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Attualità | 12 aprile 2015, 07:00

Un pomeriggio d’arte a villa Biener: a Cipressa, dove l'arte ha trovato casa

Judith Torok, assieme a Carlo Maglitto, ha saputo far nascere fiori d’arte da una fortezza in cemento armato. Entrare a Villa Biener è un po’ come sentirsi Alice nel Paese delle Meraviglie

Un pomeriggio d’arte a villa Biener: a Cipressa, dove l'arte ha trovato casa

Dicono che la Liguria sia una terra ostile e che i suoi abitanti le assomiglino.

La provincia di Imperia non fa eccezione alla sua regione, eppure molti stranieri decidono di costruire proprio in queste terre aride e, a prima vista povere, la loro seconda vita.

“E’ difficile entrare nel cuore di un ligure, ma quando ci riesci sai che hai guadagnato un luogo sicuro per tutta la vita”, sono le parole di Judith Torok, proprietaria di Villa Biener, sulle alture di Cipressa.

La villa d’arte di Judith è nata nel 1975 e fu denominata dai precedenti proprietari: la fortezza, per la sua apparenza fredda e austera.

Judith Torok, assieme a Carlo Maglitto, ha saputo far nascere fiori d’arte da una fortezza in cemento armato.

La proprietaria della villa è una dottoressa ungherese che, dopo aver deciso di seguire il marito in Italia, è passata dall’interland torinese, a Sanremo per stabilirsi infine a Cipressa in luogo che senza alcun filtro le permette di vivere a pendio sul mare. Essere dottori ed essere artisti è un compromesso difficile, ma possibile.

Entrare a Villa Biener è un po’ come sentirsi Alice nel Paese delle Meraviglie.

I giardini, curati e ricolmi di particolari siepi e fiori, fanno da scenografia a sculture e opere realizzate da artisti di tutto il mondo, in visita presso Villa Biener.

Riconoscere le opere all’interno di questi giardini equivale a trovarsi in un labirinto degli specchi: ovunque provi a camminare ti scontri con una creazione artistica che porta in se i sapori liguri, perché realizzata con materiali locali come l’arenaria, misti alle tradizioni esotiche degli artisti che le hanno create.

Attraverso un sentiero in mosaico si arriva in quello che Alice definirebbe “i giardini della regina di cuori”, ma che Judith ha chiamato “La grade madre”: un parco in cui sono disseminate statue che richiamano le parti del corpo di una donna, come la testa, le mani, il seno, i piedi, il tutto realizzato con la tecnica del mosaico e creato in modo da richiamare l’accoglienza calda e avvolgente di una madre.

In questo paese delle meraviglie cosmopolita esiste anche un muro speciale in cui Judith ha voluto scrivere la storia della sua famiglia, con lettere, disegni e altorilievi.

Ogni sentiero di questa villa ha un suo significato, così come ogni angolo, ogni pietra e ogni ombra di scultura.

Judith ha aperto la sua villa ad artisti di tutto il mondo, che le hanno lasciato non solo i propri contributi nell’abbellirla, ma hanno lavorato con lei, nel suo laboratorio.

Visitare Villa Biener rappresenta un’esperienza sublime, in cui l’arte avvolge proprio come farebbe una grande madre.

In questa villa, che porta il nome della mamma di Judith, l’arte non ti lascia arbitrio e contagia chiunque ne venga a contatto. Succede così che muratori assunti per costruire i muri del giardino, diventino artisti e realizzino alcune delle opere più dense di significato di questa galleria d’arte vivente.

Chi si trovasse coinvolto da un sentimento artistico incolmabile, può soddisfarlo visitando Villa Biener: oltre a vivere l’arte si potranno ammirare esposizioni artistiche di alcuni tra i più importanti artisti degli ultimi anni come Stefano Bombardieri, Renzo Cassini, Enzo Sforza, Gian Piero Voglino e Stefania Zorzi.

L’incanto di Villa Biener vi aspetta, per farvi scoprire tutte le sue meraviglie.

 

Stefania Orengo

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