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Attualità | 27 aprile 2015, 10:12

27 aprile Freedom Day, Giorno della libertà per il Sud Africa: si festeggia anche ad Osaggio, frazione di Apricale

Facciamo gli auguri a Merle, oggi, a tutti i sudafricani che hanno conosciuto la libertà grazie a Nelson Mandela e soprattutto a coloro che stanno ancora lottando per ottenerla.

27 aprile Freedom Day, Giorno della libertà per il Sud Africa: si festeggia anche ad Osaggio, frazione di Apricale

Il 27 aprile 1994 Nelson Mandela divenne il primo Presidente di colore del Sud Africa, eletto a suffragio universale, in elezioni in cui poterono votare le persone di tutte le razze, al di là del colore della pelle. Questa data viene ricordata e festeggiata ogni anno come Freedom Day, il giorno della libertà.

L'apartheid, una politica basata sulla restrizione dei diritti civili in base alla razza, rimase in vigore dalla fine della seconda guerra mondiale fino al 1990, anno della liberazione di Nelson Mandela, per venire ufficialmente cancellata nel 1994. Ad Osaggio, vicino ad Apricale vive una donna forte e tenace, testimone diretta dell’apartheid e della libertà del Sud Africa. Il suo nome è Merle Jacobs. La famiglia di Merle, di religione protestante, fuggì dalla Provenza e dall’inquisizione nel 1672, riparando in Sud Africa. Negli anni successivi i suoi antenati acquistarono possedimenti enormi vicino a Cape Town, dove iniziarono a coltivare viti e dove, come era naturale al tempo, impiegavano schiavi.

Secoli dopo una sua antenata sposò un famoso navigatore portoghese e la famiglia si spostò a Kimbly, vicino alla miniera di diamanti. Il papà di Merle era un funzionario del governo, incaricato di ispezionare le miniere. Questo portò la famiglia Jacobs a vivere in uno dei centri più razzisti del Paese: Bloemfontein. Quando Merle arrivò in questa città aveva appena 7 anni e vi rimarrà per i successivi 10. L’adolescenza vissuta in un Paese razzista, quando non si è razzisti, può essere un vero incubo. In un periodo tremendo in cui non equipararsi al razzismo dei coetanei voleva dire condannarsi, in cui a scuola insegnavano che i bianchi erano superiori e i neri inferiori, Merle decide di non volersi uniformare.

Comincia ad avere avversione per i bianchi,  ha pochi amici e preferisce trascorrere le sue ore libere nei villaggi degli africani, dove trova calore, rispetto e umanità. Merle ricorda ancora quante volte i bambini dei villaggi che frequentava di nascosto, non facessero più ritorno a casa per mesi e mesi. Quando tornavano, se tornavano vivi, erano cambiati, obbligati a diventare spie del governo, in seguito alle indicibili torture subite. E’ impossibile raccontare quei visi e quei volti di bambini senza speranza. Quando Merle decide di sposarsi, si trasferisce a Johannesburg, dove la sua vita cambia, e prende la piega che aveva sempre cercato.

L’invito ad una festa da parte della vicina di casa, la fa entrare nel mondo che aspettava da tutta la vita: scrittori, giornalisti, professori, studenti tutti uniti contro il razzismo. Proprio sopra l’appartamento di Merle, viene a crearsi gruppo unito, di tutti i colori, e con nomi che ancora oggi ricordiamo, perché contribuirono a portare il Sud Africa a lottare per la libertà. Nomi come Nat Nakasa, primo giornalista  nero del quotidiano Rand Daily Mail, dal quale offerse una prospettiva informativa in cui predominava il punto di vista di un uomo di colore.

Abdullah  Ibrahim, famoso pianista jazz, Miriam Makeba conosciuta anche come Mama Afrika, famosa cantante di jazz e world music, Hugh Masekela trombettista di fama mondiale e molti altri. Furono anni duri in cui questo gruppo fu attaccato e preso di mira, ma nonostante tutto, la libertà ebbe la meglio e tutti contribuirono al percorso di Nelson Mandela. Facciamo gli auguri a Merle, oggi, a tutti i sudafricani che hanno conosciuto la libertà grazie a Nelson Mandela e soprattutto a coloro che stanno ancora lottando per ottenerla.

Stefania Orengo

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