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Eventi | 27 gennaio 2015, 15:47

Imperia: anche il vice Presidente del Consiglio Regionale Donzella alla cerimonia del 'Giorno della Memoria'

Nel suo discorso Massimo Donzella ha voluto citare due persone, Primo Levi e Liliana Segre, delle quali ha voluto portare le testimonianze.

Imperia: anche il vice Presidente del Consiglio Regionale Donzella alla cerimonia del 'Giorno della Memoria'

Il Vicepresidente del Consiglio Regionale Massimo Donzella ha partecipato questa mattina, in Prefettura ad Imperia, alla cerimonia in occasione del Giorno della Memoria. “Non mi sentirei legittimato a trattare tale argomento – ha detto Donzella nel suo intervento di apertura - se non fossero gli stessi deportati e sopravvissuti che hanno inteso e voluto far ricordare, anche attraverso l’istituzione della legge 211/2000, ciò che è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti per ricordare un tragico periodo e fare in modo che tali eventi non possano mai più accadere”.

Nel suo discorso Massimo Donzella ha poi voluto citare due persone, Primo Levi e Liliana Segre, delle quali ha voluto portare le testimonianze. “Trovo un comune denominatore tra due persone straordinarie deportate anch’esse di cui ho potuto da un lato leggere le testimonianze e dall’altro ascoltare le descrizioni e i racconti di un’orribile esperienza. È un appello rivolto in particolare ai giovani in cui Primo Levi chiede di non nascondersi mai per non guardare in faccia la realtà e di trovare sempre la forza di pensare. Stesso comune pensare per Liliana Segre che chiede di non essere mai indifferenti, poiché anche l’indifferenza è stata complice di tali misfatti. Deve sempre essere denunciato ciò che è ingiusto, che tende alla sopraffazione e che porta alla discriminazione”.

“A chi ha chiesto loro come hanno fatto a sopravvivere in un campo di concentramento viene risposto innanzitutto che si è trattato di fortuna, poi la salute ed ancora il desiderio di pensare, di non cadere nell’atrofia, poiché perdere l’interesse per il mondo sarebbe stato rassegnarsi alla morte. Ma c’è una precisa constatazione che ha avuto modo, dice Primo Levi, di fare successivamente: coloro che avevano fede avevano più possibilità di sopravvivere. Qualunque fede religiosa, cattolica, ebraica o protestante o fede politica”.

Presenti in sala anche numerosi alunni delle scuole, ed è a loro che si è rivolto Donzella in chiusura di discorso. “A settant’anni da quel 27 gennaio 1945, giorno in cui l’Armata Russa apriva i cancelli di Auschwitz, è importante ricordare e trasmettere soprattutto ai giovani il significato di tali tragedie perché possano consapevolmente impedire il ripetersi di tali orrori”. 

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