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Economia | 11 luglio 2019, 07:00

Sanremo e non solo: le città italiane legate al mondo del gioco

Il nostro Paese vanta una discreta tradizione per quanto riguarda il gioco, ma pare che si sia un po’ persa nel tempo a favore delle grandi costruzioni americane, che paradossalmente si sono ispirate in passato proprio a quelle italiane.

Sanremo e non solo: le città italiane legate al mondo del gioco

Quali sono le sale da gioco più iconiche d’Italia? Lo Stivale riesce a reggere il paragone con Las Vegas o Monte Carlo? Sono tante le domande che possono affliggere gli appassionati del tavolo verde, specie se alle prime armi. Il nostro Paese vanta una discreta tradizione per quanto riguarda il gioco, ma pare che si sia un po’ persa nel tempo a favore delle grandi costruzioni americane, che paradossalmente si sono ispirate in passato proprio a quelle italiane.

Ad oggi, il Belpaese non figurerebbe nemmeno tra le nazioni europee più visitate al mondo dai giocatori più incalliti, eppure la mole di gioco prodotta in Italia è delle meno trascurabili. Complice l’attenzione dei media, da molti anni a questa parte è Sanremo la città italiana che viene più facilmente associata al gioco. Lì sorge il Casinò Municipale, aperto oltre 100 anni fa con il nome “Kursaal”. Un edificio molto legato alla tradizione, al punto che la facciata del Casinò di Sanremo viene illuminata a festa nel periodo natalizio. Non si tratta certo della Torre Eiffel, ma ha il suo perché.

Fino a qualche decennio fa i casinò fungevano perlopiù da luogo strategico di incontro per uomini di cultura, scrittori e intellettuali vari. Le sale di Sanremo non fanno eccezione, ma ormai è soprattutto il teatro Ariston a suscitare l’interesse dei turisti che passando per la Liguria si allontanano da Genova. Stando ad alcune fonti, il casinò di Sanremo sarebbe considerato da qualche studioso come il primo mai costruito, ma già nella prima metà del XVII secolo, invero, il territorio italiano aveva visto sorgere il Ca’ Vendramin di Venezia, che però fu costretto a rimanere chiuso per molto tempo prima di veder espandersi la propria fama. A Venezia si trova anche il Ca’ Noghera, uno dei primi casinò italiani che ha riconosciuto la centralità delle slot machine nell’offerta contenutistica moderna.

La storia del Casinò di Campione d'Italia, invece, è molto differente. Stiamo parlando di un edificio che veniva adoperato sulla scena bellica dal 1917 in poi. Anche in questo caso si parla di salotti che venivano frequentati da menti di grande spessore e che continuarono ad ospitare incontri di prestigio anche quando la sede del casinò si spostò in terra elvetica. Il Casinò di Campione d’Italia non ha avuto vita facile, specie di recente, rasentando il fallimento. Tra l’altro, molte attrazioni che andavano già forte in America sono arrivate a Campione solo in un secondo momento, facendo sì che l’interesse degli avventori non fosse particolarmente vivo fino a qualche tempo fa.

Tra le sale italiane meno datate possiamo citare sicuramente il Casinò de la Vallée di Saint-Vincent, in Valle d’Aosta, inaugurato una settantina di anni fa sulle ceneri del Grand Hotel Billia. A questo casinò va riconosciuto il merito di aver incontrato a lungo i gusti dei giocatori più assidui di tutta l’Europa, in quanto ha puntato appena possibile sul gioco elettronico. Sulla falsariga degli altri casinò del Nord, quello di Saint-Vincent ha richiamato a sé personaggi della politica e dello spettacolo anche perché è stato sfruttato come palcoscenico per qualche premiazione nell’ambito di eventi culturali. Niente che si possa ottenere su una piattaforma di casinò online, di quelle che a poco a poco stanno soppiantando proprio le sale vere e proprie. Se i casinò italiani non risultano più tra i migliori d’Europa, forse la colpa è proprio della rete…

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