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Economia | 03 gennaio 2018, 12:32

Sacchetti per frutta e verdura a pagamento, parlano i consumatori locali: “Ennesima stangata, studiamo una ‘obiezione di coscienza’ per superare la norma”

Dal 1° gennaio nei supermercati si devono pagare le buste di plastica per il confezionamento di frutta e verdura

Una soluzione 'di fortuna' che, però, non paga

Una soluzione 'di fortuna' che, però, non paga

Sui social non si parla d’altro, la protesta monta in ogni angolo d’Italia. Dal 1° gennaio nei supermercati si pagano i sacchetti per il confezionamento di frutta e verdura ‘sciolti’: 2 centesimi che proprio sembrano non andare giù.
L’intento è quello di ridurre il consumo di plastica, ma da molti è stata percepita come una nuova ‘tassa sulla spesa’ a favore dei grandi produttori.

In prima linea contro il sacchetto a pagamento ci sono ovviamente le associazioni dei consumatori, rappresentate a Sanremo da Vinicio Tofi, avvocato del Movimento Consumatori.
È una manovra contro i consumatori, una stangata strisciante” la definisce Tofi che poi aggiunge: “È in perfetta sintonia con il comportamento del Governo che non ha fatto altro che tartassare i consumatori”.

Quali le contromosse? I consumatori della zona, uniti nel Movimento, stanno organizzando un sistema unitario per “bypassare la norma che, tra l’altro, sembra avere dei profili di incostituzionalità”. “Stiamo studiando una risposta corale, una sorta di ‘obiezione di coscienza’ del sacchetto – prosegue Tofi – è un altro tassello verso la generalizzazione della distribuzione, incaselliamo il consumatore che deve mangiare, produrre, non disturbare, non votare e semplicemente consumare e dare reddito agli imprenditori”.

Intanto in tutta Italia i consumatori si stanno ingegnando per trovare soluzioni tampone alla nuova tassa. Qualcuno, come si vede anche nella foto che riportiamo in pagina, pensa bene di contrassegnare con un’etichetta ogni ortaggio o frutto acquistato, senza sapere però che il pagamento del sacchetto viene ammortizzato proprio sulla singola etichetta. Quindi attenzione alle soluzioni ‘fai da te’.

Pietro Zampedroni

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