#Sanremo2019, The Zen Circus: "Il rock è bello quando può dimenticarsi di esserlo"

“È sempre stato un crescendo, negli ultimi cinque anni, siamo arrivati qui serenissimi e forti di questa crescita. Abbiamo creato una fidelizzazione incredibile col pubblico”. Così i The Zen Circus parlano al Palafiori di Sanremo guardando ai primi vent'anni di carriera. Un percorso iniziato a Pisa nel 1994 da un'idea di Andrea Appino e Marcello Bruzzi, affermandosi poi a pieno titolo nel panorama del rock indipendente italiano. 

Un testo complesso, quello portato in gara, L’amore è una dittatura, che forse deve ancora arrivare del tutto a chi lo ascolta. “Ce lo aspettavamo l’effetto anestetico, per un brano così denso serve tempo", spiegano. "Di certo non siamo qua per cercare una nuova carriera e un nuovo pubblico. Sanremo è un di più, un regalo che ci siamo fatti per i nostri vent’anni di carriera. Siamo qui in rappresentanza dei tantissimi ragazzi che ci hanno seguiti. Ciò che passerà o meno al pubblico non è un problema nostro”.

“Quando su questo palco salirono gli Afterhours ci raccontarono che si erano sentiti degli alieni. Ma Sanremo si evolve. Se ci avessero spiegato cosa sarebbe successo alla nostra musica negli ultimi dieci anni, avrei anche partecipato prima. Il rock ora vive un momento assolutamente scuro. Ma l’idea di rock del passato ce la siamo voluti lasciare alle spalle. Il rock è figo nel momento in cui può dimenticare di esserlo”.