ELEZIONI REGIONALI
 / Attualità

Attualità | 18 ottobre 2014, 14:03

Il comandante regionale dei Carabinieri Enzo Fanelli in visita all'Arma di Imperia per congratularsi dopo la sentenza "La Svolta"

Il Generale di Divisione Enzo Fanelli ha voluto incontrare tutti i militari del Nucleo Investigativo ai quali ha rivolto il suo personale plauso e apprezzamento per la professionalità, l’acume investigativo, l’abnegazione e lo spirito di sacrificio quotidianamente dimostrati negli oltre due anni di indagini.

il Generale di Divisione Enzo Fanelli

il Generale di Divisione Enzo Fanelli

Oggi, il Generale di Divisione Enzo Fanelli, Comandante della Legione Carabinieri “Liguria”, con sede a Genova, ha fatto visita ai Carabinieri del Comando Provinciale di Imperia nella storica sede di Viale Matteotti. L’alto Ufficiale, accolto dal Comandante Provinciale, Colonnello Luciano Zarbano, ha voluto incontrare tutti i militari del Nucleo Investigativo ai quali ha rivolto il suo personale plauso e apprezzamento per la professionalità, l’acume investigativo, l’abnegazione e lo spirito di sacrificio quotidianamente dimostrati negli oltre due anni di indagini, culminate pochi giorni or sono con la sentenza del processo “La Svolta”.

Il lavoro svolto dai Carabinieri, il cui merito era già stato riconosciuto con un encomio solenne di Comando Interregionale consegnato il giorno della Festa dell’Arma, trova oggi riscontro con una sentenza storica che, condannando 27 persone a quasi 200 anni di carcere complessivi, riconosce, per la prima volta, la presenza della ‘ndrangheta in regione.

L’associazione mafiosa aveva pervaso completamente il tessuto sociale e politico-istituzionale di parte della Provincia attraverso: il controllo del territorio, con la commissione di numerosi reati di usura, estorsione, traffico di armi, violazione delle norme sugli appalti pubblici, false fatturazioni, violenza privata; il condizionamento del potere politico e delle amministrazioni comunali, anche per mezzo del controllo delle competizioni elettorali a livello locale; i rapporti con le istituzioni, la magistratura e le forze dell’ordine minacciando invece altri magistrati e giornalisti ritenuti scomodi;

l’esercizio diretto dell’attività imprenditoriale, attraverso la costituzione di società operanti nel movimento terra e nel campo delle cooperative sociali di servizi; lo stretto legame con le cosche calabresi dei Piromalli, Alvaro e Pelle, attraverso un fitto scambio di informazioni e direttive. La sentenza ha anche portato alla confisca di beni nella disponibilità degli imputati per circa 2 milioni di euro. Il Comandante, orgoglioso del complesso e delicato lavoro svolto dai Carabinieri, ha detto loro grazie, anche come cittadino.  

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A SETTEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium