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Attualità | 14 gennaio 2015, 12:41

Quel secondo che può fare la differenza: se al semaforo il giallo ne dura almeno tre, i 162 euro di multa ed i 6 punti in meno sulla patente sono legittimi

Lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione. La Provincia di Imperia accorcerà i tempi… di attesa per fare cassa?

Quel secondo che può fare la differenza: se al semaforo il giallo ne dura almeno tre, i 162 euro di multa ed i 6 punti in meno sulla patente sono legittimi

Da giallo a rosso in tre secondi al semaforo è un tempo congruo per consentire l'attraversamento dell'incrocio o l'arresto di un veicolo in condizioni di sicurezza.

Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza numero 27348 del 23 dicembre 2014, richiamandone un'altra propria del 2012 e citando uno studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche del 2001 secondo il quale tre secondi sono esattamente il tempo necessario per fermare un veicolo (con l’eccezione del traffico pesante, con veicoli insomma di lunghezza massima pari a 18,75 metri, compresi autocarri, autobus, fìlobus, autotreni, autoarticolati, autosnodati, filosnodati e vetture tramviarie) che proceda a una velocità non superiore ai 50 chilometri orari.

Insomma, anche se il Codice della Strada non prevede esplicitamente la durata minima del giallo, in tre secondi un automobilista è in grado di decidere se fermarsi entro i punti stabiliti per l'arresto o se sgomberare l'incrocio.

Una sentenza che rischia di far impennare vertiginosamente il numero delle multe, considerate legittime in presenza di luce gialla con tre secondi di durata, visto che in molte città italiane la taratura è fatta sui quattro secondi e potrebbe essere abbassata di un secondo.

Un secondo che può fare la differenza e fruttare ai comuni centinaia di milioni di euro in più: la violazione in oggetto costa infatti agli automobilisti 162 euro e sei punti in meno sulla patente.

Se pensate che sia una questione marginale sbagliate di grosso. Basti dire che il sindaco di Chicago, Rahm Emanuel (è stato capo dello staff di Barack Obama tra il 2008 e il 2010, mica uno qualsiasi) dopo aver abbassato il giallo dei semafori da 3 secondi a 2,9 ha incassato 8 milioni di dollari in più di multe. E visto che qui parliamo di secondi e non di decimi di secondi (e considerando che in Usa la multa è di “soli” 100 dollari) la stima è che agli automobilisti italiani possano essere sfilati centinaia di milioni di euro in più. Una situazione assurda perché in Italia abbiamo una legge che impone di destinare i proventi delle multe a iniziative per la sicurezza stradale, ma nessun decreto attuativo. Per cui le multe finiscono ai comuni, alle province (le mettono anche a bilancio!) per fare di tutto. Il dubbio quindi che le sacrosante sanzioni (per chi sgarra) vengano messe in campo solo per fare cassa diventa certezza. Ma solo ovviamente dalle Polizie Locali e non dalla Stradale o dai Carabinieri, al di sopra di questo "giochetti": attenzione però a non equivocare perché le stesse Polizie Municipali sono vittime del sistema in quanto il comandante rischia il posto se non interpreta e rispetta i desideri del proprio sindaco.

Detto questo, ecco perché il giochetto di ritoccare al ribasso il tempo dell'arancione è pericoloso: può portare ad una situazione catastrofica che si innesta ad una - tutta italiana - sul sistema delle contravvenzioni. Da noi infatti - dal 2009 a oggi - il numero di contravvenzioni elevate è cresciuto del 987% (nello stesso periodo in Germania l’aumento è stato dell’11%, in Francia del 30) e questo non  perché siamo diventati tutti dei criminali al volante ma perché abbiamo iniziato a piazzare controlli elettronici ovunque in città e perché - visto che il nostro sistema lo consente a norma di legge - i comuni hanno sempre più bisogno di soldi.

Mettere quindi in mano a chi gestisce il sistema multe la possibilità di cambiare le regole del gioco in corsa può portare gravi danni al mondo della sicurezza stradale perché - va ricordato - da noi già adesso ogni anno vengono notificate agli automobilisti italiani circa 78 milioni di multe, ovvero più di 215 mila al giorno, una ogni due secondi che fruttano alle casse statali tre miliardi di euro. Di queste, 8 volte su 10 nessuno le paga: sta passando il concetto - orribile - che le sanzioni siano ingiuste, che non servano a nulla e che se possibile vadano evase con mille trucchi. L'esatto opposto dello spirito con cui invece andrebbero ricevute e pagate, mortificandosi per il pericolo arrecato alla collettività.

La sentenza della Cassazione nel particolare rigetta il ricorso di un'automobilista che contestava la sentenza del Tribunale di Lodi per quattro verbali ma, più in generale, può spingere tanti comuni a rivalutare la durata dell'accensione della luce gialla ai semafori.

S.O.

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