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Attualità | 25 settembre 2011, 11:20

Da Sanremo a Monaco: due barman, un drink e quelle differenze tra la riviera dei fiori ed il Principato

Abbiamo voluto intervistare due maestri sanremesi del drink, Luca Coslovich ed Alan Arrigo, gli unici due italiani ammessi nell'esclusiva Association Monegasque des Barmen.

Da sinistra, Luca Coslovich ed Alan Arrigo

Da sinistra, Luca Coslovich ed Alan Arrigo

Ci sarà anche un po' di Sanremo mercoledì nel principato di Monaco dove si terrà il XIV° Tropee Monaco Inter Riviera, un appuntamento organizzato dall'Association Monegasque des Barmen (o A.M.B. ndr). Non uno dei tanti eventi ma una piazza esclusiva dove si riuniranno le eccellenze del bartending. In questo contesto si muoveranno Luca Coslovich ed Alan Arrigo maestri del drink, esperti in ambito internazionale e sicuramente ancor più di maggior prestigio se si pensa che lavorano nella città dei fiori, il primo presso il Pravda Cafè di piazza San Siro ed il secondo come Capo Barman prima all'Hotel Londra ed ora all'Hotel Villa Eva una nuova prestigiosa struttura nel golfo di latte.

I due matuziani si recheranno nel principato non tanto per partecipare ad una delle tante categorie che compongono la competizione, quanto per presentare il loro drink organizzato per l'occasione delle nozze del principe Alberto II con Charlène Wittstock avvenute a luglio. Questa occasione potrebbe rivelarsi determinante perchè potrebbero anche presenziare i reggenti in un reciproco scambio di omaggi. La possibilità offerta ai due sanremesi si fa ancora più significativa se si pensa che loro non fanno parte dell'AIBES ma dell'esclusiva associazione monegasca dove sono gli unici due italiani nella sezione dei soci esteri, dove oltre a loro compare solo un altro barman di Cannes.

All'interno di questa ristretta quanto prestigiosa cerchia troviamo rinomati nomi di locali o hotel di Monaco: come il Fairmont, il Buddha Bar, il Café de Paris, l'Hermitage ed il Beef Bar. L'occasione c'è sembrata adatta per parlare un po' di che cosa abbia significato per loro questo riconoscimento ottenuto di recente: “Sì, in effetti abbiamo iniziato a far parte dell'associazione contestualmente alla nascita del drink – ha spiegato Luca Coslovich – un'iniziativa che è stata molto gradita direttamente dal presidente dell'A.M.B. Giovanni Speziale”.

Com'è nata l'idea di presentare un drink per il matrimonio dell'anno a Monaco? “Diciamo che è stata un'idea partita da Alan, poi ne abbiamo discusso e trovando la giusta sintonia abbiamo dato vita a questo drink, che alla presentazione ha ottenuto anche il favore dell'arcivescovo monsignor Bernard Barsi la terza carica più importante all'interno del principato, che tra l'altro è venuto qui a Sanremo per assaggiare la nostra creazione” - risponde Luca.

Si può sapere che cosa c'è in questo drink? “Beh sì, è composto da acqua 21, un distillato a bassa gradazione alcolica a base d'uva, acqua di rose, succo di limone, fiori di ibiscus ed il tutto con sopra una spuma di frutto della passione. - dicono i due barman - Il risultato è un mix delicato al palato, non troppo alcolico e piacevole alla vista in quanto offre un colore quasi cangiante. Pensiamo di aver dato vita ad un qualcosa di molto romantico”.

Spuma di frutto della passione? Di che cosa si tratta? “Si tratta della trasformazione molecolare di alcuni componenti. Non c'è niente di pericoloso come qualcuno ha tentato di far credere. Si tratta semplicemente di un'alterazione ad esempio della consistenza di un ingrediente. Per capirci anziché usare il succo di frutta quindi un liquido ne realizziamo un qualcosa di diverso una spuma. C'è anche chi realizza delle sfere con dentro l'ingrediente liquido”.

C'è il cliente che lo richiede o si tratta più di un esercizio di stile? “Qui da noi nella riviera dei fiori magari non viene chiesto tanto ma ciò non vuol dire che non possa essere apprezzato. - precisano Alan e Luca - Ad esempio quando ho fatto il negroni gelatinoso è stato molto apprezzato. Teniamo presente che ci sono altre realtà dove ci sono bar che propongono solo menù con drink di questo tipo”.

I due barman matuziani hanno alle spalle un curriculum di tutto rispetto, Luca in particolare è da quando ha 14 anni che 'studia' il miglior modo di realizzare cocktail. La sua formazione è avvenuta in giro per mezzo mondo, Milano, Praga, Mosca, Montecarlo e poi Sanremo dove lavora dal 2006. A lui che ha visto molte realtà e considerato il suo trascorso monegasco, abbiamo voluto chiedere, quale differenza c'è tra Monaco e Sanremo per un professionista del drink. “Sono tante le differenze a partire da guadagno e quindi anche dalla clientela, che a Monaco è sicuramente più preparata sui cocktail, quindi se vogliamo anche più esigente. Le persone hanno generalmente più soldi e sono più portate a spendere per la vita notturna.

Quindi diciamo che il drink è anche differente da un punto di vista qualitativo non ti puoi permettere di offrire prodotti di scarsa qualità per quel che riguarda la composizione e la preparazione dev'essere a regola d'arte per cui per un drink possono volerci anche più di 10 minuti però sai che il cliente apprezza e capisce il lavoro dietro al prodotto che sta bevendo. - spiega Coslovich - Certo poi c'è la questione del turismo di un livello più alto mentre qui da noi purtroppo siamo rimasti indietro sia per l'organizzazione che per la mentalità dell'offerta. Semplificando, qui da noi si pensa più alla quantità che non alla qualità. Nella provincia di Imperia aprono un sacco di baretti che poi dopo breve chiudono, perchè chi l'ha aperto magari non ha la preparazione necessaria per prendersi una responsabilità del genere e scopre presto che fare il barista non è solo servire caffè. Come secondo me non hanno molto senso quei bar che ti mettono le bevute a prezzi bassissimi che poi attirano orde di ragazzini che dopo breve si riducono nelle peggiori condizioni immaginabili. Io preferisco far crescere il cliente con me, se vogliamo 'insegnargli' a bere e perchè no fidelizzarlo. Preferisco una persona così che una prossima all'alcolismo. Se a Sanremo ci fossero la metà dei bar probabilmente cambierebbe anche la clientela”.

Che cosa consiglieresti a chi vuole diventare barman? “Tanta gavetta. E' un principio sempre valido, magari accettare anche meno soldi ma lavorare con professionisti. Non basta un corso per diventare esperti nell'arte di preparare i drink”. A tal proposito, proprio in questi giorni i Alan e Luca hanno aperto le iscrizioni per il loro corso che prenderà il via il 3 ottobre. 27 ore durante le quali verranno mostrate le tecniche di mescita e miscelazione, per permettere a tutti di avvicinarsi al bartending.

Stefano Michero

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