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Economia | 23 febbraio 2018, 16:01

Azzardo: svolta opzioni binarie in Europa, chiusura ad un passo

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Azzardo: svolta opzioni binarie in Europa, chiusura ad un passo

Il trading ad alto rischio è un argomento sempre molto caldo, se non rovente, per i legislatori di tutto il mondo. E l’attività più ad alto rischio è senz’altro il binary option.

I traders statunitensi sono già vincolati da diverse leggi del paese che impediscono loro di investire in qualsiasi broker di opzioni binarie non regolamentato dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission) e dalla NFA (National Futures Association).

In breve, mentre in Europa le opzioni binarie mettono in contrapposizione il Trader al Broker, proprio come avviene nel gambling tra Scommettitore e Bookmaker, negli Stati Uniti, in questa attività di trading, il broker funge nient’altro che da intermediario, allo stesso modo in cui gli exchange funzionano nel mondo delle criptovalute. Quindi il broker non gioca, non è il banco, bensì un intermediario.

Le Opzioni Binarie in Europa Faranno La Stessa Fine?

Il 5 Febbraio scorso, è scaduto un termine importante per le sorti delle opzioni binarie in Europa l’autorità di controllo sui mercati europei ESAs (European Supervisory Authorities), la cosiddetta “Call For Evidence” per mezzo della quale, l’autorità aveva richiesto ai soggetti interessati dall’argomento di inviare le proprie osservazioni e partecipare al processo di revisione.

Ora si attende soltanto il verdetto, e onestamente questa sembra la volta decisiva per i drastici cambiamenti tanto temuti dai broker europei.

Al tempo stesso, le tanto vituperate criptovalute, rimangono al centro del dibattito

Sempre la stessa ESAs, in data 12 Febbraio 2018, ha messo in guardia i potenziali investitori dei potenziali rischi degli exchange in generale per quanto riguarda la sicurezza dei propri fondi (non soggetti a protezione alcuna in caso di furto o perdita) l’operatività degli stessi exchange (interruzioni di servizio), volatilità ed effetto bolla.

Per quanto riguarda i primi tre punti toccati dall’autorità in questione il discorso è pacifico; se però si tira in ballo la volatilità delle VC (Virtual Currencies o Criptovalute che dir si voglia) ci sentiamo in dovere di spezzare qualche lancia in favore di queste ultime:

  1. Volatilità: qui non ci dovrebbe nemmeno discussione, le opzioni binarie sono decisamente più a rischio delle criptovalute. Mentre le prime sono infatti una scommessa Win or Lose sull’andamento di un prodotto sottostante, le criptovalute esistono ed esistono sulla blockchain, le chiavi possono essere conservate, le monete scambiate o utilizzate per acquisti. Per fare un paragone, potremmo benissimo acquistare uno spazio di archiviazione oggi (Cloud o un Server proprio), pagarlo 100 euro, e magari in futuro vederlo valere 1000 euro oppure 10. O magari un dominio a nome dei backstreet boys, pagato magari 50mila euro nel 1999, oggi ne vale probabilmente 500.

  2. Scadenza: le opzioni binarie possono avere scadenza massima di un giorno, le criptovalute non hanno scadenza. Se prendiamo la scadenza come parametro di valutazione, le opzioni binarie sono sinceramente più prossime al Red&Black dei Casino, piuttosto che ad uno strumento finanziario, le criptovalute sono potenzialmente assimilabili ai titoli azionari.

  3. Exchange Non Regolamentati: anche su questo punto si può argomentare che le criptovalute hanno trovato una sponda; intermediari soggetti a normative AML o regolamentati come Coinbase o addirittura IQ Option (broker con licenza europea CySec).  rispondono in maniera netta alle critiche mosse nel comunicato diffuso il 13 Dicembre.

  4. Prodotti Non Regolamentati: qui ci sentiamo di convenire con l’ESAs, il mercato delle criptovalute ha chiaramente necessità di dotarsi di un’associazione di categoria ed autorità di controllo che accrediti nuove ICO ed accenda un faro sulle vecchie VC, nonchè sugli exchange abilitati all’intermediazione, pumps and dumps.

A proposito del paragone tra Rosso/Nero ed Opzioni Binarie, c’è da notare come a proposito, in UK, il Binary Option, proprio per la sua natura, è stato per l’appunto regolato dalla Gambling Commission, e soltanto dal 4 Gennaio 2018 è stata sostituita dalla FCA come autorità di controllo.

In definitiva, aspettiamo con curiosità l’orientamento di ESAs, ESMA ed EBA verso la regolamentazione delle opzioni binarie, il cui pronunciamento è atteso nelle prossime settimane. Lo scorso Dicembre, le voci di una possibile messa al bando del binary, avevano causato un immediato ribasso del 17% del titolo azionario di un broker affermato come Plus500. Il cui quartier generale ha sùbito sottolineato il fatto che Plus500 non ha mai offerto le opzioni binarie sui sui prodotti.

In realtà alla base della fuga degli investitori ci sarebbero le voci che parlano di un interessamento anche dei CFD, tra i potenziali prodotti finanziari soggetti alle restrizioni.

Ci si aspetta inoltre, una revisione dei limiti della leva finanziaria, la quale potrebbe essere limitata ad un range compreso tra 30:1 e 5:1, ciò a seconda del prodotto sottostante.

Opzioni Binarie, Fine Della Corsa?

Per deduzione, dopo la recente messa al bando delle opzioni binarie in Israele, le forti restrizioni in USA, il recente intervento della FCA in Regno Unito e le dichiarazioni favorevoli al bando della CySec ci aspettiamo a breve un intervento legislativo da parte della UE. E dati i recenti sviluppi nei mercati principali, c’è da scommettere che questa volta, bando o non bando, ci saranno dei seri provvedimenti restrittivi.

 

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