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Al Direttore | 16 dicembre 2014, 08:08

Clochard alla stazione ferroviaria di Sanremo: la risposta del nostro lettore Adriano

Clochard alla stazione ferroviaria di Sanremo: la risposta del nostro lettore Adriano

Un nostro lettore, Adriano, ci ha scritto per inserirsi nella discussione sui clochard in stazione a Sanremo:

"E' vero anche a Sanremo ci sono i clochard. E stanziano spesso alla stazione sotto i porticati. E la stessa cosa succede a Milano, alla centrale, e anche a Monaco di Baviera, dove sono appena stato per lavoro. Anche intorno alle chiese spesso ci sono i clochard. E dove ci sono le mense della Caritas. In Italia e in tutto il mondo. Ora non è un bello spettacolo da vedere, ne per i turisti, ne per i cittadini che vivono in una città. Bisogna però dire che non vedere non elimina il problema. E il problema si chiama povertà. Non si può raccontare che i clochard sono gente che rifiuta la società, spesso alcolisti, o persone in mano ad organizzazioni criminali, che fanno dell’accattonaggio un affare. Non sono solo quelli. Sono tutti quelli che hanno perso il lavoro, la casa, la famiglia. Perché spesso non potendo più idolatrare il dio denaro, si perdono anche valori più profondi e veri. Non voglio fare un trattato di sociologia ma vorrei ricordare a tutti coloro che si lamentano di queste scene, dei nuovi poveri. Quelli che una volta erano dei borghesi e ora sono solo dei barboni. Del ceto medio che si è andato impoverendo fino ai limiti. Io credo che le scene brutte non siano i barboni ma chi ha impoverito la società, depauperando milioni di persone, e vive agiatamente, sempre più ricco a scapito di chi è diventato sempre più povero. Io credo che molti politici che non hanno fatto il loro dovere, molti corrotti e molti corruttori, la finanza che si arricchisce a dismisura senza produrre lavoro ed anzi lo massacra, siano il vero brutto spettacolo. Il brutto spettacolo insomma e ciò che non si vede magari per strada ma sta nei cosiddetti salotti buoni o in TV, quelli di un classe sociale nuova, arricchita senza ritegno, che non sa cosa sia sperare di poter comperare il pane il giorno dopo. Prima di lamentarsi di certi spettacoli insomma dovremmo lamentarci di altre cose indecorose e di tante altre inopportune. Cambiare questo stato di cose sarebbe un dovere morale e civico. Chiudere gli occhi, far finta di non sapere o denunciare la povertà come una brutta scena, invece è veramente cosa da miserabili".

Carlo Alessi

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