Sono state consegnate questo pomeriggio all'Assessore alle Politiche Giovanili, Costanza Pireri, 700 firme raccolte dai ragazzi, dai genitori e dagli educatori del centro di aggregazione Baraonda, per scongiurarne la chiusura. Il presidio, ormai da anni nel quartiere di Baragallo, rischia infatti di concludere la propria attività con la scadenza del contratto di affitto della sede di via Margotti, di proprietà della Curia, che coincide con la fine del mese di giugno.
Eventualità contro la quale si sono mossi fin da subito tutti coloro che lavorano al Baraonda, ma soprattutto coloro che ne usufruiscono, vale a dire genitori e ragazzi stessi. Questo pomeriggio l'incontro con l'Assessore Pireri e la consegna ufficiale delle 700 firme a testimonianza di quanto il quartiere, i ragazzi, i genitori e gli operatori credano ancora fortemente in questo progetto. Firma che è stata apposta dalla Pireri stessa, a dimostrazione della sua volontà di trovare una soluzione a questa vicenda in modo da mantenere aperto un presidio educativo molto importante per il territorio.
“E' una situazione in netta evoluzione – ha spiegato l'Assessore Costanza Pireri – come ho detto ai ragazzi e agli educatori, c'è grande impegno da parte mia e dell'Amministrazione, per far sì che su questo territorio rimanga un presidio. Dai contatti che ho quotidianamente con la Curia, posso dire che anche quest'ultima ha l'idea di mantenere un presidio su questo territorio, adesso si tratta di aspetti organizzativi ed economici che andremo a trattare.”
Intervista Assessore Costanza Pireri
La paura più grande per genitori e soprattutto per il coordinatore del Centro aggregativo Fulvio Rombo è sicuramente quella dell'estate e del fatto che con l'arrivo di quest'ultima la pratica possa cadere nel dimenticatoio: “Non vado in ferie questa estate – ha proseguito la Pireri – lavorerò su questa cosa come ho fatto nei mesi scorsi, mi sono impegnata con i genitori di portare, entro fine giugno, se non altro, degli argomenti molto più pregnanti e quindi bisogna lavorare da subito, non questa estate. Sono convinta che porteremo a casa un bel risultato con la rete, con la sinergia di tutti e con cura, insieme daremo sicuramente delle risposte.”
Con la conclusione delle scuole che avverrà domani, l'attività del Baraonda fa una pausa per ripartire, come di consueto, nel mese di settembre, quest'anno certamente con molte più incertezze che genitori, operatori e ragazzi preferirebbero non avere.
In termini numerici la chiusura del Baraonda comporterebbe la perdita di circa un centinaio di ragazzi, gli iscritti che ad oggi frequentano abitualmente il centro, e si perderebbe per loro la possibilità di svolgere tutta una serie di attività che rappresentano un presidio educativo di grande importanza per il territorio: “E' uno spazio – spiega il coordinatore Fulvio Rombo – che permette ai ragazzi di organizzare, insieme agli educatori, giorno per giorno, il loro tempo libero.
Intervista a Fulvio Rombo
Le attività sono ricreative, c'è anche un servizio di supporto allo studio, soprattutto il Baraonda è un luogo molto aperto che accoglie anche ragazzi con difficoltà che a volte ci mandano gli stessi Servizi Sociali ed è un luogo molto protetto e rassicurante per le famiglie. A Baraonda si fa prevenzione del disagio giovanile, vorremmo che il comune, Costanza Pireri e il Vescovo tenessero conto di questo importante lavoro sociale.
Il risultato dell'incontro di oggi – prosegue Rombo – ci soddisfa a metà. L'Assessore ha rinnovato il suo impegno a mantenere il presidio sociale qui a Baragallo, ma non ci ha ancora dato dei tempi certi e siamo un po' preoccupati, la paura è che con l'estate, se non la questione non si risolve prima della scadenza del contratto, il centro potrebbe non riaprire a settembre.
Al di là della volontà, del piacere e della missione che noi educatori sentiamo, crediamo che questo progetto qui a Baragallo, vada oltre le persone che lo gestiscono. L'importante è che ci sia un presidio capace di permettere ai ragazzi di vivere la loro esperienza di centro aggregativo. Noi ci candidiamo a gestirlo, ma nell'ottica di un patto di sussidiarietà, saremmo contenti comunque se arrivasse personale altrettanto qualificato, che lo gestisca bene. L'importante è che lo spazio, il luogo, il centro aggregativo siano mantenuti.”




























