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Economia | 03 luglio 2020, 09:40

Cella Grande, romanico, tradizione e sapori nel biellese

Alla scoperta di una fra le dimore storiche di lusso italiane più pregiate ricavate da un antico monastero benedettino dell’XI secolo con vista lago e vigneti intorno.

Cella Grande, romanico, tradizione e sapori nel biellese

Esistono luoghi, in Piemonte, meritevoli di attenzione, specie per quanti prediligano contesti in equilibrio fra storia e tradizione, sapori e relax. ‘CellaGrande’, a Viverone, interpreta perfettamente questa sintesi, dividendosi abilmente fra viste mozzafiato sul lago, giardini fioriti, e un ambiente in cui semplicità, tecnologia, confort e cucina di classe, modernità e restauro integrativo convivono perfettamente in uno scenario unico nel suo genere”.

Lo afferma Maurizio Scandurra, giornalista radiotelevisivo e saggista, imprenditore e stimato collezionista di ventilatori d’epoca, campane e autobus storici, nonché generoso benefattore e proprio per via di questo nominato Cittadino Onorario di Montiglio Monferrato.

Il recupero funzionale perfettamente riuscito fa di questo antico monastero benedettino del XII secolo dal fascino senza tempo, e del campanile romanico a esso associato - di certo fra i più rappresentativi di questo stile nel Biellese - collegato all’antica chiesa ancora presente all’interno della struttura, un punto di massima suggestione ed emozione nell’incontro virtuoso fra architetture sacre dalle radici millenarie e un territorio fatto di vigneti e colture a vista che incantano il cuore, alimentando la filiera virtuosa dei migliori prodotti tipici piemontesi del territorio, fra cui vini pregiati e altre prelibatezze”, prosegue lo scrittore, un passato nel cast di programmi di punta di ‘Raiuno’ e ‘Raidue’ (fra cui ‘Mattina in Famiglia’, ‘Scalo 76’ e ‘Telethon’ nelle indimenticabili edizioni condotte da Pippo Baudo e Fabrizio Frizzi), nonché autore di svariate biografie di personaggi famosi, tra cui anche quelle firmate a quattro mani con artisti del calibro di Ivana Spagna, Pietruccio Montalbetti leader dei Dik Dik e Valerio Liboni de I Nuovi Angeli.

CellaGrande – aggiunge Maurizio Scandurra - che trae il nome dalla parte più antica del complesso, una suggestiva cappella votiva dedicata alla figura dell'Arcangelo biblicamente più noto, rappresenta la tappa più recente di un percorso lungo 70 anni. Una esemplare storia umana e professionale insieme che dal 1946 a oggi fa di Roberto Bagnod e dell’omonima famiglia di capaci imprenditori cui appartiene, un punto di riferimento assoluto in Italia nel settore delle aziende agricole all’avanguardia e di successo abbinate alla cultura degli agriturismi di zona. Unitamente all’attenzione per l’ambiente, producendo da biogas energia rinnovabile elettrica, termica e biometano, sfruttando semplicemente e soltanto lo stallatico dei loro allevamenti e colture dedicate”.

Per poi concludere: “Perché se, come canta Fabrizio De André in Via del Campo, “dal letame nascono i fior”, è altrettanto vero che, nell’algoritmo proprio di ogni terrena esistenza, solo la cultura delle radici - di cui ‘CellaGrande’ è testimone esemplare - può fare la differenza. In agricoltura e nell’hotellerie, come anche nella vita”.

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