassini.

La sera precedente, sempre nei locali dell’Accademia delle Belle Arti di Sanremo, il disegnatore ha partecipato alla presentazione del libro ‘Identikit-Il disegnatore di incubi’ (Ed. Imprimatur) insieme allo scrittore Lorenzi Maurizio, con la partecipazione dell’avvocato Marchetti Valter e l’intervento magistrale del giudice Paolo Luppi il quale ha ripercorso i passaggi più emozionanti – e talvolta anche controversi- brillantemente descritti dall’autore. Rossi è il disegnatore forense che ha ricostruito i volti di diversi criminali che hanno caratterizzato la cronaca nera italiana degli ultimi trent’anni, a partire dalla strage di via Vallazze a Milano, il sequestro del generale Dozier, la cattura dei componenti della banda della UnoBianca, la strage di Pontevico, sino ad arrivare alle investigazioni relative al caso di UnaBomber.

Nel corso della lezione, il disegnatore si è confrontato a tutto campo con gli studenti, descrivendo minuziosamente quella che è stata l’attività professionale del poliziotto armato di soli fogli di carta bianca ruvida e matite colorate; non sono mancati i momenti di grande emozione che hanno pervaso l’animo di tutti i partecipanti, soprattutto quando i ricordi umani e professionali del disegnatore riguardavano vittime e testimoni di fatti di estrema violenza e di sangue. Nella realizzazione di un identikit, confida l’ispettore Rossi, è certamente importante conoscere la tecnica del disegno, della grafica illustrativa, la fisiognomica ma è altrettanto importante (forse ancora di più) entrare in empatia/sintonia con la persona che stiamo ascoltando e che in quel preciso momento è sia testimone di un evento violento ma anche vittima in quanto, quello stesso evento criminale, ha in qualche modo fatto del male al testimone.

Il disegnatore ha voluto disegnare insieme agli studenti dell’Accademia delle Belle Arti, inviando gli stessi a ‘buttarsi’ ad osare, a non avere paura di esprimersi e, soprattutto, di sbagliare; passo dopo passo, anche attraverso gli sbagli, ci si perfeziona, migliorando le proprie capacità. L’importante è mettersi in gioco, ascoltare senza alcun pregiudizio il testimone-vittima che abbiamo accanto a noi; solo insieme si può arrivare alla verità, dando finalmente un volto al criminale che si sta cercando di individuare. Nel corso della complessa realizzazione di un identikit, il disegnatore percepisce quale è il preciso momento in cui il testimone-vittima riconosce effettivamente i tratti e le espressioni del viso delineato dal professionista. Ed è proprio in quel preciso momento, confida Rossi, che il disegnatore non deve mollare la presa, anche a costo di proseguire per diverse ore il lavoro iniziato.

Quando il testimone-vittima inizia a riconoscere davvero il volto del criminale, succede qualcosa di strano, difficile da descrivere ai non addetti a questa affascinante professione; per il disegnatore, dopo gli sforzi iniziali anche per creare fiducia con la persona, si intravede una “strada tutta in discesa”. Per il testimone-vittima, purtroppo, da quel momento la strada è “tutta in salita” perché riconoscere il volto del criminale comporta una grande sofferenza ed un ritorno al preciso istante in cui è stato commesso il fatto violento. Nell’aula dell’Accademia delle Belle Arti di Sanremo, nel corso della lezione, sono stati esposti più di una quarantina di identikit relativi ai casi di cronaca nera più importanti che hanno caratterizzato l’attività professionale dell’ispettore Rossi; il disegnatore, nel corso della sua carriera, ne ha realizzati più di mille.

Numerosi sono stati gli interventi ed i quesiti degli studenti e dei docenti, qualcuno ha chiesto quale sia l’iter più adatto per poter svolgere la professione del disegnatore forense. E qui, nota dolente e tutto il rammarico dell’ispettore Rossi; purtroppo l’ultimo corso di disegnatore istituito dalla Criminalpol di Roma risale agli anni 80, da allora la figura del disegnatore è andata sempre di più scomparendo e l’ispettore capo Rossi, ora in pensione, rimane uno degli ultimi professionisti in questo campo dove arte, psicologia, fisiognomica ed investigazione si intrecciano con equilibrio ed armonia mettendosi al servizio della giustizia e dell’accertamento della verità. Un congedo affettuoso quello del ‘professor’ Rossi che ha salutato gli studenti invitandoli a credere in loro stessi, nelle loro capacità e, soprattutto, nei loro sogni anche quelli, apparentemente, meno realizzabili.

La speranza di Gianbattista Rossi è che la figura professionale del disegnatore forense possa ritornare ad essere valorizzata dalle nostre istituzioni giudiziarie ed investigative e non sopraffatta o cancellata dalle macchine e dai software che ricostruiscono i volti dei criminali attraverso programmi informatici che utilizzano dati, numeri e variabili ma che non potranno mai sostituire l’empatia e l’ascolto del disegnatore forense.

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