Al maneggio Di San Romolo, da venerdì a ieri, si è tenuto uno stage di monta tradizionale maremmana, organizzato dall'assessorato al parco naturale San Romolo-Monte Bignone del comune di Sanremo, dalla cooperativa 'Il Cammino' e dall'Anam (Associazione Nazionale Allevatori del Cavallo Maremmano). Gli allievi del maneggio hanno avuto la possibilità di seguire lo stage supervisionati da Domenico Germoni, tecnico Fise di II livello di equitazione di campagna e responsabile del centro di addestramento Anam di Tuscania, in provincia di Viterbo.
L'Anam, presieduta dal dott. Ugo Marocci e diretta dalla dott.sa Paola Donelli, si occupa della promozione e dell'allevamento di cavalli di razza maremmana, dell'organizzazione di stage e spettacoli di monta maremmana. La Maremma è un territorio bellissimo, a cavallo tra Toscana e Lazio, in cui sopravvivono tradizioni antiche, come il lavoro dei butteri, e in cui l'essere umano vive ancora a stretto contatto con la sua terra natia, nonostante le difficoltà di un territorio in cui sopravvivono la malaria e territori paludosi non facili per l'insediamento umano. I butteri sono cavalieri che dedicano la propria vita all'allevamento e alla cura del bestiame, una versione italiana del cowboy americano, che ha origini altrettanto antiche, e che, durante una competizione con il famoso Buffalo Bill, ebbero la meglio sui suoi mandriani.
Sanremo News ha incontrato il buttero Domenico Germoni per porgli qualche domanda circa il lavoro che svolge come addestratore dell'Anam e come docente di monta tradizionale maremmana.
Di cosa si occupa un buttero, e cosa vuol dire oggi questa figura? "Il buttero è colui che accudisce il bestiame allo stato brado: lavora con cavalli, vitelli e vacche, e si occupa di tutto, dello sbrancamento della mandria, della marchiatura, del cambio di mandria, dei prelievi per le visite veterinarie di prassi della Asl. Un tempo il buttero aveva più spazio e terreni, mentre ora gli spazi sono più ristretti, e si adoperano macchinari per fare quello che una volta si faceva a cavallo, almeno per quanto riguarda il lavoro nei campi. Il buttero nasce sopra il cavallo maremmano, e per il lavoro col bestiame è ancora essenziale l'uso di questo splendido animale italiano, per attraversare i grandi spazi della campagna maremmana con le mandrie e seguirle durante i loro spostamenti".
Per chi lavora il buttero? Quale è il suo spazio lavorativo? "Nel Lazio ci sono ancora aziende grandissime, come la tenuta di Rocca Respampani, Turronia, l'Ordine dei Cavalieri di Malta. E poi ci sono le università agrarie, che sono pezzi di terra che concedono usi civici a privati. In pratica sono terreni comunali gestiti da persone che formano consigli, con un presidente e dei consiglieri, che dirigono il lavoro del fattore, del direttore, e del capo-buttero, che si chiama massaro. Secondo la possibilità di spazi, si danno anche terreni a privati che pagano affitti molto bassi, per avere la possibilità di pascolare il bestiame, e tagliare la legna. Poi c'è la tenuta di Castel Ponziano del presidente della Repubblica, un grande allevamento di cavalli e vacche maremmane, che sono diverse dalla Chianina. Gli animali delle nostre zone sono molto resistenti. L'Anam ha allevamenti in tutta Italia, ma il cavallo di razza maremmana che sta da noi, è più resistente: c'è la malaria, e altri parassiti che possono comprometterne la salute. Se un animale di un allevamento fuori dalla maremma viene da noi, dobbiamo seguirlo molto di più, perchè può essere pericoloso per il diverso sistema immunitario dell'animale".
Parlavi del cavallo e della vacca maremmana. So che con l'Anam e con l'associazione 'Cavalieri della Maremma', organizzate spettacoli ed esibizioni proprio per promuovere questi animali. Di cosa vi occupate esattamente? "È importante promuvere questi animali, perchè son cavalli adatti per qualsiasi attività. In questi giorni abbiamo visto che possono essere cavalcati da cavalieri più e meno esperti, e con tutti hanno lavorato benissimo. Vorrei infatti fare i complimenti al Comune, e soprattutto all'istruttore Bimbo, per come sono stati domati. A nome dell'Anam mi complimento con l'amministrazione che ha aperto questo centro e ha creduto nelle caratteristiche dei nostri cavalli. L'Anam, oltre a performance test di stalloni e femmine per la riproduzione, si occupa della promozione del cavallo di razza maremmana e della monto da lavoro dei butteri. A Tuscania c'è un centro di addestramento di monta da lavoro maremmana. Abbiamo gruppi che portano in giro la nostra tradizione, la nostra realtà, e siamo felici di condividere con altri la nostra esperienza. Siamo stati in Ungheria, Spagna, Francia e in altri paesi europei con puledri liberi per dimostrare che questo è un cavallo molto versatile, adatto per ogni attività. Come abbiamo visto qui al maneggio di San Romolo, è un animale che può essere montato facilmente per fare degli spettacoli, anche da ragazze giovani come le allieve del maneggio, e possono essere utilizzati per concorsi, salto a ostacoli, dressage e lavoro. È robusto come cavallo: resiste a intemperie e si trova bene in qualsiasi territorio. Si adatta a diversi terreni per la conformazione dei suoi zoccoli. È un cavallo che dà pochi problemi. Per l'equitazione da campagna è eccezionale.
Abbiamo cavalli, nei nostri allevamenti, che hanno concorso a 'Piazza di Siena' nel salto a ostacoli, quelli della tenuta presidenziale, abbiamo cavalli da dresage. Sono eccezionali nella monta maremmana agonistica. Come puoi vedere eccelle in varie discipline, diverse fra loro, e poi è un cavallo italiano, e per questo va promosso il più possibile".
Parlaci un po' della monta maremmana e cosa la distingue dalle altre. "La monta maremmana nasce dall'esperienza dei butteri in Maremma. Ci sono due tipi di selle:la 'bardella' nel Lazio, e la 'scafarda' in Toscana. È tutta una realtà ma ci sono due identità differenti, in Maremma. La bardella viene costruita dall'artigiano Antenore Antonini. A Grosseto, dove era forte la scuola di equitazione militare, invece, è stata perfezionata una sella partendo da quella usata dai soldati. Un'altra differenza tra Maremma toscana e laziale, è che loro usano un morso intero, mentre noi nel Lazio ce l'abbiamo spezzato. Ma alla fine la Maremma è una, ma è importante specificare le differenze. In definitiva sono selle molto comode per il cavallo e il cavaliere. È costruita in modo da adattarsi anatomicamente al cavallo, così da facilitare il lavoro dell'animale e del cavaliere, evitando uno sforzo eccessivo a entrambi visto che il lavoro a cavallo dura 7-8 ore al giorno. Ancora oggi ci sono diversi artigiani che lavorano alla produzione artigianale di queste selle: Bartolozzi a Tolfa, Salvati a Montalto di Castro. A Tarquinia, poi, c'è Massimo Scipioni, che costruisce morsi ed è il numero uno in Italia per i morsi maremmani".
Quali sono le caratteristiche della monta maremmana e perchè è importante che sia diffusa? "La monta maremmaa dà la possibilità di guidare il cavallo con una sola mano, si porta a mazzetta, come nella vaquera, la camarguese, l'americana, e questo dà una maggiore libertà di movimento al cavaliere. Questo tipo di monta è italiana. Fa parte della nostra tradizione, di quella dei nostri padri, della nostra terra. Per questo dobbiamo valorizzarla e tenerla sempre viva.
Come dicevi prima, il territorio maremmano è un territorio non troppo facile, ma nonostante questo cavalieri e animali sono immersi nella splendida cornice che la vostra terra offre, in un rapporto quasi simbiotico. Ce ne vuoi parlare? "La maremma è amara, come dicono molte canzoni e poesia della mia terra, perchè c'è questo territorio che è bellissimo, ma anche difficile: zanzare della malaria, un sacco di zecche, terreni difficili, paludoso, ma nonostante questo c'è un amore profondo tra voi e la vostra terra. Quando nasci in un posto vuoi solo che bene alla tua terra, e allora cerchi di valorizzarla. I butteri oggi sono pochi e anche gli stipendi sono bassi: lo fai solo per amore, per passione, altrimenti non lo fai. Io sono nato lì: mio nonno faceva questo lavoro, mio padre anche, e io l'ho trasmesso a mia figlia. C'è l'affetto per la terra e per il tuo cavallo che ti porta in giro per 7-8 ore al giorno. Mia figlia viene in giro con me, viene al lavoro e fa spettacoli. Ha fatto un anno d militare e ha avuto la possibilità di preparare cavalli per l'esercito".
Prima parlavi di tua figlia, che ha 21 anni e si è avvicinata a questo lavoro. Ci sono molti giovani che si avvicinano al lavoro del buttero? E cosa dovrebbe fare un ragazzo che volesse intraprendere questa carriera? "Pochi giovani, in raltà, si avvicinano a questo tipo di lavoro. Non tutti hanno la possibilità e la capacità di farlo. Io con l'Anam preparo e allevo cavalli, e già si avvicina qualche ragazzo in più a questo aspetto del lavoro, mentre i butteri son sempre meno. Se qualche ragazzo fosse interessato noi diamo la possibilità di venire ad aiutarci per imparare il mestiere".
So che appartieni all'associazione 'Cavalieri della Maremma'. Di cosa vi occupate? "I cavalieri della maremma sono un gruppo che abbiamo creato per diffondere la monta da lavoro e i nostri animali, e organizziamo spettacoli in giro per l'Italia e l'Europa. Ogni due anni compriamo dei puledrini per addestrarli per fare spettacoli con i cavalli in libertà. Abbiamo preso il nostro lavoro e l'abbiamo tramutato in spettacolo per diffondere la nostra tradizione e promuovere gli animali che usiamo. In questo modo vendiamo anche molti cavalli".
E organizzate molti stage come quello che hai tenuto qui al maneggio di San Romolo? Come è andata l'esperienza con gli allievi del maneggio del comune? "Con l'Anam organizziamo diversi stage: quest'anno siam già stati a Ponzano Romano, Cisterna di Latina, a Varese, Petriccio Rosso, Manciano..e adesso siamo qui a Sanremo. Chi viene a fare gli stage dopo ritorna sempre e si appassiona al nostro modo di andare a cavallo. Sono 4 anni che abbiamo cominciato, e la gente ritorna, c'è un bel riscontro. Il bilancio qui al maneggio è stato buonissimo. Un gruppo eccezionale, fatto da belle persone, ricche di passione. Ci son ragazzine giovani e appassionate, che mi han fatto vedere un gran bello spettacolo, poi c'è l'istruttore, Bimbo, a cui bisogna fare i complimenti per la doma e per come prepara i suoi allievi, al Comune che ha scelto questi cavalli maremmani e che crede e promuove questo progetto in questo splendido parco. E parlo anche a nome dell'Anam, e se dovessi dare un voto da uno a dieci, bè, gli darei dieci!"
Possibili gemellaggi e altre iniziative tra l'Anam e il maneggio di San Romolo? "Bè.. Io colgo l'occasione per invitare il maneggio a Grosseto in occasione della 'Mostra internazionale del cavallo maremmano', che si terrà a settembre
Spero che il comune di Sanremo mandi questi ragazzi a rappresentare il maneggio di San Romolo nel nostro più grande evento, per partecipare coi loro spettacoli. Spero che possano avere la possibilità di partecipare, e mi sento di dire che metteremo a disposizione dei box per i loro cavalli e potremmo coprire in parte le spese per il governo degli animali, per venire incontro alle loro esigenze".

























