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Politica | 25 febbraio 2018, 06:31

Imperia: Antonio Russo si dimette dal Consiglio Comunale: "La coerenza non è qualità apprezzata"

In una lunga lettera che pubblichiamo, Russo, entrato in Consiglio nel 2013 in quota Movimento 5 Stelle, per poi approdare al gruppo misto, spiega i motivi che lo hanno portato a maturare la decisione a pochi mesi dalle prossime elezioni comunali

Imperia: Antonio Russo si dimette dal Consiglio Comunale: "La coerenza non è qualità apprezzata"

Antonio Russo, domani rassegnerà ufficialmente le dimissioni dal consiglio comunale di Imperia. In una lunga lettera che pubblichiamo, Russo, entrato in Consiglio nel 2013 in quota Movimento 5 Stelle, per poi approdare al gruppo misto, spiega i motivi che lo hanno portato a maturare la decisione a pochi mesi dalle prossime elezioni comunali. Russo rivela anche la richiesta, rifiutata dal Sindaco Carlo Capacci, di prendere in capo la delega ai rifiuti dopo le dimissioni dell'Assessore Giuseppe De Bonis.

"Nella mia vita - scrive Russo - ho sempre cercato di essere coerente con i miei ideali, con i miei valori. Valori ed Ideali che, a quasi 60 anni mi hanno condotto ad aderire al M5S: uno strumento concreto ed un contenitore aperto e vitale dove poter concorrere alla realizzazione di un mondo nuovo, più giusto e solidale.

Ma la coerenza purtroppo non è una qualità sempre apprezzata; e quel luogo che avevo idealizzato si è presto rivelato terreno fertile per l’opportunismo, e l’arrivismo della 'suffragetta' di turno, ai danni delle battaglie vere, come la lotta per la legalità e il contrasto alle infiltrazioni mafiose.

Fatalmente, dopo 2 anni di impegno ostinato e costante mi sono ritrovato espulso dal M5S: la mia colpa? Aver difeso quei valori tanto alti e prioritari per me, quanto fondanti per il movimento cui avevo aderito.

Il casus belli? Mi ero opposto energicamente all’elezione di un candidato le cui amicizie risultavano decisamente 'imbarazzanti' alle regionali liguri del 2015. Alla luce delle recenti vicende, e selezioni, mi rendo conto come si trattasse soltanto di una preoccupante anticipazione rispetto a quanto assistiamo in questi giorni in cui per un pacchetto di voti, tutto appare ormai lecito.

Non paga dell’espulsione, la Referente Regionale genovese si premurò anche di sporgere denuncia contro di me e contro il giornalista e scrittore di Libero che aveva riportato sulle pagine del quotidiano, la vicenda che mi aveva visto protagonista, e che non mi stancherò mai di rivendicare come atto di coraggio davanti a tutti, ma soprattutto al cospetto del tribunale della mia coscienza. Fortunatamente un altro tribunale, quello di Genova, 2 anni dopo, ha ritenuto di assolvere Antonio Amorosi verificando come reali e riscontrabili i fatti da me denunciati e riportati dal quotidiano.

Non ritenendo corretta la mia espulsione e considerando doveroso esercitare comunque il mandato che i cittadini di Imperia mi avevano conferito con il loro voto (ricordo che il sottoscritto alle elezioni del 2013 ha avuto più voti, circa 300, della lista) sono stato costretto a passare al Gruppo Misto per potere continuare a portare avanti le battaglie che avevano ispirato la mia candidatura.

In particolar modo quella relativa alla tutela dell’ambiente e la corretta gestione del ciclo dei rifiuti è diventata per me la 'conditio sine qua non' per giustificare la mia permanenza nel Consiglio Comunale: riuscire a portare ad Imperia il progetto Rifiuti Zero, l’unico in grado di elevare la raccolta differenziata dall’attuale 32% al 75/85% con conseguenti benefici di natura economica ed ambientale.

Questo percorso ha reso necessaria la creazione del 'Gruppo di Lavoro Rifiuti Zero' in prima istanza, poi l’approvazione da parte del consiglio comunale della strategia Rifiuti Zero e conseguentemente l’affidamento alla Scuola Agraria del Parco di Monza della progettazione della 'raccolta porta a porta' entro 12/18 mesi.

A giugno 2017 con delibera di Giunta, viene approvato sia il progetto di 'porta a porta spinto' che la gestione pubblica in house providing, previa verifica della fattibilità dell'affidamento ad una delle due società individuate dal Comune per l’espletamento del servizio: la Sat di Vado Ligure e l’Amaie Energia Spa. Successivamente l’assessore del PD De Bonis individua proprio nell’Amaie Energia Spa l’azienda pubblica alla quale affidare in house providing il servizio.

Tutto fatto direte voi? Niente di tutto ciò si verifica. Infatti, l’avvicinarsi del voto di maggio provoca nel PD l’emergere di un istinto suicida, che certo non differisce dall’analogo atteggiamento che i Dem, anche sul piano nazionale, con le loro scissioni e frizioni, li sta conducendo a consegnare il Paese a Berlusconi e al Centro Destra.

Come la locomotiva di Guccini, il PD, a Imperia 'corre corre' a folle velocità su di un binario morto:

dapprima ritira con scuse risibili l’appoggio alla Giunta meritevole di aver contribuito in maniera determinante a governare la città e non pago, nell’ultimo Consiglio Comunale, il PD si consegna armi e bagagli nelle mani di F.I.  

Del resto, qualcun altro sta lavorando alacremente a distruggere, per fortuna dico io, il cosiddetto progetto Toti che ha consentito alle destre di accaparrarsi oltre alla Regione Liguria anche le amministrazioni di Genova, Savona e La Spezia.

La bocciatura della delibera presentata dal Sindaco, di fatto mette una pietra tombale sul progetto del 'porta a porta'. Con esso, sfumano oltre ai soldi (48000 euro tanto è costato il progetto del pap), anche le speranze dei cittadini di Imperia di vivere finalmente in una città virtuosa che faccia della tutela dell’ambiente una propria bandiera.

A questo punto ho richiesto formalmente al Sindaco di affidarmi, a costo zero, con restituzione totale degli emolumenti derivanti dall’incarico (come sempre fatto per tutti gli anni della mia permanenza in Consiglio), la delega all’ambiente.

Prospettavo un un duplice obiettivo:

1)     Evitare l’ennesima e, questa volta incomprensibile, proroga a Teknoservice, (segnalo che senza la copertura del progetto di RD PaP, diventa degna di attenzione agli occhi della Corte dei Conti), per affidarla alla stessa Amaie. In alternativa, visto le sue titubanze di natura economica, restava percorribile l’assegnazione alla SAT, società a controllo pubblico del Savonese.

2)     Avviare subito il progetto di comunicazione sulla raccolta differenziata presentato dal sottoscritto e rivolto a tutte le utenze domestiche e non domestiche, propedeutico all’avvio della raccolta domiciliare che sicuramente la prossima amministrazione sarebbe stata in grado di rendere operativo.

Purtroppo, il Sindaco Capacci non accetta la mia proposta adducendo come motivazione (debole) il fatto che gli attuali ultimi assessori non ritengono accettabile la mia richiesta.

Resto dell’idea che un Sindaco debba governare in prima persona la citta, assumendosi le responsabilità delle proprie scelte.                      

Questa posizione del Sindaco non mi consente più di continuare a rimanere in questo Consiglio Comunale.

Sono venuti a mancare i presupposti morali e politici che fino a questo momento mi hanno ispirato, e che continueranno a costituire l’unico principio cardine cui non ho mai derogato e mai derogherò, nella mia vita di uomo, cittadino e Consigliere.

Questa è la storia di un uomo entrato nelle Istituzioni, coerente e libero da interessi personali che, lunedì mattina, si recherà in Comune a protocollare le proprie dimissioni.

Antonio Russo                                                                                                                                               Consigliere Comunale

 

Francesco Li Noce

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