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Al Direttore | 07 febbraio 2015, 10:20

Nunzion Filogamo, primo conduttore del Festival di Sanremo, il ricordo del nostro lettore Andrea Gandolfo

"Con l’occasione auguro al bravo Carlo Conti di emulare quest’anno le gesta del primo presentatore del Festival, che tutti ricordano ancora come un professionista serio e preparato."

Nunzion Filogamo, primo conduttore del Festival di Sanremo, il ricordo del nostro lettore Andrea Gandolfo

A pochi giorni dall'inizio del Festival della canzone italiana, il nostro lettore Andrea Gandolfo, ha voluto donarci un ricordo del primo conduttore della manifestazione: Nunzion Filogamo:

"Caro Direttore, 

nell’imminenza dell’apertura del 65° Festival di Sanremo, vorrei inviarvi un mio breve profilo biografico del primo presentatore della manifestazione canora, il celebre Nunzio Filogamo, famoso anche per aver lanciato il popolare slogan “Miei cari amici vicini e lontani…” proprio dal palco di Sanremo. Con l’occasione auguro al bravo Carlo Conti di emulare quest’anno le gesta del primo presentatore del Festival, che tutti ricordano ancora come un professionista serio e preparato. 

Ecco il mio racconto della sua vita: Nunzio Filogamo, presentatore, attore radiofonico e cantante, nato a Palermo il 20 settembre 1902, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino, dove sarebbe cresciuto e vissuto per tutta la vita, tranne un breve periodo di studi a Losanna e alla Sorbona di Parigi. Durante gli anni universitari iniziò ad interessarsi di teatro partecipando ad alcune rappresentazioni messe in scena da Elena Vaccaneo. Dopo essersi laureato in legge, entrò nel mondo dello spettacolo recitando in celebri compagnie musicali insieme a Dina Galli e alle sorelle Gramatica.

Lavorò anche con Nino Besozzi, Maria Melato ed Enrico Viarisio e venne poi scritturato dall’allora famosa compagnia di Ruggero Ruggeri. La notorietà giunse però, quasi casualmente, quando, chiamato da Riccardo Morbelli, cominciò ad interpretare il personaggio di Aramis nella trasmissione radiofonica I quattro moschiettieri, che andò in onda a partire dal 1934 riscuotendo un’enorme popolarità. Entrato stabilmente all’Eiar, Filogamo lasciò definitivamente il teatro e, sull’onda del successo radiofonico, tentò anche l’avventura discografica incidendo varie canzoni, tra cui si possono ricordare: Tutto va bene madama la marchesa, Qualcosa in Perù, Toc toc, Nasino in su, Amo tante cose, Povero cagnolino pechinese. Nello stesso tempo intraprese anche la carriera cinematografica interpretando ruoli in vari film quali Non c’è bisogno di denaro di Amleto Palermi (1933); Il serpente a sonagli di Raffaello Matarazzo (1935); La contessa di Parma di Alessandro Blasetti (1937); Ecco la radio di Giacomo Gentilomo (1940); Una famiglia impossibile di Carlo Ludovico Bragaglia (1941) e Vento di milioni di Dino Falconi (1940). Diresse poi la Compagnia di rivista dell’Eiar di Roma, che debuttò il 24 novembre 1940 e proseguì la sua attività per tutto il periodo bellico. Dopo aver interpretato altri due film (C’è sempre un ma di Luigi Zampa nel 1942 e La vita nostra di Pier Luigi Faraldo nel 1943), venne licenziato per essersi rifiutato di recarsi in Germania a lavorare per le truppe tedesche.

Rimasto disoccupato per qualche mese, riprese a lavorare con l’arrivo degli Alleati a Roma presentando spettacoli organizzati per le forze armate, messi in scena al Teatro dell’Opera di Roma a fianco di Marlene Dietrich e Gene Krupa. Grazie al maestro Segurini ricominciò a lavorare anche alla radio, per cui condusse la rubrica Zig zag. Nel dopoguerra fece qualche comparsata in film quali Come persi la guerra (1947) e Come scopersi l’America (1949) di Carlo Borghesio e Adamo ed Eva (1949) e Il vedovo allegro (1950) di Mario Mattoli, ma soprattutto riprese l’attività di conduttore radiofonico lanciando programmi di grande successo come Viva la radio, L’ora del dilettante, La bacchetta d’oro, Il campanile d’oro (condotto da Enzo Tortora), Canzoni e nuvole, La rivista è bella, Dieci con lode e Il microfono è vostro, che divenne anche un film per la regia di Bennati, cui seguirono Miracolo a Viggiù di Giachino, I due sergenti di Chiesa e Pentimento di Gianni. Nel 1951 presentò il primo Festival di Sanremo, che condusse anche nelle tre edizioni successive, ma poi, con l’avvento della televisione, venne estromesso perché ritenuto poco telegenico. Nel 1955 proseguì la sua attività in radio conducendo Occhio magico, seguita da La tombola e quindi da Canzoni fra le nuvole. Nel 1957 tornò a condurre il Festival di Sanremo insieme a Marisa Allasio. Nel 1961 ritornò alla radio come conduttore di Maestro per favore e nel 1963 presentò il Cantagiro e successivamente Un Disco per l’estate 1964. Sempre nel 1964 rientrò in televisione in La primula rossa della serie La Biblioteca di Studio Uno per la regia di Antonello Falqui, nel 1965 condusse in radio Moda e costume, nel 1967 tornò in tv in Ieri e oggi di Lino Procacci e al cinema (La guerra dei topless di Gianni). Negli anni Settanta continuò a dedicarsi alla radio partecipando alle trasmissioni per il ventesimo anniversario del Festival di Sanremo e presentando programmi musicali come Toujour Paris, Paris Chanson e La vedova è sempre allegra.

Nel 1977 comparve nel ruolo di se stesso nel film con immagini di repertorio di Roberto Faenza, Forza Italia. Tra le fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 fece alcune apparizioni sulle emittenti locali TeleAltoMilanese e Tve Teletna, per la quale condusse Domenica amica. Richiamato dalla Tv di Stato, prese parte alle produzioni La casa felice di Massimo Scaglione (1977) e Una faccenda privata, telefilm della serie Aeroporto internazionale, sempre per la regia di Massimo Scaglione (1979). Nel 1983 tornò in radio per condurre un memorial in omaggio al maestro Cinico Angelini. Nel 1984 venne richiamato in televisione da Renzo Arbore nel varietà televisivo Miei cari amici vicini e lontani, che festeggiò i cinquant’anni della radio. Nel 1986 ritornò in tv nel cast di Un fantastico tragico venerdì in onda su Retequattro. Ritiratosi in una casa di riposo in Piemonte, fece perdere le proprie tracce, tanto da indurre Pippo Baudo ad una clamorosa gaffe nel 1997, quando ne annunciò anzitempo la scomparsa durante una sua trasmissione. Morì a Rodello d’Alba, in provincia di Cuneo, il 24 gennaio 2002 all’età di 99 anni."

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