Il progetto dimostrativo si prefigge l’obiettivo principale di ri-proporre la coltivazione della lavanda, con modelli di lotta integrata atti ad una drastica diminuzione di impiego di fitofarmaci di sintesi, attraverso la proposta di tecniche ecocompatibili, ormai necessarie per presentare sul mercato dei derivati commerciabili e appetibili per il pubblico. Ulteriori obiettivi:
- riabilitare una coltivazione in progressivo disuso, analizzando le motivazioni che hanno determinato l’abbandono nella nostra provincia di questa coltivazione (problemi sanitari).
- accertare le varietà più adatte all’ambiente locale ed alla reazione ai principali problemi fitopatologici, in relazione col variare delle tecniche colturali;
- gettare le basi per future analisi di mercato sulla produzione di lavanda sia come prodotto ornamentale da reciso sia come prodotto da destinare all’estrazione dell’olio essenziale;
- Valutazione delle indirette nuove opportunità produttive e commerciali (promozione del territorio, apicoltura, turismo);
- diversificazione dell’attività agricola.
L’area interessata alla dimostrazione è stata scelta nel territorio del Comune di Pietrabruna. Non a caso, dacché proprio in questo comune, negli anni ’60 e ’70, la coltivazione della lavanda ha raggiunto un notevole sviluppo al punto da diventare, da coltivazione marginale che integrava l’olivicoltura, la principale fonte economica dell’intero paese. Negli anni di maggior espansione si contavano decine di impianti dedicati all’estrazione degli oli essenziali e la vallata era rinomata per la particolarità dell’attività agricola. Purtroppo, l’assoluta mancanza di assistenza tecnica, pubblica e privata, non ha consentito ai numerosi coltivatori di arginare e combattere quei gravi problemi di natura fitosanitaria che hanno, in poco tempo, praticamente distrutto tutte le piantagioni. Ne è conseguito un lento ma inesorabile abbandono del territorio, una perdita di interesse per il presidio dello stesso con tutte le conseguenza connesse.
Oggi è presente una forte richiesta di recupero della coltivazione della lavanda perché i più giovani hanno compreso le opportunità che potrebbero essere innescate da una ripresa di questa attività soprattutto dal punto di vista ambientale e turistico. Per altro la situazione ai nostri giorni è frutto di una ulteriore evoluzione che ha risvegliato tra i consumatori l’interesse per i prodotti naturali, non di sintesi, preferibilmente biologici. Infatti attualmente il mercato degli oli essenziali presenta un notevole impulso, tanto che la domanda riesce ad essere soddisfatta solo grazie all’importazione da realtà territoriali extra-europee. E’ necessario però che, attraverso il progetto che si propone, si divulghino e si insegnino tutte le conoscenze tecniche che sono necessarie a riproporre questa coltivazione tradizionale su basi nuove, per non ripetere gli errori del passato e per dare delle alternative concrete atte a concretizzare la fattibilità del coltivazione.
Lunedi prossimo il Cipat organizza una giornata dimostrativa. Alle 9.30 nella sala riunioni della cia di Imperia in via Tommaso Schiva, 48 si terrà un seminario tecnico riguardante la nuova normativa sull’uso sostenibile degli agrofarmaci: ricadute sulle officinali e le norme di lavorazione delle officinali: attrezzature, locali, profilo dell’impresa. Al termine del seminario pranzo offerto a tutti i partecipanti e alle 14.30 partenza in autobus per il laboratorio Cersaa di Albenga dove selezionano varietà di lavanda resistenti.