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Politica | 14 novembre 2017, 13:28

Ventimiglia: vertice in Prefettura sulla presenza dei migranti. Sindaco e Prefetto: "No agli sgomberi coattivi sul Roja"

Per Sindaco e Prefetto occorre trovare soluzioni meno drastiche e più degne di un Paese che vuole definirsi tale. Senza contare che lo sgombero non sortirebbe l’effetto desiderato. Tutto ciò come? Con operazioni di polizia, provvedendo a pulizie periodiche del Roja, ma soprattutto attraverso campagne di sensibilizzazione che spingano i migranti a entrare al centro del parco Roja, spiegando loro che al suo interno possono trovare assistenza

Ventimiglia: vertice in Prefettura sulla presenza dei migranti. Sindaco e Prefetto: "No agli sgomberi coattivi sul Roja"

No a misure drastiche come gli sgomberi coattivi sul greto del Roja. Così il Prefetto Silvana Tizzano al termine dell’incontro di questa mattina in Prefettura con il Sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano e i rappresentanti di maggioranza e opposizione del Consiglio Comunale.

La scelta di uno sgombero coattivo – ha detto il Prefetto al termine dell’incontro - lascia il tempo che trova, perché non consentirebbe, data l’immensità dei luoghi e la incontrollabilità fisica di questo lungo versante sul quale i migranti si sistemano, qualsiasi forma di sgombero”.


Sulla stessa linea anche Ioculano: “Al di là delle possibilità bisogna capire l’efficacia delle ordinanze. Perché andare ad intraprendere azioni di questo tipo e, dopo mezz’ora tornare alla situazione precedente, sembra che siamo di fronte ad uno strumento inefficace. Se servisse lo firmeremmo domattina”.

Poco prima del termine dell’incontro, sul tema era intervenuto anche il consigliere d’opposizione Carlo Iachino, che aveva abbandonato la riunione prima che finisse: “Durante la riunione il Sindaco ha ribadito che provvede con la pulizia quando è possibile. Il Prefetto ha detto che non si può mandarli via perché si tratterebbe di una vera e propria ‘deportazione’”.

Per Sindaco e Prefetto occorre dunque trovare soluzioni meno drastiche e più degne di un Paese che vuole definirsi tale. Senza contare che lo sgombero non sortirebbe l’effetto desiderato. Tutto ciò come? Con operazioni di polizia, provvedendo a pulizie periodiche del Roja,  ma soprattutto attraverso campagne di sensibilizzazione che spingano i migranti a entrare al centro del parco Roja, spiegando loro che al suo interno possono trovare assistenza.

Non bisogna rappresentarlo come un lager, - ha aggiunto il Prefetto - perché un lager non è, chiunque ci sta ci torna perché evidentemente riesce a trovare la giusta assistenza”.

La riunione odierna è stata anche l’occasione di un confronto, un faccia a faccia per fare il punto della situazione nel pieno dell’emergenza nella città di confine.

L’incontro prosegue una quotidianità di incontri con il Sindaco. – ha riassunto il Prefetto – Voi sapete benissimo che da quando è iniziata l’emergenza a Ventimiglia, quindi ci riferiamo a circa tre anni fa, il rapporto con l’amministrazione e con il Sindaco in particolare è sempre stato costante. Ci siamo riuniti tantissime volte, non soltanto per stabilire decisioni di ampio respiro, ma anche per fatti contingenti, sui quali non c’è mai stato nessun problema, anche con una telefonata o un rapidissimo appuntamento ci siamo confrontati. Questa volta l’esigenza nasceva più dalla necessità dei componenti del Consiglio Comunale di avere un chiarimento de visu con me per conoscere esattamente quello che si sta facendo, naturalmente ben noto al Sindaco perché ci eravamo visti non più tardi di quattro, cinque giorni fa. Quindi oggi è stata l’occasione per ripercorrere quello che è il tracciato individuato per la gestione di Ventimiglia, che si sa, è particolarmente difficile, ogni giorno cambia un po’ le sue caratteristiche e ci troviamo sempre di fronte a situazioni diverse.

Da parte mia, e non poteva essere diversamente, io ho cercato soltanto di confermare, intanto l’attenzione altissima rispetto al territorio, non ci siamo mai distratti per un attimo, non c’è mai sfuggita di mano la situazione di Ventimiglia, anche se qualche volta è stato detto questo, ma non è così. Su Ventimiglia siamo sempre stati particolarmente attenti, ho un contatto, non dico quotidiano, ma quasi con il mio referente nazionale per affrontare e risolvere al meglio i problemi. La dimostrazione è che abbiamo un territorio particolarmente ricco di presenza di forze dell’ordine, c’è un rapporto abitante-forze dell’ordine altissimo, che fa invidia a tante altre realtà italiane, e questo sicuramente serve per quello che il Ministero dell’Interno e attraverso di me, quindi la Prefettura riescono a fare è quello di alzare al massimo la percezione della sicurezza dei cittadini. Abbiamo anche rimodulato un dispositivo che andava già bene, cercando di andare ulteriormente incontro a quelle che potevano essere le ultime contingenze, quindi anche una sensazione di prossimità delle forze dell’ordine rispetto ai cittadini con una presenza appiedata sulle strade principali , ma non solo su quelle, da parte dei rappresentanti delle forze dell’ordine.

Mi sembra che non si possa negare questa attenzione. Tutto il resto fa parte di un processo che sfugge anche alla nostra possibilità di controllo. Il flusso migratorio che ha avuto negli ultimi tempi delle connotazioni eccezionali, è un flusso che non si può fermare tenendo conto del desiderio estremo di questi soggetti di raggiungere e comunque superare il confine per le destinazioni più diverse, rispetto al quale desiderio sappiamo che questi poveri migranti sono disposti anche a rimetterci la vita e lo hanno, purtroppo, dimostrato anche sul nostro territorio di Ventimiglia. L’incontro ha avuto anche questa finalità: quella di rassicurare, quindi di confrontarci, non solo con il Sindaco, ma anche con chi rappresenta la minoranza, su quello che si sta facendo con un invito anche da parte mia a questi rappresentanti della democrazia locale, di portare al tavolo, se lo ritengono, dei suggerimenti alternativi nella convinzione che ci troviamo di fronte a un’emergenze rispetto alla quale non abbiamo possibilità di rincorrere ai precedenti. Non c’è nessuno che lo ha fatto prima di noi da cui possiamo copiare le idee e l’operato, ce la siamo dovuta costruire, affrontare giorno dopo giorno, in situazioni, le più diverse, anche quelle insolite di fronte alle quali ci siamo trovati. Quindi da parte mia, una rassicurazione sull’attenzione elevatissima che c’è su un percorso iniziato e che non si è mai incrinato, anzi ha avuto sempre rafforzamenti, con una notevole attenzione da parte del Ministro su questo territorio e i cui effetti credo si possano toccare con mano
”.

Si possono pensare interventi sulle zone critiche?

Sulle Gianchette, dopo la chiusura del centro, che mi sembra già abbia rappresentato un passo avanti che ha abbattuto di molto la presenza dei migranti, l’unica forma di intervento è garantire una presenza forte delle forze dell’ordine che controllano continuamente le persone che lì si trovano, tenendo conto che molti di questi sono persone che sono regolari sul nostro territorio, quindi non si può procedere alla deportazione di soggetti che sono liberi di transitare sul nostro territorio, a meno che non si rendano responsabili di particolari illeciti o non risultino dai controlli irregolari, e questa è una percentuale sempre più bassa, perché, sempre riallacciandomi a quello che dicevo prima, anche migranti che avrebbero un tetto, un piatto caldo, una collocazione, una sistemazione migliore in altre regioni d’Italia, si spingono fino a Ventimiglia nel tentativo di oltrepassare il confine. Quindi sono persone regolari, per cui è difficile intervenire su soggetti che non c’è motivo di espellere o fare espatriare”.

I bivacchi lungo il fiume sono regolari?

No, ma la scelta di uno sgombero coattivo lascia il tempo che trova, perché non consentirebbe, data l’immensità dei luoghi e la incontrollabilità fisica di questo lungo versante sul quale i migranti si sistemano, qualsiasi forma di sgombero. Non avrebbe nessun effetto se non per dieci minuti, perché poi ce li ritroveremmo tutti lì a distanza di poco. Per cui su quello si fa un discorso diverso, essenzialmente di opera di sensibilizzazione. È quello che stiamo facendo, continuiamo a fare. Adesso cercheremo di incrementarlo ulteriormente per convincere queste persone a recarsi presso il parco Roja dando la giusta informazione, non rappresentandolo come un lager, perché un lager non è, chiunque ci sta ci torna perché evidentemente riesce a trovare la giusta assistenza, e quindi la nostra attività è essenzialmente da una parte un invito al Sindaco, l’ho fatto anche poco fa, a intervenire periodicamente con delle pulizie per questioni igieniche e anche perché sono dei segnali di riappropriazione del territorio. Il fatto di procedere con delle pulizie sistematiche ci consente anche di dare un segnale a queste persone, e dall’altra di continuare questa attività non disgiunta, con operazioni di polizia che vengono fatte, ma nel modo in cui vanno fatte in un Paese degno di chiamarsi Paese. Non possiamo fare interventi eccessivamente antigiuridici. Vanno studiati, vanno strutturati e cerchiamo di farli nelle condizioni e nelle formule giuste”.

Sull’incontro, Ioculano ha dichiarato al termine: “E’ stata fatta chiarezza sui rispettivi ruoli ma non ci sono stati punti di svolta. Come Amministrazione abbiamo fatto il punto della situazione su tutto, tenendo conto che c’è una situazione, tenuto conto che siamo di fronte a problemi difficili da risolvere, fino a quando ci saranno arrivi. Sono stati rinforzati i dispositivi di sicurezza, con la presenza dei tunisini che sta diminuendo confermando la presenza delle forze dell’ordine”.

Francesco Li Noce e Carlo Alessi

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