"Telex in diretta con le Borse di Milano-Wall street-Francoforte-Zurigo"
Questa scritta, campeggiava sulla fiancata di un'Ape furgoncino che ha scorrazzato per Sanremo e Provincia nei primi anni sessanta e che, nella foto dell’Archivio Moreschi, vediamo parcheggiata davanti agli uffici appena inaugurati nella città di Sanremo al pianterreno di un palazzo in via Nino Bixio.
“Borsinvest” era il nome dell’agenzia creata in città da un giovane e dinamico consulente finanziario, Armando Nano.
Un ufficio moderno, dotato delle più avanzate tecnologie ed in grado di attrarre i primi risparmi del boom economico. Sanremo confermava anche in campo finanziario la sua vocazione internazionale potendo vantare un punto di collegamento con le Borse più importanti del mondo.
Internet era ancora lontana ed i collegamenti erano assicurati dal telefono e dalle prime telescriventi che avvicinavano anche la Riviera all'attuale "tempo reale" in cui si apprendono le notizie oggigiorno.
“Borsinvest” era anche il nome di una rivista, diretta dall'allora giovanissimo Gianni Vasino, che poi avrebbe trovato meritata gloria nelle cronache della Rai nazionale, specialmente su “90° minuto”, Domenica sportiva e telecronache da tutto il mondo. La rivista era simile ad un bollettino e veniva spedita ai soli abbonati, che erano diventati oltre mille in pochi mesi dall’inizio dell’attività.
Sanremo è sempre stata Sanremo, anche allora: un palcoscenico ideale per storie originali, spesso in anteprima nazionale.
Fu così che una mattina dell'anno 1961, il dottor Nano, l’intraprendente ed elegante finanziere che da tempo si era stabilito a Sanremo con una splendida moglie ed un figlio, attorniato dai più importanti corrispondenti dell'epoca, Mario Cupisti de Secolo XIX e la Marchesa Maria Curlo della Stampa si recò negli uffici del Comune, in piazza Nota, per annunciare al Sindaco Avv. Fusaro la nascita di un ufficio collegato con le più importanti piazze finanziarie del Mondo e che poteva anche contare sull’importante sostegno della “Banque de Suisse”.
"Borsainvest", proponeva analisi dei movimenti di Borsa e prospettava investimenti attraverso un bollettino, che raggiungeva gli abbonati in tutto il paese. A distribuire la pubblicazione in zona provvedeva direttamente l'Ape, non prima di aver lasciato nella vicina stazione ferroviaria le copie destinate alle diverse parti d'Italia.
Nello staff che curava l'edizione settimanale e quelle straordinarie si alternarono anche altri giornalisti locali come ad esempio Pino Angelini corrispondente dell'Unità e dell'Ansa.
L'ufficio, diretto dal General Manager Nano, era dotato dei più attuali, per l'epoca, mezzi di comunicazione Telex, linee telefoniche dirette ed una stamperia attrezzata per editare la rivista.
Tutto filò liscio sino al giorno in cui qualcuno, non si accorse che attraverso i consigli forniti agli abbonati il finanziere riusciva a garantirsi sicuri guadagni in borsa.
Il meccanismo era semplice.
Nano comprava in anticipo le azioni delle società di cui consigliava l’acquisto agli abbonati, a fronte dell’aumento, rivendeva immediatamente le sue. Allo stesso modo procedeva per le previsioni negative, vendendo azioni allo scoperto prima di consigliarne la vendita agli abbonati e quando le quotazioni calavano lui si ricopriva.
Al termine di una di queste operazioni la Borsa di Milano fu scossa dalle simultanee operazioni provocate dalle interessate direttive dell’agenzia sanremese e scattò immediatamente l'accusa di aggiotaggio per aver causato un rialzo e ribasso fraudolento delle azioni.
Si diede corso ad una indagine sull’attività di “Borsinvest”, che dopo poche settimane portò al blocco dell'attività. L’istruttoria chiarì che Nano aveva truffato numerosi investitori sfruttando anche la buona fede dei suoi collaboratori fra cui Gianni Vasino, che raggiunto telefonicamente, dopo aver superato lo stupore per la nostra richiesta, ci ha confermato l’episodio.
Nelle foto vediamo Armando Nano, in compagnia di Gianni Vasino e di un consulente dello studio il Prof: Caretti, uscire dai diversi uffici dove si era stato chiamato ripetutamente per fornire spiegazioni sulla sua attività.
Ma la vicenda finanziaria, già di per sé internazionale e clamorosa, si arricchì di un altro sorprendente capitolo.
In quello stesso periodo Nano aveva ricevuto delle minacce di morte da un'organizzazione segreta della destra francese, la famosa OAS e, grazie a lui, Sanremo non fu soltanto collegata con le principali borse del mondo, ma balzò anche al centro di un misterioso intrigo internazionale.
L'Organisation de l'armée secrète era un movimento indipendentista terroristico, cui ad Algeri il protagonista di questa storia aveva venduto una inesistente nave carica di armi, che doveva raggiungere le coste egiziane.
A causa di questa pericolosa truffa internazionale, i servizi segreti di diversi paesi lo rintracciarono e raggiunsero proprio a Sanremo, dove Nano fu costretto a restituire la somma incassata dalla vendita della nave per sottrarsi alle pesanti minacce, che avevano coinvolto anche la sua famiglia.
Con il blocco definitivo da parte dell'autorità dell'ufficio sanremese di Borsa Invest a Sanremo, in Europa si persero le sue tracce.
Alcune voci raccontano dell’apertura di un nuovo centro finanziario in Canadà pochi mesi dopo la chiusura di quello sanremese e di un suo successivo arresto. Ma purtroppo l’archivio fotografico Moreschi non può fornire documentazione ed a questo punto si fermano anche i preziosi ricordi di Gianni Vasino, che ci ha aiutati a ricostruire l’intera vicenda.
Le ricerche su internet non producono risultati significativi se non a partire dalla seconda metà degli anni novanta, quando le cronache italiane ed internazionali riprendono ad occuparsi di un certo “Nano”. La vicenda è relativa alle somme che alcuni calciatori e personaggi dello spettacoli italiano non riuscirono più a recuperare da una rete di promotori finanziari.
“Il presunto cervello della New Bank Limited si presentava come "Armand Nano', banchiere ginevrino da sette generazioni. Ma gli inquirenti hanno scoperto che in realtà e' nato a Genova 71 anni fa e si chiama Armando Nano.” recita il Corriere della Sera del novembre del 1997.
Il mistero attorno al fantasmagorico Nano continua e si infittisce.














