Nell'annunciare che la città di Nizza è stata ufficialmente riconosciuta patrimonio universale dell'Unesco, il sindaco di Nizza ha reso omaggio alla vocazione multiculturale dell'antica Nikaia, una vocazione che, ad onor del vero, condivide con il resto della Costa Azzurra e della Riviera ligure. In proposito ha ricordato il grande debito che Nizza ha con la tradizione urbanistica sabauda, oltre che con il lascito ideale e storico italiano e soprattutto ligure e piemontese, ma anche provenzale. Certamente Nizza, ceduta alla Francia dal neonato regno d'Italia secondo un patto ancora oggi controverso e non troppo chiaro, resta un punto di riferimento di notevole importanza nei rapporti tra Italia e Francia, ma anche nelle relazioni storiche europee dal VII secolo ad oggi.
Tra esse le gesta transnazionali di Giuseppe Garibaldi, nizzardo di nascita e campione della marineria ligure, oltre che combattente per la libertà anche della stessa Francia durante la guerra con la Prussia: a Digione sotto la guida di Garibaldi, accorso per difendere Nizza, si registrò, infatti, l'unica vittoria contro i tedeschi delle truppe francesi in quel disastroso conflitto. Per tornare all'impianto architettonico sabaudo, che Nizza condivide con altri centri, non solo piemontesi, quali Savona e Oneglia, va detto che la stessa capacità attrattiva e ambientale della città della Costa Azzurra deve molto all'interesse dei sovrani sabaudi a qualificarla nei secoli, da ultimo a Carlo Felice, che i Nizzardi amarono molto. Fu proprio Carlo Felice, e dopo di lui in una certa misura anche Carlo Alberto, a creare il moderno volto di Nizza, e anche a prendere in considerazione la necessità di migliorare i collegamenti in tutto il Ponente ligure.
Pierluigi Casalino