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Politica | 13 ottobre 2016, 17:18

Si rafforza l'asse tra Liguria, Lombardia e Veneto. Oggi incontro tra i governatori sui temi del no al referendum costituzionale

I tre governatori, Giovanni Toti, Roberto Maroni e Luca Zaia si sono incontrati oggi a Milano nella sede della Regione dove hanno espresso con forza le ragioni del no al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre

Si rafforza l'asse tra Liguria, Lombardia e Veneto. Oggi incontro tra i governatori sui temi del no al referendum costituzionale

Si rafforza l’asse tra Liguria, Lombardia e Veneto, le tre regioni principali del nord amministrate dal centro destra. Dopo l’incontro di Genova sull’immigrazione, i tre governatori, Giovanni Toti, Roberto Maroni e Luca Zaia si sono incontrati oggi a Milano nella sede della Regione dove hanno espresso con forza le ragioni del no al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.

Questa riforma, voluta da Renzi e dal Pd – spiega l’Assessore Regionale all’Urbanistica Marco Scajola, anche lui all’incontro oggi – se approvata andrebbe a togliere forza alle autonomie locali. Molte materie, di competenza delle regioni, come l’urbanistica, le infrastrutture, la sanità e l’ambiente diventerebbero materia esclusiva del governo, ma noi riteniamo che i territori non avrebbero la possibilità di mantenere l’autonomia conquistata negli ultimi vent’anni con i governi Berlusconi. Si andrebbe verso un governo centrale molto forte, lontano dai territori, che dovrebbero attendere le scelte da Roma e questo è profondamente sbagliato e dannoso”.

Scajola porta alcuni esempi che riguardano la Regione Liguria, per quanto riguarda le conseguenze al sì: “Le riforme sull’urbanistica che portiamo avanti sarebbero cancellate da una vittoria del sì, oppure il mantenimento dell’Asl 1, un presidio importante per noi sarebbe cancellato. Non ne facciamo una questione di poltrone, noi crediamo anzi che le Regioni debbano essere riformate, auspichiamo per esempio la costituzione delle macroregioni, ma se i territori perdono le autonomie, tutto ciò diventa pericoloso per gli interventi e per la gestione del territorio”.

Scajola evidenzia i paradossi della riforma costituzionale. “Le Regioni a statuto speciale, che oggi godono di autonomia, ne avrebbero di più, forse eccessiva, mentre le Regioni a statuto ordinario consegnerebbero il potere a Roma. Questo è un ragionamento pericoloso. Il presidente Toti ha rimarcato che con il nostro lavoro stiamo cercando di dare più forza alla Liguria che negli ultimi anni è andata troppo indietro come riforme, interventi e burocrazia. Per noi è fondamentale la vittoria del no e mantenere l’autonomia su semplificazione, messa in sicurezza, la promozione turistica e la riapertura dei cantieri che sono stati fermati i cantieri fermati”.

Un terzo incontro si terrà a novembre in Veneto.

Francesco Li Noce

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