Ai tempi dei Cartaginesi, i Liguri, abili frombolieri erano si solito ad una ala dell’esercito Cartaginese, erano mercenari, fedeli e duttili. Con la distruzione dell’Impero Romano li troviamo specializzati nel tiro con la balestra sulla flotta genovese rendendola invincibile. Balestrieri e marinai genovesi si distinsero in molte battaglie navali ed anche terrestri, vedi l’ espugnazione di Acri e Gerusalemme. Fu un banco di prova sulla scena internazionale la prima Crociata, quando il comandante del contingente genovese Guglielmo Embriaco detto "Testadimaglio" li utilizzò nell'assedio di Gerusalemme, per eliminare i pericolosi arcieri ed permettere di utilizzare le torri d'assedio, costruite dai marinai-carpentieri genovesi con il fasciame delle stesse navi che avevano utilizzato per giungere in Terra Santa. Il binomio marinai-balestrieri permisero l’espugnazione della città di Gerusalemme che senza torri mobili non era possibile. Fu un gran colpo pubblicitario per l’epoca usando il legname delle galee ne fecero delle torri dove in cima i balestrieri andavano a nozze, essendo in posizione più alte delle mura.
La gittata delle balestre era micidiale nei corpi a corpo perché forava le corazze e il soldato ferito moriva di tetano e dissanguato. Nessuna possibilità di estrarre i berrettoni o quadrelli, senza far scempio del ferito. A dire il vero abili nel curare i Saraceni fu San Francesco e i suoi frati, tanto che curare un nemico rimasto ferito impressionò tanto il Saladino che permise ai “frati con la corda” di rimanere in Terrasanta sino ai giorni nostri, più che un corpo di balestra fece breccia un atto d’amore. Li troviamo come mercenari a difendere le mura di Costantinopoli, i balestrieri genovesi furono uno dei corpi scelti più celebri del Medioevo, erano organizzati in modo molto semplice. La regolamentazione del Corpo fu sancita nel XII secolo circa. I balestrieri venivano assoldati in formazioni chiamate "bandiere", composte da 20 uomini. La compagnie che potevano arruolare qualche centinaio di membri a diverse migliaia, con un comandante in capo, che era responsabile del loro coordinamento in battaglia. L'arruolamento era di pertinenza di due persone, che dovevano valutare ogni singolo uomo in parametri come il valore e la sua abilità visiva. Ogni candidato, strano ma vero, senza un garante a Genova non si andava da nessuna parte) doveva presentare una garanzia per essere assunto, e il suo garante si impegnava a rifondere la Repubblica in caso di disobbedienza o diserzione. Tutti i balestrieri assunti giuravano fedeltà alla Repubblica ed erano stipendiati direttamente da essa. Ecco che li troviamo sparsi sulle galee, a difesa di castelli nel Mar Nero e nella estrema difesa di Costantinopoli, che furono con il loro sacrificio gli ultimi strenui difensori.
Cose mangiavano? Maccheroni (pasta)
Proprio da inventario di un vecchio balestriere, nel 1279 trovano in casa una barixella di maccheroni. Ecco cosa mangiavano e si tenevano in forma i balestrieri maccheroni detti poi fidei o lasagne? Col pesto o senza certamente un sugo a freddo, una gratta di formaggio, quattro foglie di basilico e un filino d’olio e una pizzico di sale il tutto profumato da una tega d’aglio, il gioco era fatto. Lasagne o maccheroni i balestrieri essendo stimati e schierati in battaglia da molti eserciti. Sempre Genova permettendo ed era gelosa di questa milizia armata. Genova, con i soldi si poteva tutto (da andare a bagasce ad affittare navi, soldati e balestrieri ecc..), bastava pagare che ti affittava persino la flotta, non era la Repubblica che affittava, ma le varie famiglie nobiliari che affittavano le loro navi . Questa flotta veniva chiamata “Assentista”. Lo Stato Pontificio aveva bisogno di 20 galee chiedeva la Senato e il Senato concedeva o mettere il veto, di affittare la flotta assentista. Fino all’avvento dell’archibugio la forza militare di una galee con i balestrieri ben addestrati era terrificante ne sanno qaulcosa i Pisani a Meloria che perdettero ben sette galee affondate, 29 catturate su 70, e ben 5.000 morti e 10'000 prigionieri. I genovesi ebbero anche loro molti morti a causa dei balestrieri pisani. Il governo non permise festeggiamenti, ma un solenne Te Deum di ringraziamento.
Genova era strutturata che in caso di necessità militare in poche giorni poteva assoldare soldati, marinai, carpentieri, ammiragli, vogatori in giro di pochissimi giorni, una volta giunti alla riva del mare, in un giorno dopo erano nel porto di Genova, anche se provenienti da paesi alle falde delle Alpi marittime. Ogni cittadina o meglio Podesteria dove mettere in campo se di mare, vedi Sanremo e Ceriana: sei nocchieri o comandanti di Galea, 180 vogatori, 120 balestrieri. La podesteria di Triora ex Contea di Badalucco: Baiardo, Dho, Triora, Molini, nessun nocchiero, nessun vogatore, ma bensì 200 balestrieri. Ecco nei paesi come Badalucco, Montalto e soprattutto Carpasio è diffuso il cognome Balestra e nell’oratorio di Carpasio c’è una tomba sepolcrale su cui è incisa una balestra. Più i paesi erano lontani Dal mare fornivano grande quantità di balestrieri, quelli di mare invece vogatori. Esempio Taggia, Castellaro, Santo Stefano fornivano ben otto nocchieri, 200 vogatori e appena 60 balestrieri. Perché Genova vinse alla Meloria? In un distico troneggia sopra la galea dipinta sul comune di Diano Castello dice: Pisarum classis nostris victoria laeta – Diani cuius causa fuere viri. Lieta vittoria per i nostri sulla flotta dei Pisani, quali furono causa agli uomini di Diano. In poche parole chi portò i Genovesi alla vittoria sui Pisani fu un nocchiero, (mezzo matto) che spinta la sua galea a tutta forza, e prendendoli di sorpresa contro il centro della flotta pisana portando scompiglio seguito fa tutta la flotta genovese. Dei diecimila, esattamente 9.272 pisani fatti prigionieri, Genova inventò di fatto il primo campo di sterminio, detto Campo Pisano! Morirono nove prigionieri su dieci. La Riviera di Levante fu percorsa invano da giovani spose, anziane madri per vedere i loro figli in catene.
Chi la fa l’aspetti
Il più largo impiego dei balestrieri al soldo straniero si ha nella Guerra dei Cent'anni. Genova seguì le sorti del Regno di Francia, e ne condivise le amare sconfitte iniziali a caro prezzo. Durante la battaglia di Crécy (1346), un certo numero (3.000 - 6.000 secondo diverse fonti) di balestrieri liguri furono schierati dai francesi in prima linea, nonostante la forte opposizione del loro comandante. Colpiti dalle frecce lanciate dal poderoso arco lungo inglese, arma di gittata non superiore alla balestra, ma che non era di caricamento così lento, e vista la difficoltà di combattere dopo una forte pioggia (le corde (nervi di bue) delle balestre erano fradice), il comandante dei balestrieri, Ottone Doria, fece ritirare le sue truppe: la manovra fu accolta come segno di diserzione dal re Filippo VI di Francia che mandò i suoi cavalieri alla carica, prima stermino i Genovesi, ritenuti traditori e nella speranza di colpire velocemente gli arcieri inglesi, ma da questi furono inchiodati dalle frecce inglesi che perforarono corazze e gambali fermandosi nel corpo dei cavalli, una morte degna di un balestriere. Se vai a Carpasio potrai vedere su una pietra tombale scolpita nell’ardesia una balestra magnificamente scolpita. Il tempo cancella tutto, ma basta incidere una pietra per fermarlo.














