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Attualità | 10 settembre 2019, 18:31

Ventimiglia: famiglia di cinghiali alle Gianchette, l’associazione ‘Iene vegane’ si mobilita per evitarne l’abbattimento “Non serve essere animalisti per indignarsi” (Foto)

Pur comprendendo l’intervento da parte di Regione Liguria, la richiesta dell’associazione è quella di affidare i sei cinghiali che ormai abitano lungo il Roya - senza dare fastidio alla viabilità o alle persone, visto che l’area è stata recintata - ad una struttura autorizzata.

Ventimiglia: famiglia di cinghiali alle Gianchette, l’associazione ‘Iene vegane’ si mobilita per evitarne l’abbattimento “Non serve essere animalisti per indignarsi” (Foto)

Carmelo, è questo il nome di uno dei sei cinghiali adottato dal quartiere Gianchette a Ventimiglia. E’ nato tutto per casi: gli animali qualche mese fa si sono avvicinati troppo alla città e alle case, hanno iniziato a socializzare con i residenti, quasi come degli animali domestici, senza dare fastidio alcuno, e aiutati dalle cure amorevoli di associazioni e cittadini che hanno iniziato a dare loro qualcosa da mangiare.

Nella notte gli operatori della Regione sono arrivati lungo il Roya a Ventimiglia per avviare le operazioni di cattura dei cinghiali, ovviamente troppo vicini al centro cittadino, ma hanno trovato sul posto ad impedirlo associazioni e volontari che si sono occupati degli animali in questi mesi. La protesta riguarda le modalità di cattura dei cinghiali, ma anche il loro trattamento: “Alcuni vengono messi in gabbia e uccisi direttamente - spiega Lilian Tadini che, insieme a Evelina Neglia è referente per la Liguria della onlus Iene Vegane’ - mentre quelli non abbattuti sono donati alle aziende faunistiche venatori, ovvero utilizzati per addestrare i cani da caccia. Non c’è bisogno di essere animalisti per indignarsi di fronte a tutto questo.”

Pur comprendendo l’intervento da parte di Regione Liguria, la richiesta dell’associazione è quella di affidare i sei cinghiali che ormai abitano lungo il Roya - senza dare fastidio alla viabilità o alle persone, visto che l’area è stata recintata - ad una struttura autorizzata.

“Si chiama Porcikomodi - continua Lilian Tadini - è lombarda ed è un vero e proprio santuario autorizzato all’allevamento e alla detenzione di cinghiali. Abbiamo mandato una lettera a Valerio Vassallo, il dirigente che ha predisposto la cattura, chiedendo di poter trasferire gli animali in questa struttura, ma non abbiamo ancora ricevuto una risposta. Non siamo di fronte a cinghiali devastatori di orti, sono semplicemente sei animali arrivati troppo vicino alle case che hanno socializzato con tutti nel quartiere e che non meritano una fine così crudele.”  

Simona Della Croce

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