Qualche giorno fa il Wall Steet Journal ha riportato la notizia che in Ohio fra qualche giorno le aziende potranno pagare le tasse con i Bitcoin e che questa possibilità di pagamento sarà estesa ben presto anche ai privati cittadini. Qualcuno potrebbe pensare che la situazione del Bitcoin, che ha visto momenti davvero bui in questo 2018, si sia sanata: ma è così? In realtà affatto, la cryptomoneta è ancora a terra, sotto ai 5mila dollari.
Il motivo di una mossa di questo genere è la volontà di crederci ancora e di dare al Bitcoin la possibilità di farcela. I piccoli investitori, quindi, dovrebbero ancora stare ben attenti a fare questo tipo d’investimenti perché si tratta davvero di giocare in Borsa sul filo del rasoio. Puntare su un capitale così altalenante come il Bitcoin è davvero un azzardo, come qualunque altra attività che si potrebbe fare su auraweb.it o altri portali simili.
La “responsabilità”del crollo del BTC è dovuto alle sue caratteristiche: sotto il punto di vista della tracciabilità, infatti, si tratta di qualcosa davvero quasi al limite della legalità cosa che con il tempo ha iniziato a pesare a molti. Il suo conseguente altalenare nel corso degli ultimi 10 anni, che ha portato l’investitore a perdere anche parecchio denaro, gli ha fatto perdere la sua aura di “bene sicuro”.
Bitcoin: dal debutto al crollo
Il Bitcoin, da quando è nato nel lontano 2009, ne ha viste davvero tante e qualche sostenitore potrebbe dire che da sempre ha avuto i suoi alti e bassi. Di certo però la sua volatilità si è molto accentuata nell’ultimo periodo ed è per questo che la sua diffusione ha subito da tempo un grosso arresto. Gli speculatori hanno poi fatto il resto e hanno purtroppo guadagnato alle spalle di chi, poco esperto di trading, ha azzardato di giocare in Borsa animato da promesse di soldi facili.
Il suo primo momento d’oro è stato all’inizio del 2011, dove il suo aumento di valore ha portato tanti, anche persone comuni, a investirci parecchio. Alla fine dello stesso anno, però, tutto è nuovamente crollato a picco e il valore del Bitcoin a novembre 2011 era del -94% e la situazione è peggiorata ancora nel gennaio successivo. L’estate l’aveva fatto risalire, ma poi un bug del software l’ha di nuovo messo in crisi e questa caduta ha fatto così tanto clamore che il chiacchierio e la propaganda negativa hanno peggiorato ancora di più la situazione.
Nel novembre del 2013, insomma, c’è stato un altro tracollo del Bitcoin. Sono seguiti due anni sostanzialmente di stallo dove il valore della cryptomoneta era congelato a 500 dollari. Una piccola ripresa nel 2014 è stata seguita da un altro ribasso e a un furto da parte di hacker di parecchio capitale: per altri tre anni è rimasto quindi a 439 dollari.
2017-2018: la risalita e il nuovo crollo
Il 2017 è stato un anno molto positivo per il BTC che ha segnato una crescita quasi impressionante: a luglio dell’anno scorso il valore era di ben 3mila dollari. Questo ha fatto sì che anche la gente comune fosse molto interessata a investire qualcosa nelle cryptomonete e così è stato. La moneta è diventata sempre più di uso comune: bar, ristoranti e negozi hanno iniziato a consentire questa forma di pagamento. Arrivato a 5mila dollari, nel settembre 2017, a seguito del governo cinese che ha minacciato repressione nei confronti di questa nuova valuta digitale, il nuovo crollo.
Il passaggio dal 2017 al 2018 è stato veramente drammatico e ha segnato l’inizio della discesa che è progressivamente continuata nel corso di quest’anno. La cryptomoneta è stata inoltre associata a crimini di droga e truffe. Nel frattempo pare che l’Italia, come comunicato dal Ministro Di Maio, investirà nello sviluppo del Bitcoin. Per sapere come procederà la storia dei Bitcoin bisognerà attendere.
